I quattro racconti che compongono “Il fiuto del dottor Jean” aggiungono un tassello importante alla produzione letteraria di Georges Simenon – La recensione di Maria Anna Patti (CasaLettori)

I quattro racconti che compongono Il fiuto del dottor Jean (Adelphi) aggiungono un tassello importante alla produzione letteraria di Georges Simenon. Protagonista è un dottorino di provincia, figura che si impone nella narrazione grazie a una qualità rara: nel risolvere ogni enigma poliziesco segue la logica scientifica che nasce dall’osservazione.

Restiamo stupiti, inconsciamente predisposti a ritrovare l’infallibile istinto del caro Maigret.

Lo scrittore segue un itinerario narrativo che invita il lettore a improvvisarsi detective nella risoluzione dei misteri che la vita ci impone.

Il fiuto del dottor Jean

Importante è “comprendere e non giudicare” come tante volte ci ha insegnato l’autore, mescolarsi alla gente, ascoltare, studiare le mimiche senza lasciarsi influenzare da tracce abusate.

Le storie brevi valorizzano i dialoghi sciolti, la caratterizzazione dei personaggi e la luminosità delle scenografie proposte. Diverte l’ironia sottile che si cela in ogni finale. Siamo sfidati a cercare il nostro “talento” per avere “accesso a uno sconfinato campo di piaceri insospettati”.

Laure, Lina, Isidore, Nicole, donne ambigue, misteriose, sono icone allegoriche di una realtà che mai è come appare. “Passo dopo passo, un’intuizione alla volta”: il caso è risolto.

L’AUTRICE – Maria Anna Patti, appassionata lettrice siciliana, è l’ideatrice di @CasaLettori, punto di riferimento su Twitter per chi ama i libri. Qui la nostra intervista.

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