Il caso – Andrea Robin Skinner, figlia della scrittrice Premio Nobel Alice Munro, venuta a mancare da poco all’età di 92 anni, ha raccontato che, quando aveva 9 anni (nel ’76), Gerald Fremlin, secondo marito della madre, abusò sessualmente di lei. Secondo la figlia, sua madre (che fu anche minacciata dall’uomo) scelse però di rimanere con lui anche dopo aver saputo, anni dopo, delle violenze… – I particolari
C’è una pesante (e scioccante) rivelazione che sta facendo il giro del mondo (non solo letterario). Come vedremo, si tratta di una vicenda di diversi anni fa, che nel 2005 (quando arrivò anche una condanna) non fece però discutere come invece sta avvenendo oggi.
Partiamo dall’ultima novità: sul Toronto Star Andrea Robin Skinner, figlia della scrittrice Premio Nobel Alice Munro, venuta a mancare nelle scorse settimane, all’età di 92 anni, ha raccontato che, quando aveva 9 anni (nel ’76), Gerald Fremlin, secondo marito della madre, abusò sessualmente di lei. Secondo la figlia, sua madre scelse però di rimanere con lui anche dopo aver saputo, anni dopo, delle violenze.
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Come sintetizza Il Post, nel 2005 Fremlin, un geografo, “si dichiarò colpevole di ‘indecent assault‘, una forma di aggressione sessuale dell’ordinamento canadese: ormai aveva 80 anni, e ottenne una sospensione condizionale della pena e la libertà vigilata per due anni. Munro rimase con Fremlin fino alla sua morte, nel 2013, e non ebbe più rapporti con la figlia”.
Skinner decise infatti di denunciare il patrigno nel 2005, più di vent’anni dopo il primo abuso ma, come anticipato, circa 19 anni fa quella condanna non fece troppo notizia, neppure tra lettori e lettrici di Munro.
“Quando ero sola con Fremlin faceva battute oscene, si spogliava durante i viaggi in macchina, mi raccontava delle ragazzine del quartiere che gli piacevano e descriveva i bisogni sessuali di mia madre. A quel tempo non sapevo che si trattasse di un abuso. Pensavo che mi stessi comportando nel modo migliore e che stessi evitando gli abusi, distogliendo lo sguardo e ignorandolo quando mi raccontava le sue storie”, scrive tra l’altro Andrea Robin Skinner sul Toronto Star. A lungo la figlia non parlò alla madre degli abusi, per non ferirla, fino a quando non decise di scriverle una lettera per svelare quanto subito (dopo che la madre le aveva parlato di un racconto in cui una ragazza era morta suicida dopo che il patrigno aveva abusato di lei).
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A far discutere, inevitabilmente, è la reazione di Alice Munro di fronte alla scoperta degli abusi sessuali subiti dalla figlia. A proposito della reazione della scrittrice, la figlia aggiunge che la madre “reagì esattamente come temevo, come se avesse scoperto di essere stata tradita… Sono andata a trovarla e sono rimasta sopraffatta da quanto si sentisse offesa. Credeva che mio padre ci avesse costretti a mantenere il segreto per umiliarla. Poi mi raccontò degli altri bambini con cui Fremlin era ‘amico’, sottolineando la sua sensazione di essere stata personalmente tradita. (…) Quando provai a raccontarle quanto gli abusi di suo marito mi avessero ferita, era incredula“.
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Ancora Il Post su quanto avvenne a quel punto: “Munro lasciò temporaneamente Fremlin, che le inviò una serie di lettere in cui ammetteva che gli abusi c’erano stati, ma incolpava Skinner di averli istigati, la chiamava una ‘sfasciafamiglie’ e diceva che la bambina ‘aveva rovinato il rapporto di due persone che si amavano’. Poi Munro tornò insieme a lui, dicendo di amarlo troppo e di ritenere ingiusto che le fosse chiesto di ‘negare i propri bisogni e sacrificarsi per i suoi figli per colpa delle mancanze di un uomo‘. Il resto della famiglia fece finta di niente e continuò ad avere rapporti amichevoli con Munro e Fremlin”. Così Skinner nel 2002 si allontanò dalla famiglia dopo essersi sposata e aver avuto figli, e nel 2005, come detto, denunciò l’uomo.
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Su Open ci si sofferma su un altro passaggio: “Fremlin minacciò Munro dicendole che se si fosse rivolta alla polizia, avrebbe ucciso la figlia e avrebbe scritto lettere alla sua famiglia incolpandola per gli abusi. ‘Passarono gli anni’, prosegue Skinner. ‘Mio padre continuò a pranzare con mia madre, senza mai nominarmi. Gli chiesi di quei pranzi prima che morisse e mi disse che non venivo mai citata nelle loro conversazioni. Cercai di perdonare mia madre e Fremlin e continuai a far loro visita e al resto della mia famiglia. Tornammo tutti a comportarci come se nulla fosse accaduto’, racconta. Negazione durata per decenni, finché Skinner non ha iniziato la terapia. Solo allora ha acquisito una consapevolezza diversa su quanto subito, riuscendo a identificare i rapporti come violenze sessuali“.
Ancora Andrea Robin Skinner (che oggi si occupa di sostenere i minori vittime di abusi sessuali) nel suo duro racconto: “La fama di mia madre fece sì che la segretezza si diffondesse ben oltre la mia famiglia. Varie persone influenti sono venute a conoscenza della mia storia, ma hanno continuato a sostenere e a perpetuare una narrazione che sapevano essere falsa…”.
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Fotografia header: Alice Munro foto di Marion Ettlinger (The Paris Review)