“Luci sulla contea” di Giulio Iacoli indaga l’opera letteraria di Silvio D’Arzio con gli strumenti della critica tematica, e ne mette in evidenza i temi di fondo, le costanti descrittive, le parole chiave

Luci sulla contea (Mucchi) di Giulio Iacoli, professore di letteratura italiana contemporanea e critico letterario, è un saggio dedicato all’opera di Silvio D’Arzo, pseudonimo di Ezio Comparoni, scrittore italiano, autore di un unico romanzo, All’insegna del buon corsiero, di moltissimi racconti, elogiati anche da Montale, e di numerosi saggi. Giulio Iacoli ne indaga l’opera nelle sue diverse manifestazioni con gli strumenti della critica tematica.

Giulio Iacoli Luci sulla Contea Silvio d'Arzo

Come le Lettere persiane, del capolavoro di Montesquieu, che in qualche misura inaugura l’età dell’Illuminismo, la critica è un messaggio che viene da un altrove rispetto alla pratica della letteratura e alla rete delle convenzioni sociali del presente, illuminando entrambe grazie a un felice straniamento. Il compito della critica, arte tutt’altro che inutile in un tempo complesso come questo, non deve esser quello di aggiungere complessità a complessità, bensì di spezzare, come voleva Kafka, la crosta del mare ghiacciato dentro di noi: renderlo nuovamente liquido, mobile, vitale. E rovinare le sacre verità può essere anche una faccenda divertente.

Luci sulla Contea è un’indagine critica sull’opera di Silvio D’Arzo portata avanti con gli strumenti della critica tematica. Giulio Iacoli considera non solo Contea inglese, raccolta di saggi nati dalla lettura appassionata di modelli angloamericani, ma l’opera tutta di Silvio D’Arzo, che appare come un territorio ampio e immaginoso, popolato da trepidanti speranze e rapporti difficili fra gli uomini, eppure come gelosamente preservato dall’urto con la realtà esterna. Lungo la Contea sono allora i grandi temi di fondo a venirci incontro, sotto forma di figurazioni e parole chiave, costanti descrittive, toni e atmosfere capaci di assicurare continuità fra i racconti brevi e le più ambiziose forme del racconto lungo o del “romanzo lirico”.

L’indagine di Giulio Iacoli dà voce a pensieri riposti e disarmati, rivelatori della diversità di sentire propria di un testo in genere negletto dagli interpreti, Essi pensano ad altro, per estendersi a temi e figure, spesso pensosamente zoomorfiche, della narrativa per ragazzi, all’angustia dell’insegnare, quali attestazioni di un preciso sentimento: la complessità dello stare al mondo. Ai paesaggi di Casa d’altri e all’interpretazione filmica del racconto-capolavoro, da parte di Blasetti, sono affidate le ultime note di una descrizione critica animata tutta da una necessaria tensione: leggere Silvio D’Arzo in maniera dinamica e approfondita, oltre il tempo della sua breve esistenza.

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