“Da sempre sono innamorato dei libri, moderni e antichi, che colleziono. Fondamentalmente, penso di essere chi sono grazie ai libri che ho letto…”. Roberto Burioni si racconta con ilLibraio.it in occasione dell’uscita del suo nuovo libro, “La congiura dei somari – Perché la scienza non può essere democratica” – L’intervista

In un tempo in cui sui social spesso si leggono false notizie su un tema delicatissimo come quello dei vaccini (e in generale sulla medicina), Roberto Burioni (nella foto di Marco Montagna, ndr) è una celebrità, oltre che un esempio di “divulgatore” scientifico al tempo di Facebook.

Classe ’62, nato a Pesaro, il medico (professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano), settimanalmente è protagonista di botta e risposta online con i “no-vax”, ed è ormai abituato a rispondere senza indulgenza alle bugie in cui si imbatte.

Dopo aver pubblicato Il vaccino non è un’opinione (Mondadori), Burioni torna in libreria con La congiura dei somari – Perché la scienza non può essere democratica (Rizzoli), un libro dedicato proprio ai tanti interlocutori con cui il medico si è confrontato su Facebook e che, “pur non sapendo cos’è un virus e come funziona un vaccino, pretendono di convincerci che ‘dieci vaccini sono troppi’, ‘le malattie guariscono da sole o grazie ai rimedi naturali’, ‘le vaccinazioni obbligatorie servono solo ad arricchire le industrie farmaceutiche e quelli che sono sul loro libro paga’…”.

roberto burioni

Un tempo la divulgazione scientifica passava da Quark di Piero Angela, in prima serata tv e, ovviamente, senza contraddittorio. Ora a lei (che, va detto, non si definisce un divulgatore, vista la sua ultradecennale esperienza di professore) tocca dover rispondere a commenti contenenti falsità e insulti: ha nostalgia del mondo pre-Facebook?
“‘Questo eccesso di nozioni sarà dannoso per le nostre menti’. È una frase che non si riferisce a Facebook, perché l’ha pronunciata Conrad Gessner, un bibliofilo svizzero morto nel 1565 che criticava le possibili ricadute dell’invenzione della stampa da parte di Gutenberg. A sua volta Platone, nel Fedro, mette in bocca a Socrate parole critiche verso l’utilizzo della scrittura. Insomma, ogni generazione ha la tentazione di avere nostalgia del mondo ‘come era una volta’. In realtà il mondo va avanti, per un ottimista come me cambia sempre in meglio e siamo noi che dobbiamo adattarci ai cambiamenti che derivano dalle innovazioni tecnologiche”.

E tornando a Facebook?
“Ha permesso a molte persone di diffondere falsità sui vaccini (e anche di insultarmi pesantemente, ma transeat), però ha anche dato l’opportunità a me di informare correttamente un gran numero di persone utilizzando solo la tastiera di un computer. Per cui direi di no, non ho nostalgia dell’era pre-Facebook: alla fine il mondo è quello in cui ci tocca in sorte di vivere, per questo dobbiamo fare di tutto per migliorarlo”.

Come ha raccontato in un’intervista a Vanity Fair, lei si è iscritto a Facebook “nel 2012, per ritrovare vecchi amici e vedere com’erano invecchiate le sue ex”. Poi, dopo che un’amica di famiglia le chiese di entrare in un gruppo Facebook di madri italiane, è iniziata la sua nuova “vita social”: un giorno si stuferà di replicare ai “somari” della rete?
“A essere sinceri mi sono già stufato: però ritengo che sia mio dovere di professore, di padre e di cittadino il mettere a disposizione degli altri quello che ho studiato e continuare a fornire alle persone che mi seguono la voce della scienza, che tante volte è bistrattata in questo nostro Paese”.

I suoi colleghi cosa dicono della sua attività sui social? 
“Penso che siano orgogliosi del fatto che la pericolosissima disinformazione contro i vaccini sia stata contrastata con efficacia nel campo dove fino a oggi aveva dominato. Altri bravissimi professori come Pier Luigi Lopalco, Guido Silvestri e Andrea Cossarizza hanno aperto pagine Facebook nelle quali contribuiscono, con competenza indiscutibile e con il loro stile personale, a smentire le bufale riguardanti i vaccini e più in generale la medicina e a fornire informazioni scientificamente impeccabili”.

Quindi non è più solo, altri stanno seguendo il suo esempio…
“Sì, e ritengo sia una cosa estremamente positiva; ho l’impressione che sia necessario ‘occupare fisicamente’ gli spazi che, quando vengono lasciati liberi dagli scienziati, sono istantaneamente occupati dalla voce dei cialtroni”.

A parte i suoi, suggerisca ai lettori de ilLibraio.it dei saggi scientifici alla portata di tutti e, soprattutto, utili.
“Riguardo ai vaccini consiglio Chi ha paura dei vaccini? di Andrea Grignolio. Per capire meglio la complessità del rapporto tra uomini e agenti infettivi (e mondo esterno) è molto utile Armi, acciaio e malattie di Jared Diamond. Un altro aspetto di grandissimo interesse è capire perché la nostra mente tende a credere alle bufale: in tal senso è davvero molto bello Trappole mentali del mio amico e collega Matteo Motterlini. Conoscendo i punti deboli del nostro modo di ragionare è possibile evitare di cadere in errori molto facili da commettere”.

Un’ultima curiosità: legge anche romanzi? E se sì, c’è uno scrittore, o un libro di narrativa, che ha particolarmente amato per come racconta la scienza e, nello specifico, la medicina?
“Sono un lettore appassionatissimo e da sempre sono innamorato dei libri, moderni e antichi, che colleziono. Fondamentalmente, penso di essere chi sono grazie ai libri che ho letto. Per chi è interessato alle questioni riguardante i vaccini consiglio la lettura di Nemesi, un bellissimo romanzo di uno dei miei autori preferiti, Philip Roth. È un racconto agghiacciante, che si snoda nel 1944, tra la Seconda Guerra Mondiale e una terribile epidemia di poliomielite”.

Fotografia header: Roberto Burioni (nella foto di Marco Montagna)

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