“Siamo a metà degli anni Cinquanta e nell’Italia del boom i cattolici e i comunisti si contendono il voto delle grandi masse popolari”. La giornalista e autrice Patrizia Carrano torna in libreria con “La bambina che mangiava i comunisti”. Un romanzo che racconta il Partito con gli occhi innocenti ma inquisitori di una ragazzina capace di intuire, con le sole armi dell’infanzia, la fine di una collettiva sbornia politica che avverrà nel fatidico 1956

La giornalista e autrice Patrizia Carrano, classe ’46, giovanissima ha lavorato per il settimanale Noi donne, poi ad Amica, Anna, Elle, Max, Panorama e Sette. Per Rai3 e Rai1 ha raccontato oltre venti edizioni del Festival del cinema di Venezia. È stata una voce di Radio 2, dove ha narrato le donne del ‘900 in una trasmissione intitolata Amiche mie. E ha scritto una ventina di romanzi, alcuni tradotti all’estero, quasi tutti con protagoniste femminili, da Stupro a Baciami Stupido a Illuminata – La storia di Elena Lucrezia Cornaro, prima laureata nel mondo. Non solo: Carrano ha firmato come unica sceneggiatrice alcune fiction Rai di successo.

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

La piccola Elisabetta, protagonista del mio ultimo romanzo, è una bimba di nove anni appena, con una precoce vocazione all’indipendenza appresa da sua madre, comunista decisa a conquistarsi un posto nel partito. Siamo a metà degli anni Cinquanta e nell’Italia del boom i cattolici e i comunisti si contendono il voto delle grandi masse popolari. È il Paese di Don Camillo e Peppone, dove i comunisti vengono accusati di mangiare i bambini e i democristiani di usare la religione per fare propaganda. Un tempo che appare remoto, ma è indissolubilmente legato al nostro presente”. Così Patrizia Carrano racconta il suo ultimo romanzo, La bambina che mangiava i comunisti, in libreria per Vallecchi Firenze editore.

Al seguito della madre, Elisabetta entrerà a Botteghe Oscure; mangerà le lasagne rosse alla mensa della CGIL; aspetterà con pazienza che finiscano le riunioni in sezione; incontrerà artisti come Turcato e Mafai, poeti come Cardarelli ma, soprattutto, passerà interi pomeriggi a Campo Parioli, fra gli accampati sui terreni destinati al futuro Villaggio Olimpico.

la bambina che mangiava i comunisti

La bambina che mangiava i comunisti racconta il Partito con gli occhi innocenti ma inquisitori di una ragazzina capace di intuire, con le sole armi dell’infanzia, la fine di una collettiva sbornia politica che avverrà nel fatidico 1956, quando la neve imbiancherà Roma, crollerà il mito di Stalin, l’URSS invaderà l’Ungheria, ed Elisabetta compirà dieci anni. “In omaggio alle idee della sua mamma, Elisabetta sogna un mondo dove le bandiere rosse sventolino allegre e tutti siano compagni. È un sogno ingenuo, ma radicato, che la realtà si incaricherà di sconfiggere, dando a Elisabetta il più prezioso degli insegnamenti: quello di ragionare sempre con la propria testa”.

Attorno alla bambina, nel romanzo si avvicendano personaggi realmente esistiti, da Nilde Jotti a Giancarlo Pajetta. “Elisabetta somiglia al bambino della favola di Andersen che, vedendo passare il Re senza abiti, ha il coraggio di dire che è nudo. Un’eroina di soli dieci anni, che in una notte di neve del 1956 – la famosa nevicata del ’56 cantata magistralmente da Mia Martini- farà i conti con il proprio futuro, con la politica, con la sua (e la nostra) vita”.

Libri consigliati