“Come si fa un lettore” riprende il testo di una conferenza che Neil Gaiman ha tenuto a Londra, con grande successo, dedicata ai doveri dei lettori, nei confronti dei libri, delle biblioteche e degli altri lettori – Su ilLibraio.it un estratto dall’ebook

Il dovere di leggere per il gusto di farlo. Il dovere di leggere ad alta voce. Il dovere di sognare un mondo diverso. La voce appassionata di Neil Gaiman in Come si fa un lettore (uscito in digitale per i Corsivi del Corriere della Sera) ci ricorda ciò che dobbiamo ai libri e a noi stessi come lettori.

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“La narrativa può farvi vedere un mondo diverso. Può portarvi dove non siete mai stati. Una volta che avete visitato altri mondi, come chi ha mangiato la frutta incantata dei folletti, non riuscirete più ad accontentarvi di quello in cui siete cresciuti. E una simile insoddisfazione è positiva: le persone possono modificare e migliorare i loro mondi, lasciarli migliori, lasciarli diversi.”

Neil Gaiman, autore e lettore dal caleidoscopico universo letterario, racconta in questa appassionante “lezione” inedita la biblioteca che gli ha cambiato la vita, ricorda l’importanza della fantasia e dell’evasione, invita a coltivare la straordinaria empatia della narrativa, che può rendere migliori noi stessi e la società in cui viviamo. E in un originale elenco dei “doveri” del lettore spiega come coltivare nei più giovani la passione per le storie, l’unica “dipendenza” che cambia la vita in meglio.

Per gentile concessione dell’editore, su ilLibraio.it pubblichiamo un estratto dal volume:

Credo che abbiamo delle responsabilità verso il futuro. Responsabilità e obblighi verso i bambini, verso gli adulti che quei bambini diventeranno, verso il mondo in cui si troveranno ad abitare. […]

Credo che abbiamo il dovere di leggere per il gusto di farlo, in privato e in luoghi pubblici. […] Dimostriamo agli altri che leggere è cosa buona.

Abbiamo il dovere di sostenere le biblioteche, di protestare contro la loro chiusura. Non considerare le biblioteche nel loro giusto valore significa non tenere in considerazione l’informazione o la cultura o il sapere. Mettere a tacere le voci del passato significa mettere a rischio il futuro.

Abbiamo il dovere di leggere ad alta voce ai nostri figli. Leggere cose che a loro piacciano. Leggere loro storie di cui siamo già stanchi. Fare tutte le diverse voci dei personaggi e non smettere di leggere per loro solo perché imparano a leggere da soli. Usare le occasioni in cui si legge ad alta voce come opportunità per creare legami profondi, momenti in cui non si controlla il cellulare, in cui le distrazioni del mondo vengono messe da parte.

Abbiamo il dovere di usare il linguaggio. Di spingerci al limite: di scoprire cosa significano le parole, come spiegarle, di comunicare chiaramente, di dire quello che vogliamo dire. […]

Noi scrittori – gli scrittori per bambini, in particolare, ma in genere tutti gli scrittori – abbiamo un obbligo verso i nostri lettori: è il dovere di scrivere cose vere, e a maggior ragione quando creiamo racconti su persone che non esistono in luoghi che non sono mai esistiti – la verità non è quello che accade, ma ciò che questo ci insegna su noi stessi. […]

Abbiamo il dovere di non tediare i nostri lettori, ma di far sì che sentano l’impulso di continuare a voltare le pagine. Una delle cure ottimali per il lettore riluttante, infatti, è un racconto che non possano fare a meno di leggere.

E, mentre dobbiamo dire cose vere ai nostri lettori e dar loro armi e fornire loro strumenti e trasmettere qualsiasi elemento di saggezza abbiamo raccolto dal nostro breve soggiorno su questa verde Terra, abbiamo anche il dovere di non pontificare […]

Abbiamo il dovere di capire e riconoscere che, come scrittori per l’infanzia, svolgiamo un compito importante, perché se combiniamo un pasticcio e scriviamo libri noiosi che allontanano i bambini dalla lettura e dai libri, abbiamo impoverito il nostro stesso futuro e sminuito il loro.

Noi tutti – adulti e bambini, scrittori e lettori – abbiamo il dovere di sognare ad occhi aperti. Abbiamo il dovere di usare l’immaginazione. È facile far finta che nessuno possa cambiare niente, che siamo in un mondo in cui la società è enorme e l’individuo è meno di nulla: un atomo in un muro, un grano di riso in una risaia. Ma la verità è che gli individui cambiano il loro mondo più e più volte, gli individui costruiscono il futuro e lo fanno immaginando che le cose possano essere diverse. […]

Una volta hanno chiesto ad Albert Einstein come si poteva far diventare intelligenti i propri figli. La sua risposta è stata ad un tempo semplice e saggia: “Se volete che i vostri figli diventino intelligenti, leggete loro delle fiabe. Se volete che diventino più intelligenti, leggete loro più fiabe”.

Abbiamo parlato di...