“Noi siamo il futuro. Vogliamo sperimentare, vivere, provare, lanciarci in volo a occhi chiusi. Voi avete perso”. In libreria “Vigliacchi! – Il mio j’accuse al mondo degli adulti”, romanzo d’esordio di Amelia C.
“Mi chiamo Amelia C. e ho 17 anni. Frequento un liceo classico e ho i capelli rossi. Nessuna altra caratteristica di riconoscimento intendo rendere nota. Per me valgono le parole scritte in questo libro“. Si presenta così l’autrice del romanzo d’esordio Vigliacchi! – Il mio j’accuse al mondo degli adulti, in libreria per Agenzia X.
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E ancora: “Ho tanti o pochi amici? Ho già fatto l’amore? Ho sperimentato me stessa? Mi sono conosciuta? Di certo io non odio gli adulti. Non uso ketamina anche se dissociarmi dal mio corpo sarebbe una bella sfida. So come farmi bene. So come farmi male. Sono bella. Sono brutta. Parlo disinvoltamente. Sono timida, aggressiva, modesta, molesta, cinica, socievole, capace di ridere di me stessa. Mi piace il gelato alla fragola. Non mangio le banane. Non uso i social e mi vesto come cazzo mi pare. Sono Amelia C. e per il momento è tutto”.
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Quello firmato dalla giovanissima esordiente è un atto d’accusa piuttosto netto verso un mondo degli adulti che non capisce le ragazze e i ragazzi di oggi, “fa domande sbagliate” e dà “risposte vacue”: “Non siete di un’altra generazione, siete di un’altra epoca. Ci parlate del vostro magnifico passato ma ci avete lasciato un presente devastato dalla guerra e dalle ingiustizie. Ci accusate di stare sempre attaccati allo smartphone, ma almeno noi lo sappiamo usare. Non avete capito che non ci interessa il colore della pelle di un nostro amico, che possiamo sperimentare l’amore con leggerezza e coscienza. Siamo maschi o femmine, possiamo scambiarci i ruoli senza essere perversi e non ci serve il porno che guardate voi. Avete un ruolo prestabilito ma non sapete più quale è il senso della vostra vita. Vogliamo essere guardati negli occhi. Vogliamo cambiare direzione milioni di volte. Noi siamo il futuro. Vogliamo sperimentare, vivere, provare, lanciarci in volo a occhi chiusi. Voi avete perso“.
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