“La Realidad” di Neige Sinno, autrice del premiato “Triste Tigre”, è un percorso di crescita e sorellanza, il racconto di un viaggio in Messico sulle tracce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e, insieme, è la storia della formazione di una donna, una femminista e un’autrice (considerata tra le voci più preziose della contemporaneità)

La Realidad è un villaggio che si trova nel Messico più remoto, ai confini con il Guatemala. Il nome del suo Stato è Chiapas, il più meridionale dei trentuno Stati federali messicani, e anche uno dei più poveri. A La Realidad, nel 2003, sembrava vivere il subcomandante Marcos, portavoce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, spesso abbreviato con la sigla di EZLN.

Inizia così il viaggio di Netcha e Maga, due ragazze poco più che ventenni che, con i loro zaini in spalla, partono per il Messico con l’obiettivo di portare in regalo al subcomandante Marcos due pesanti tomi di teoria marxista.

“È cominciata con una storia di libri. Io non volevo prenderli, ma Maga ha insistito così tanto che alla fine ho ceduto. Avevamo messo negli zaini il meno possibile, partivamo per tre mesi ed era il caso di viaggiare leggere. Lei era comunque riuscita a infilarci due grossi tomi di teoria marxista che voleva far avere al subcomandante Marcos”.

L’EZLN, infatti, è stato un movimento armato clandestino nato negli anni ’80 e da cui alcuni fanno risalire anche la genesi del movimento no-global. L’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale si opponeva al capitalismo e al potere costituito, combattendo per la dignità e i diritti delle popolazioni indigene.

Questo è l’antefatto del viaggio di Netcha e Maga e anche l’incipit di La Realidad (Neri Pozza, traduzione di Luciana Cisbani), libro di Neige Sinno che si pone in continuità con il premiato, Triste Tigre (Neri Pozza, traduzione di Luciana Cisbani).

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La realidad Neige Sinno

La Realidad e Triste Tigre sono stati scritti in completa continuità: quando ho finito il primo, ho iniziato il secondo. La Realidad l’avevo pensato, preparato. Quando ho iniziato a scriverlo, avevo un’idea molto chiara, che partiva dalla sua fine: quegli incontri tra donne che volevo raccontare. E ciò che mi entusiasmava soprattutto era la sua forma: una narrazione in prima persona, che integra nel racconto riflessione, critica, commenti. Era la prima volta per me, che fino ad allora avevo scritto solo saggi critici e narrativa. È anche questa la forma ibrida, impura, che ha poi assunto Triste Tigre, portata da una voce narrativa molto simile. Ma, a differenza di La Realidad, quel libro non avevo previsto di scriverlo“.

In effetti, pur essendo fatti di un’essenza affine, questi due romanzi hanno un andamento profondamente diverso.

Triste Tigre – libro più premiato in Francia nel 2023 e Premio Strega Europeo 2024 – racconta della storia di violenza subita dalla stessa autrice. Quando lei aveva soltanto sette anni, il suo patrigno ha iniziato ad abusare di lei. Vent’anni dopo, Sinno ha trovato la forza di raccontarlo.

A proposito di questa storia, coraggiosa e straziante, esiste una puntata del podcast Parlarne tra amicidi Diaria Bignardi, Silvia Righini e Stefano Sgambati – dedicata proprio a Triste Tigre e, insieme, a E ho smesso di chiamarti papà (Utet, traduzione di Valentina Maini), il memoir scritto dalla figlia di Gisèle Pelicot.

La Realidad, invece, è la storia di una ricerca di identità e, soprattutto, è una storia piena di energia femminile, di sorellanza e di riscatto. È la storia di “una viaggiatrice candida e piena d’ignoranza, che si spoglia a poco a poco delle sue paure, illusioni, pregiudizi, cambiando sguardo sul mondo che la circonda”.

Questo viaggio verso l’età adulta, che le due protagoniste di La Realidad compiono, si specchia nelle vicende autobiografiche dell’autrice. Neige Sinno, francese nata nella regione delle Hautes Alpes, ha vissuto negli Stati Uniti per poi trasferirsi in Messico, dove è rimasta a lungo con il compagno e la figlia.

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L’epica spedizione in Chiapas di Netcha e Maga si conclude, a vent’anni dalla loro partenza, ancora in Chiapas, in una piazza piena di donne in cui Netcha, ormai adulta, urla ai microfoni la lotta alla violenza: “In una piazza dove si respirano l’antica tristezza millenaria delle madri e delle figlie di tutto il mondo, la rabbia, l’impotenza ma anche la gioia e la comunione. Lì, nella narratrice, inizia qualcosa di immenso, la gestazione di un cambiamento futuro. Lì, inizia tutto. La decisione di smettere di viaggiare, perché cominci il vero viaggio“.

La storia di Netcha, dunque, è chiaramente anche la storia di Sinno che – attraverso il Messico, i suoi viaggi, i luoghi che ha scelto di chiamare casa e le donne che ha incontrato nelle strade del Chiapas e fuori da lì – si è formata come individuo, come donna ed, evidentemente, anche come autrice. Non a caso, nelle sue opere si alternano emotività, spunti saggistici, reportage e riflessioni sul nostro modo di stare al mondo.

Anche per questo, Neige Sinno è considerata una delle voci più lucide e preziose della contemporaneità.

Per ascoltarla, l’appuntamento è all’evento di apertura del Festival di Neri Pozza “Wunderkammer” 2025: venerdì 26 settembre, alle 17.30, presso il Teatro Nuovo di Verona, la scrittrice dialogherà proprio con Alessandra Carati nell’evento Viaggio verso la realtà.

Fotografia header: Neige Sinno (foto di © H. BambergerP.O.L.)

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