Tutti ne abbiamo uno in casa, ma qualcuno si è mai chiesto quale sia la vera storia del vocabolario? Un breve percorso attraverso tappe principali che, nei secoli, hanno portato alla creazione di uno strumento fondamentale per la conoscenza di una lingua

Da piccoli ci hanno insegnato a usarlo sfogliandone le pagine delicatamente per non sgualcirle, mentre adesso basta accedere alla versione digitale da computer o smartphone per avere nel minor tempo possibile le informazioni di cui abbiamo bisogno. Insomma, qualunque sia il supporto, il vocabolario rimane uno strumento indispensabile per la conoscenza di un idioma.

Ma sciogliamo subito un dubbio: anche se comunemente utilizzati come sinonimi, vocabolario e dizionario non sono propriamente la stessa cosa. Il primo è infatti una raccolta di vocaboli di una lingua e della loro spiegazione, mentre il secondo fornisce anche una contestualizzazione enciclopedica ai vocaboli al suo interno.

Storia del vocabolario

La storia del vocabolario ha radici molto profonde, perché antico è il linguaggio al quale fa riferimento. Anche se difficile da immaginare, bisogna pensare che fino all’XI secolo il latino era la lingua ufficiale utilizzata durante le funzioni ecclesiastiche e l’unica riportata nei documenti, ma le persone comuni adoperavano già una sua versione parlata semplificata, ovvero il volgare, che arrivò a nobilitarsi sempre di più grazie all’utilizzo che ne fecero i letterati dell’epoca.

Ecco il presupposto che spinse nel 1591 gli accademici della Crusca a indirizzarsi verso la lessicografia – attività di raccolta e classificazione dei vocaboli – per poi approdare, nel 1612, alla prima edizione del cosiddetto Vocabolario degli accademici della Crusca.

Gli accademici decisero di articolare il Vocabolario basandosi sul dialetto fiorentino utilizzato nel Trecento, ovvero quello che abbiamo ritrovato tra i banchi di scuola studiando la Divina Commedia di Dante Alighieri, o il Rerum vulgarium fragmenta, meglio conosciuto come il Canzoniere di Francesco Petrarca. Ma nel Seicento la lingua stava ancora cambiando e così anche la società, che dimostrava di voler dare maggior spazio a una lingua meno nobile e più diffusa, a discapito del latino.

Tanti studiosi criticarono gli accademici della Crusca proprio per aver scelto di trattare nel Vocabolario la lingua del Trecento, ancora molto rigida e polverosa, e non quella del Cinquecento, ormai di uso comune. È così che la questione della lingua caratterizzò tutto il Settecento, per poi esplodere nel secolo successivo.

Nel 1861, infatti, con l’Unità d’Italia si affiancavano a livello geopolitico una serie di piccoli regni fino a quel momento abituati a guardare ai vicini come rivali, più che come fratelli. Inoltre, le differenze tra i cittadini venivano ulteriormente amplificate dalla mancanza di un’unica lingua che potesse riunire il territorio italiano da nord a sud.

È proprio in quegli anni che Alessandro Manzoni si dedicò alla selezione accurata delle parole da utilizzare nei Promessi Sposi. Affinché il suo romanzo riuscisse a essere letto da un pubblico più ampio di persone, doveva, a suo dire, essere scritto nella lingua che fosse il più vicino possibile a quella parlata. “Risciacquare i panni in Arno” è, infatti, un’espressione manzoniana che deriva proprio dalla riflessione sulla lingua attorno al 1868.

Fu così che l’Ottocento finì per diventare il secolo dei dizionari. Tra i tanti pubblicati da quel momento in avanti, ricordiamo, dal nome dei suoi autori, il Tommaseo-Bellini (TB), 1865-1879, considerato la miglior realizzazione lessicografica dell’Ottocento per la vastissima serie di opere di letteratura, scienza e tecnica riportate al suo interno.

E ancora, il Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI), iniziato nel 1961 e concluso nel 2002 con l’apparizione del ventunesimo volume, è uno dei più importanti vocabolari storici italiani.

Vocabolari e dizionari moderni

Oggi la Zanichelli, casa editrice specializzata in libri di testo scolastici, offre un catalogo molto ricco di dizionari di ogni genere, come per esempio Lo Zingarelli (vocabolario della lingua italiana), Il Ragazzini (dizionario inglese-italiano, italiano-inglese) o il Dizionario etimologico della lingua italiana (DELI).

Anche Vallardi Editore offre un’ampia scelta di dizionari bilingui, che spaziano dal dialetto veneto, all’hindu, allo svedese, al bengali, al genovese e tanti altri ancora per soddisfare gli interessi di tutti.

Ma esistono in commercio anche una serie di esemplari più o meno bizzarri, come il Dizionario bilingue italiano-cavallo, cavallo-italiano, ovviamente disponibile anche nelle versioni italiano-cane e italiano-gatto, i dizionari con i vocaboli ordinati dalla Z alla A e molti altri.
Insomma, a ognuno il suo.

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