“Una notte a Nuuk” è firmato dall’autrice Niviaq Korneliussen, considerata dal New Yorker “l’inaspettata stella letteraria groenlandese”. In questo libro, la scrittrice dà voce a cinque protagonisti raccontando, attraverso la loro vita, le difficoltà dell’età adulta in Groenlandia e i tanti ostacoli che incontra la comunità queer…

Provate ad aprire Google Maps e a cercare Nuuk. Il pin della mappa si andrà a posizionare in un piccolo punto tra le coste frastagliate di un Paese che, così zoommato, ci sembrerà del tutto irriconoscibile. Soltanto acqua che si infila tra isolotti, fiordi che si buttano in mare e poi il bianco del ghiaccio.

Solo allargando di un po’ la visuale capiremo di essere in Groenlandia. Nuuk è la sua capitale. Capitale insolita perché abitata da poco più di diciottomila persone (considerando che Milano ha ben più di un milione di abitanti, questi numeri fanno impressione) e insolita perché, pur essendo distante da quasi ogni cosa del mondo, appartiene alla Danimarca, di cui è diventata colonia nel 1814.

Una notte a Nuuk è ambientato in questa città, come dice il titolo. Pubblicato da Iperborea (traduzione di Francesca Turri), questo romanzo è firmato da Niviaq Korneliussen, “l’inaspettata stella letteraria groenlandese” come l’ha definita il New Yorker.

Niviaq Korneliussen è un’autrice e attivista nata nel 1990 in un paesino della Groenlandia meridionale. Oggi vive nella capitale e a lei dedica molte delle sue narrazioni. Nel 2023, sempre per Iperborea e sempre della stessa autrice, è uscito anche La valle dei fiori, primo romanzo groenlandese a vincere il prestigioso Premio del Consiglio Nordico. 

Una notte a Nuuk

La valle dei fiori e Una notte a Nuuk hanno in comune la volontà di dare voce ai giovani groenlandesi di oggi, figli di una storia coloniale ancora tristemente contemporanea e di uno spazio – fisico ed emotivo – spesso troppo stretto.

Se La valle dei fiori si concentrava sull’epidemia di suicidi in Groenlandia, ignorata da pressoché tutte le istituzioni, Una notte a Nuuk segue le storie di cinque protagonisti e, attraverso loro, racconta la difficoltà di diventare adulti in questa terra.

I cinque personaggi sono quelli che danno il titolo ai cinque capitoli di Una notte a Nuuk.

C’è Fia, che ha un fidanzato ma che, ben presto, si accorge di non volerlo più. La loro storia finisce e, per lei, inizia un percorso di riscoperta della sua sessualità, attratta dalle donne, in particolare da Sara.

Sara, che ha travolto Fia di amore e di passione, sta con Ivik.

Ivik, a sua volta, porta con sé un pesante bagaglio emotivo. Tormentata da un disagio che non la lascia fin da quando era bambina, non vuole essere toccata né sfiorata, ma sa di avere un grande bisogno di risolvere domande ancora aperte sul suo corpo.

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La valle dei fiori di Niviaq Korneliussen libri consigliati 2023

Inuk, invece, è il fratello di Fia. Anche lui omosessuale, non riesce a far pace con questa nuova consapevolezza e, ancor meno, riesce a parlarne, finendo con l’arrotolarsi in una spirale di solitudine e isolamento che diventa, fisicamente, un infelice trasferimento in Danimarca. “Trovi casa solo quando trovi te stesso”, si dice nel libro (e non solo). Tutto vero.

Arnaq ha alle spalle un’infanzia di abusi che l’hanno resa una seduttrice seriale, un’amica inaffidabile, una persona assetata di alcol e di sesso e una donna perennemente in lotta con i suoi demoni.

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Attraverso le voci di questi cinque protagonisti – che a volte hanno la forma di flussi di coscienza, altre di lettere, altre di dialoghi, altre ancora di mail – Niviaq Korneliussen ritrae una generazione che conosciamo bene, ma in un contesto che, invece, è fisicamente e culturalmente molto lontano dal nostro.

Una notte a Nuuk è il ritratto di una generazione e di un paese mai uscito dal trauma coloniale, un viaggio struggente attraverso i sensi e i sentimenti in cui la scoperta di sé diventa una rinascita”.

Le crisi di identità dei protagonisti, i loro dolori e i loro traumi ci arrivano così forti perché l’autrice ha scelto per la sua narrazione un linguaggio crudo e spoglio. La sua lingua non crea sovrastrutture, non addolcisce la pillola, ma racconta ferite e passioni così come sono – sofferenti, spigolose, dure, imprevedibili. Così, in quei margini d’Europa dove si trova Nuuk, ci troviamo vomito, delusioni, violenze, ma anche rinascite, riscoperte e amori.

Nei confini stretti di Nuuk, e della Groenlandia tutta, prende forma la vita in tutti i suoi toni e Niviaq Korneliussen ci aiuta prima a vederla e poi a leggerla.

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Fotografia header: Una notte a Nuuk di Niviaq Korneliussen, nella foto di Lucio Fontana