Perché ci piace guardare una donna crollare? Cosa ci attrae della sua vulnerabilità? È uno spettacolo a cui siamo abituati e da cui difficilmente riusciamo a distogliere lo sguardo, “sempre spettatori del naufragio di qualcun altro”. “Spezzate” di Jude Ellison Sady Doyle è un saggio che apre le porte di una vera e propria galleria degli orrori in cui celebrità di ogni epoca hanno pagato la colpa di non avere rispettato i limiti che la cultura patriarcale aveva imposto alle loro vite

Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano (Tlon, traduzione di Laura Fantoni e Andrea Salomone) di Jude Ellison Sady Doyle (che lo scorso anno ha catturato i lettori italiani con Il mostruoso femminile) è un saggio che apre le porte di una vera e propria galleria degli orrori in cui celebrità di ogni epoca – da Charlotte Brontë a Miley Cyrus, da Mary Wollstonecraft a Taylor Swift, da Britney Spears a Hillary Clinton – hanno pagato la colpa di non avere rispettato i limiti che la cultura patriarcale aveva imposto alle loro vite.

Spezzate

Spezzate è un’esplorazione del fenomeno sociale del trainwreck: il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si era ottenuto. Un invito a cambiare il proprio sguardo, a riconoscere nella donna che esce dai binari, la trainwreck, un nuovo modello di emancipazione in grado di sovvertire le regole della società.

“Considerate questo libro come un’anatomia femminista della trainwreck“, afferma Jude Ellison Sady Doyle, “un tentativo di comprendere chi sia, quali crimini abbia commesso, il motivo per cui scatena così tanta rabbia e in generale cosa possa aver mai fatto per offenderci a tal punto. Queste domande hanno un’attinenza diretta con la nostra sfera personale più di quanto possiate immaginare: quando una donna osserva abbastanza a lungo la trainwreck, finisce quasi sempre per osservare se stessa. Questo è dunque un tentativo di capire cosa stiamo osservando e perché continuiamo a fissare questo strano specchio distorto. Ma è anche un modo per cercare di riabilitare il personaggio: la trainwreck non è soltanto una forza che scatena tutti quegli aspetti della femminilità che preferiremmo tenere a bada, è anche la ragazza che ogni giorno, con costanza, colora lo spazio oltre i bordi della società sessista in cui vive“.

Attingendo dalla storia, dalla letteratura e dalla stampa scandalistica, con la sua ironia e il suo sguardo attento, Doyle ricostruisce l’ascesa e la caduta di queste donne, immortalate dalla stampa, bollate dal web o dalla società come “insensibili, provocatorie, promiscue, ubriacone, pazze” e private del controllo della propria narrazione.

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