“Non abitiamo più qui” dell’americano Andre Dubus (1936-1999), tra i maestri nell’arte della short story e del romanzo breve, racconta la complessità del matrimonio, e ha ispirato il film “I giochi dei grandi”

Hank e Jack sono amici dai tempi della scuola e tutti i pomeriggi si trovano a correre insieme dopo il lavoro. Hank non ha mai creduto nella monogamia e vive a modo suo il matrimonio con Edith; Jack ha sposato Terry, la ragazza più carina che avesse mai visto, ma ora crede di non amarla più. Anche per Edith e Terry il matrimonio non si è rivelato all’altezza delle aspettative.

Per tutti il tradimento sembra la via di fuga più facile, ma quella che inizia come un’eccitante evasione trascina con sé un intricato groviglio di dubbi, ripicche e gelosia.

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Con la precisione di un chirurgo, in Non abitiamo più qui (proposto da Mattioli 1885 nella traduzione di G. F. Nori e con la cura di Nicola Manuppelli), Andre Dubus (1936-1999) affronta la complessità del matrimonio scegliendo di ripercorrere, in diversi momenti, la vita di due giovani coppie indissolubilmente legate.

Non abitiamo più qui

Lo scrittore americano, tra i maestri nell’arte della short story e del romanzo breve, nel corso della sua carriera ha vinto numerosi premi. Da questa raccolta è stato tratto il film del 2004 di John Curran I giochi dei grandi (nella foto grande), con Mark Ruffalo, Naomi Watts, Peter Krause e Laura Dern, vincitore del Sundance Festival.

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