La fine dell’impero bizantino. La fine di un’epoca. Una fine che cambiò il mondo. Una caduta, quella di Costantinopoli, dovuta alle divisioni interne dell’Europa di allora. Come, forse, quella di oggi… Il nuovo libro di Luigi De Pascalis presentato al premio Strega e segnalato al Campiello

La fine dell’impero bizantino. La fine di un’epoca. Una fine che cambiò il mondo. Una caduta, quella di Costantinopoli, dovuta alle divisioni interne dell’Europa di allora. Come, forse, quella di oggi.

“Alcuni dicono che la Storia non si ripresenti mai uguale – scrive Luigi De Pascalis nella Nota dell’Autore  a Notturno Bizantino – La lunga fine di un impero (La Lepre edizioni) – altri pensano che si ripeta periodicamente”.

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Le analogie tra la Bisanzio di allora e l’Europa di oggi, sono evidenti “[…] se si considera l’odierno inasprirsi dei rapporti fra Occidente e Oriente a causa dell’aggressività di gruppi integralisti, aspiranti distruttori di ogni cultura diversa da quella di cui si dichiara portatore il sedicente Stato Islamico”.

Quella raccontata in Notturno bizantino è la storia della caduta di Costantinopoli, ma anche la storia di Clarice e Teodora, e di due Chiese che lottarono per una non auspicata unione. Una storia di intrighi di corte, di amori, di aspirazioni castrate, di ambizioni smisurate, di battaglie terribili e di armi così potenti da ridurre in briciole ogni antica certezza.

Cosa avvenne dopo quel 29 maggio 1453, riguarda uomini e donne che cercarono di opporsi al destino con tenacia e una dolorosa diaspora che ha portato migliaia di altri bizantini in giro per l’Europa.

Il libro, come abbiamo scritto, viene presentato al premio Strega 2016 (da Claudio Strinati e Alessandro Masi) ed è anche segnalato al Campiello.

 

 

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