Gatto Morto è milanese, ha due anni e vive con un Umano Vivo: la (geniale) pagina Facebook a lui dedicata è seguita da oltre 25mila fan. Praticamente ogni giorno compare una nuova immagine: dopo più di tre giorni di silenzio, in molti vanno in crisi di astinenza… E ora arriva in libreria il volume omonimo ispirato a questo “personaggio” irresistibile, nato da un’idea di Stefano D’Andrea – Su ilLibraio.it il suo racconto

«Quando il tizio che pulisce la mia lettiera mi ha chiesto se poteva guardarmi mentre riposavo, e magari farmi anche delle foto, ho subito chiamato l’Enpa e la Cia, perché ho sentito dire che nel mondo ci sono tante persone strane, per esempio quelli che, quando si vogliono divertire, si vestono di nero tutto aderente e si mettono una pallina rossa in bocca. E c’era anche la storia delle origini vicentine del tipo. Insomma avevo addosso una certa tensione. Poi, però, mi sono reso conto che si trattava solo uno dei tanti malati di “gattini”, che è un virus che si sta diffondendo rapidamente, e allora mi sono tranquillizzato e l’ho lasciato fare. Quindi ha cominciato a farmi delle domande su come mi sentivo mentre stavo lì così, sdraiato a forma di tappetino, come se mi avessero sparato. Io gli ho risposto, perché sono ingenuo. Ora vedo che sta lucrando sul mio cadavere, anche se sono vivo. Non ho dato mandato ai miei legali di procedere solo perché mi sta dando tantissimi sfilaccetti al salmone e io non resisto agli sfilaccetti al salmone, e poi ha anche minacciato di togliermi l’erba gatta. Lui ha un pusher che gli dà quella buona e siccome io al telefono non sono bravo non c’è verso, dipendo da lui. Voleva le foto nude e crude ma io ho detto di no, ho detto che mi sarei prestato solo come modello per un disegnatore, quindi eccomi qui ad affermare che questo libro racconta le mie meravigliose avventure, le avventure di Gatto Morto.»

Gatto Morto è milanese, ha due anni e vive con un Umano Vivo: il Tizio-che-pulisce-la-lettiera che ha insegnato all’università, ha organizzato mostre, ha scritto programmi radiofonici e libri.

La pagina Facebook di Gatto Morto è attiva da dicembre 2014 ed è seguita da oltre 25mila fan. Praticamente ogni giorno compare una nuova immagine di Gatto Morto: dopo più di tre giorni di silenzio, il pubblico va in crisi di astinenza… E ora per Corbaccio arriva in libreria il volume omonimo ispirato a questo “personaggio” irresistibile, nato da un’idea di Stefano D’Andrea, e illustrato da Elena Leoni.


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Su ilLibraio.it il racconto di Stefano D’Andrea.

Un giorno mi sono allontanato dal tavolo dove stavo scrivendo e coccolando il mio gatto, perché una cosa non esclude mai l’altra, e nel girarmi l’ho visto in una posizione innaturale, irrigidita e con lo sguardo fisso su di me che me ne andavo. Un decesso improvviso e lascivo. Nella mia mente è apparsa subito l’immagine di un soldato a Sarajevo (o a Stalingrado), colpito da un cecchino mentre a sua volta esplorava le strade in cerca di nemici. Un soldato peloso e dai lunghi artigli sempre ritratti. Ho fotografato il cadavere e ho scritto su Facebook, che è il Nuovo Mondo, un post che raccontava una piccola storia surreale ma non troppo, senza spiegazioni, perché se metti tante cose vere insieme e ci aggiungi un ingrediente segreto e sei fortunato, crei un universo. E così facendo, senza volerlo, quel giorno ho creato il Gatto Morto, un felino normale che vive storie eccezionali in un appartamento senza apparenti pericoli, che combatte quotidianamente la sua nemesi e cioè il leggendario Topone dell’Ikea che ha colonizzato tutte le case del mondo e perde quasi sempre contro tutto e tutti, contro l’aspirapolvere e anche i cuscini che lo attraggono con il potere magnetico del pisolino. Dalla mia mente, e grazie a questi 5 kg di carne felina, sono uscite, rielaborate dalla mia fantasia malata di gattini, le mille storie di Calvin e Hobbes, Tom e Jerry, Willie E, Coyote, Simon’s Cat, Stewie Griffin e Kenny di South Park, che negli anni mi hanno dimostrato che solo chi muore può risorgere, basta che non si prenda troppo sul serio.

gattomorto

Essendo poi il mondo colmo di persone con gravi disturbi nervosi ho trovato un pubblico vasto e pieno di passione e desiderio, bisognoso di consigli del GM e mai disposto a salvarlo, perché la sua morte quotidiana è la loro unica sicurezza e il loro momento di serenità. Oggi io ormai sono diventato l’esecutore di un piano che mi trascende e i cui contorni e fini mi sono oscuri. Alcuni vogliono Gatto Morto come Sindaco di Milano ma io non credo che possa accettare giacché ciò significherebbe impegno e lavoro, termini con non entrano nel suo ristretto vocabolario, che peraltro alla lettera A inizia con Sfilaccetti di salmone (non so se è chiaro). Lui è già Imperatore di tutti gli Universi, e gli basta così. Lui non ha bisogno che nessuno lo festeggi, anzi ha un po’ pietà di voi, anzi anche la pietà non rientra nel suo vocabolario. Il suo motto è #chemmefrega.

Ora devo andare, sento il richiamo della sua Forza senza Padri.

Devo tornare a cantare le sue infinite morti.

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