In occasione del centenario dalla nascita di Livio Garzanti, arriva in libreria un volume commemorativo in omaggio al grande editore che lanciò, tra gli altri, Pasolini, Gadda, Soldati e le “Garzantine”, e che, a sua volta, fu autore di romanzi – Su ilLibraio.it un estratto (“C’è un dovere cui l’editore deve ubbidire, un dovere verso la cultura, verso la morale…”)

In occasione del centenario dalla nascita di Livio Garzanti (1° luglio 2021), arriva in libreria Una vita con i libri. Appunti, racconti e interviste (Interlinea), a cura di Louise Michail Garzanti intervistata da Paolo Di Stefano: una raccolta di testi di e sul grande editore (e autore), fondatore della casa editrice che porta il nome di famiglia.

Un ritratto che mette insieme i suoi componimenti inediti, ricordi di scrittori – da Morante a Montale, passando per Calvino (“com’era difficile per me avere un confronto con un tale uomo”) -, note di lettura, immagini del suo archivio privato e una serie di interviste “disinibite, anche impertinenti, ricche di informazioni inattese, di ritrattini fulminanti, di giudizi drastici e acuti. Ne esce tra l’altro un Livio Garzanti che sa essere freddo e insieme passionale” (dalla nota di Gian Carlo Ferretti).

Un libro commemorativo, in omaggio all’uomo che lanciò Pasolini, Gadda, Soldati e le “Garzantine”, ma che a sua volta fu autore di romanzi come L’amore freddo La fiera navigante.

Livio Garzanti Interlinea

Per gentile concessione dell’editore, su ilLibraio.it un estratto dal libro:

RAGIONAMENTI DI UN EDITORE

La critica dell’editore vive della passione dell’industria. L’editore non può lasciarsi andare alla passione personale e non può affidarsi alla disinteressata freddezza della critica dei critici, l’editore è una media fra la critica dei critici e la vita, non di se stesso ma degli altri. Ed è soprattutto nel capire gli altri che sta il capire degli editori, sentire il pubblico vuol dire giungere oltre il gusto del pubblico.

Il gusto è sempre qualche cosa di freddo, è la conseguenza di un qualche cosa di realizzato. Se l’editore segue il gusto del pubblico, giunge sempre di un minuto in ritardo […]. L’editore è un critico che il pubblico non conosce, un critico che non segue una sua logica rigorosa, non è abituato a giustificarsi. […] Sempre mi capita l’amico, il conoscen­te, l’uno che ti incontra per la prima volta e appena sa che vivi nel mondo editoriale ti affonda di domande e di consigli; sembra tanto facile quanto dar consigli e far critiche a un editore.

Si iniziano forti discorsoni, e si discute, che mai si arrivi a un punto. L’editore è un industriale come tutti gli altri, deve conoscere la sua clientela e deve saperla accontentare, il libro è per l’editore un prodotto come gli altri, bisogna che piaccia e bisogna che sia ben presentato.

Lanciare un libro è come lanciare un lucido da scarpe. Questa è la conclusione cui mi par di dover giungere un’altra volta dopo lunghe discussioni con amici e conoscenti, mi sembra semplice e pure quel che mi han detto tanti librai e tanti che passano la loro vita vicino ai banchi di vendita. Poi quando si parla con i colleghi e si discute d’un libro di una collana, mi trovo spesso a fare la parte del critico più raffinato. C’è un dovere cui l’editore deve ubbidire, un dovere verso la cultura, verso la morale.

(continua in libreria…)

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