È più corretto dire “mass mèdia” e “sùmmit” alla latina o “mass mìdia” e “sàmmit” all’inglese? Il dubbio è legittimo, dal momento che la loro etimologia è latina, anche se in italiano queste parole sono arrivate tramite la lingua inglese, prendendo il nome di “latinismi di ritorno” – Ecco quindi una rapida guida per capire meglio l’argomento e destreggiarsi fra le diverse possibilità di pronuncia

Quante volte vi sarà capitato di dover pronunciare ad alta voce mass media e di fermarvi un attimo prima di procedere, senza sapere se dire mass mèdia alla latina o mass mìdia all’inglese? Nel mondo del giornalismo e della comunicazione sembra, infatti, che la variante preferita sia spesso quella all’inglese, anche se magari una voce nella vostra testa continuerà a ricordarvi le parole di quel prof secondo cui “la parola media viene dal latino“.

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Il dubbio, in effetti, è legittimo e ancora oggi dibattuto, dal momento che entrambe queste considerazioni sono vere: l’etimologia di media è da far risalire proprio al latino medium, che vuol dire mezzo, anche se in italiano l’espressione mass media è arrivata per tramite della lingua inglese.

“L’espressione è datata 1967 in italiano, 1923 in inglese. Il DELI, Dizionario Etimologico della Lingua Italiana di Cortelazzo-Zolli, aggiunge che il latinismo media è documentato in inglese fin dal 1605, mentre mass, altro termine di origine latina (da massa, -ae ‘massa’),  dal 1713“, specifica più nel dettaglio l’Accademia della Crusca sul suo sito ufficiale.

In altre parole, mass media è da considerarsi un latinismo di ritorno, ovvero una locuzione che affonda le sue radici nell’antica cultura Romana, ma che nel nostro Paese è diventata comune passando attraverso un altro sistema linguistico, nel caso specifico quello anglosassone.

Possiamo osservare lo stesso fenomeno con numerose altre parole, quali sponsor, forum e auditorium, mutuate a loro volta dalla lingua di William Shakespeare, che però pongono meno problemi per via del fatto che in inglese la loro pronuncia è simile – anche se non proprio ugualeal modo in cui si scrivono, eliminando così certi dilemmi nell’uso che ne facciamo in italiano.

Diverso è il caso di sintagmi come il già citato mass media e come anche summit (cioè incontro al vertice tra capi di Stato), riguardo a cui la Crusca chiarisce: “«Medio Inglese somete, dal Medio Francese, dall’Antico Francese, diminutivo di sum ‘cima’, dal Latino summum, neutro di summus ‘il più alto’». Di nuovo, quindi, si tratta di un termine che arriva in inglese dal latino, seppur per una strada più lunga, attraverso la mediazione del francese“.

Ecco perché, secondo molti dizionari autorevoli, quali il GRADIT (Grande Dizionario Italiano dell’Uso) di Tullio de Mauro, il Sabatini-Coletti 2004, il GDLI (Grande Dizionario della Lingua Italiana) di Salvatore Battaglia e il DOP (Dizionario di Ortografia e di Pronunzia) di Migliorini-Tagliavini-Fiorelli, per mass media si consiglia di optare per la pronuncia all’inglese, che è più vicina alla lingua da cui l’abbiamo ereditata nell’accezione di “mezzi di comunicazione di massa”, anche se invece il Vocabolario Treccani suggerisce di rifarsi alla pronuncia latina.

Copertina del libro L'eccezione fa la regola di Matteo Motolese

Quanto a summit, la situazione non è tanto differente: il GRADIT, il Sabatini-Coletti 2004, il GDLI e il DOP propendono ancora una volta per la variante all’inglese (sàmmit), mentre il Vocabolario Treccani indica solo la versione alla latina (sùmmit), la stessa che comunque anche il GRADIT predilige a sua volta in alcuni contesti.

Esiste quindi una soluzione univoca, che potremmo considerare più corretta delle altre? A quanto pare la risposta è no: entrambe le forme (mass mìdia e mass mèdia, sàmmit e sùmmit) sono riconosciute dai dizionari e attestate nella parlata quotidiana dei nostri giorni.

Nessun bisogno di ripensare il modo in cui preferiamo pronunciarle, quindi, anche se un’indicazione di massima consiste nel compiere una scelta coerente, evitando di oscillare tra un’opzione e l’altra nella stessa conversazione, e tenendo sempre conto dei motivi storici e linguistici per cui soggettivamente preferiamo la prima o la seconda possibilità.

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