“Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire”: alla scoperta del nuovo libro di Massimo Gramellini, “L’amore è il perché”, una storia – di cui proponiamo un estratto – di educazione sentimentale e di crescita esistenziale e spirituale – Video e particolari

“La storia di un sogno, e di un risveglio”: viene presentato così L’amore è il perché (l’amore non ha perché), il nuovo libro di Massimo Gramellini in uscita per Longanesi.

Che parte da una premessa: la vita di ciascuno di noi è stata attraversata dall’amore, con le sue luci e le sue ombre… i primi innamoramenti acerbi, le illusioni che fanno volare e poi cadere, le ferite che lasciano segni, le relazioni tiepide che anestetizzano più che accendere.

 

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Lo scrittore (suo, tra gli altri, il bestseller Fai bei sogni), giornalista (firma le rubriche Il Caffè, sul Corriere della Sera, e 7 di cuori, sul magazine 7) e conduttore tv (In altre parole, su La7) firma un viaggio interiore che oscilla tra il desiderio di un amore assoluto, capace di trasformare e scuotere, e la paura di farsi male; tra la sete di sentirsi vivi e la tentazione di rifugiarsi in legami solo rassicuranti.

Una storia, narrata con uno sguardo insieme ironico e intimo, che tocca i temi universali dell’affettività: il possesso e l’attaccamento, il tradimento e la gelosia.

In questo percorso, grazie anche all’incontro con Platone e i miti greci, il racconto di Gramellini, che intreccia memorie personali, dialoghi con amici, divorzi, perdite e rinascite, diventa una storia di educazione sentimentale e di crescita esistenziale e spirituale: “la storia di tutti noi, che aneliamo all’amore, ci disperiamo per amore e a volte vi rinunciamo, senza mai afferrarne del tutto la natura sfuggente di vero, intimo bisogno che coincide col sogno più profondo che alberga in tutti noi”.

L'amore è il perché libro di Massimo Gramellini

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, proponiamo un estratto:

Tutti abbiamo un’autobiografia parallela. Sono i libri che ci hanno (in)segnato la vita, arrivandoci  addosso al momento giusto: i Greci lo chiamavano kairos.

I miei libri curativi li ho radunati in un angolo del salotto che ho battezzato Farmacia per l’Anima.

Aprono la fila i primi che ho imparato a leggere da solo, senza piu` la voce di mia madre a guidarmi.

La collina dei conigli, Marcovaldo, La famosa invasione degli orsi in Sicilia.

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Riconoscerli è facile: hanno gli angoli della copertina smussati e i rivestimenti di plastica trasparente su cui è rimasta l’ombra di un pezzo di scotch. Basta guardarli perché dentro mi si scateni una tempesta dolce.

Massimo Gramellini

Massimo Gramellini nella foto di Lorenzo Fanfani

Nello scaffale accanto ho posteggiato quelli come Il giovane Holden, dai quali a sedici anni non mi separavo neanche per dormire e che adesso mi sembrano sopravvalutati. E altri, come i romanzi di Jack London, che al contrario mi hanno conquistato in ritardo, con la passione profonda degli amori maturi.

Quasi tutti sono schedati in base alle patologie da curare.

In alcuni casi si tratta di medicinali omeopatici, piccole dosi del male che si intende combattere diluite poeticamente. (Umiliazione e dolore esistenziale: Leopardi. Presunzione e dolore narcisistico: Il grande Gatsby.) Ma per lo più si tratta di antibiotici e antiinfiammatori.

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Tristezza: certe pagine di Dickens e di Wodehouse, i racconti di Gogol’ e i primi due libri di Fantozzi.

Confusione e dubbio: un capitolo di qualsiasi romanzo di Tolstoj.

Assenza di entusiasmo: Madame Bovary.

Sfiducia nel mondo e in me stesso: le favole di Andersen, le avventure di Pinocchio, la saga di Harry Potter. E naturalmente i Vangeli, compreso il quinto attribuito a Tommaso (mio figlio si sarebbe poi chiamato così in suo onore):

«Gesù ha detto: se chi vi guida vi dice che il Regno è solo nei Cieli, allora gli uccelli saranno in vantaggio… Invece il Regno è sia fuori sia dentro di voi».

Anche dentro, dunque. E i libri della Farmacia erano lì proprio per aiutarmi a trovarlo.

Una notte in cui mi aggiravo a piedi scalzi per casa dopo un sogno che non avevo digerito, ripensando alla lettera di Eugenio provai l’impulso di andare a prendere il manuale di autoaiuto regalatomi da un vecchio amore, quando ancora nell’amore ci credevo.

Mentre mi arrampicavo sulle punte nel tentativo di disincastrarlo da un piano irraggiungibile della Farmacia, feci un movimento brusco e un altro volume, di dimensioni gigantesche, scivolò dallo scaffale per precipitarmi sull’alluce.

Platone, Tutti gli scritti.

Non so se fossero proprio tutti. Ma, credimi, facevano veramente male.

(continua in libreria…)

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Fotografia header: Massimo Gramellini nella foto di Lorenzo Fanfani

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