Come Truman Capote per il suo capolavoro, “A sangue freddo”, Nicola Lagioia per scrivere “La città dei vivi”, in libreria dal 20 ottobre, ha intervistato i protagonisti del tragico e insensato omicidio di Luca Varani, ha raccolto documenti e testimonianze, ha incontrato i genitori della vittima e ha intrattenuto un carteggio con uno dei due colpevoli. Il nuovo libro del direttore del Salone di Torino diventerà una serie Sky – I particolari

A cinque anni dalla vittoria del premio Strega nel 2015 con La Ferocia (Einaudi), il 20 ottobre Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro di Torino, tornerà in libreria con La città dei vivi.

La città dei vivi lagioia

Tutti temiamo di vestire i panni della vittima. Viviamo nell’incubo di venire derubati, ingannati, aggrediti, calpestati. Preghiamo di non incontrare sulla nostra strada un assassino. Ma quale ostacolo emotivo dobbiamo superare per immaginare di poter essere noi, un giorno, a vestire i panni del carnefice?“. Le parole dello scrittore barese (autore, tra gli altri, di Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj e Riportando tutto a casa) portano il lettore dentro uno dei casi di cronaca piú efferati degli ultimi anni: l’omicidio, nel marzo 2016, a Roma, di Luca Varani a opera di Manuel Foffo e Marco Prato.

Einaudi descrive l’indagine di Lagioia (che richiama un grande modello, quello di A sangue freddo di Truman Capote), come “un viaggio per le strade buie della città eterna, un’indagine sulla natura umana, sulla responsabilità e la colpa, sull’istinto di sopraffazione e il libero arbitrio. Su chi siamo, o chi potevamo diventare”.

Sky, dal canto suo, ha già annunciato che da La città dei vivi sarà tratta una serie.

Nel marzo 2016, in un anonimo appartamento della periferia romana, due ragazzi di buona famiglia di nome Manuel Foffo e Marco Prato seviziano per ore un ragazzo più giovane, Luca Varani, portandolo a una morte lenta e terribile. È un gesto inspiegabile, inimmaginabile anche per loro pochi giorni prima.

È la natura del delitto a sollevare le domande più inquietanti. È un caso di violenza gratuita? Gli assassini sono dei depravati? Dei cocainomani? Dei disperati? Erano davvero consapevoli di ciò che stavano facendo? Qualcuno inizia a descrivere l’omicidio come un caso di possessione. Quel che è certo è che questo gesto enorme, insensato, segna oltre i colpevoli l’intero mondo che li circonda.

Lagioia segue questa storia sin dall’inizio: intervista i protagonisti della vicenda, raccoglie documenti e testimonianze, incontra i genitori di Luca Varani, intrattiene un carteggio con uno dei due colpevoli. Mettersi sulle tracce del delitto significa anche affrontare una discesa nella notte di Roma, una città invivibile eppure traboccante di vita, presa d’assalto da topi e animali selvatici, stravolta dalla corruzione, dalle droghe, ma al tempo stesso capace di far sentire libero chi ci vive come nessun altro posto al mondo. Una città che in quel momento non ha un sindaco, ma ben due papi.

Da questa indagine emerge un tempo fatto di aspettative tradite, confusione sessuale, difficoltà nel diventare adulti, disuguaglianze, vuoti di identità e smarrimento.

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