Dopo la bufera e gli arresti di ieri, incontro a Torino tra il presidente dell’Aie Motta, il sindaco Appendino e il presidente della Regione Piemonte Chiamparino. Le istituzioni torinesi aprono alle richieste degli editori, che si dicono pronti a “valutare e approfondire”. Domani l’incontro con Franceschini e, sempre domani, l’assemblea dei soci della Fondazione per il Libro. Nel frattempo, interviene Stefano Mauri: “Non è affatto vero quanto affermato da alcuni giornali, e cioè che Gems è promotore di una fiera a Milano…” – Il punto della situazione

Futuro del Salone del libro di Torino, nuova puntata. Dopo la lunga e difficile giornata di ieri, che abbiamo riassunto qui, come previsto stamattina è andato in scena l’incontro tra il presidente dell’Associazione Italiana Editori Federico Motta, Chiara Appendino, sindaco del capoluogo piemontese, e Sergio Chiamparino,  presidente della Regione Piemonte.

L’APERTURA DI COMUNE E REGIONE – “Nei prossimi giorni il Comune di Torino e la Regione Piemonte presenteranno una proposta congiunta per affidare all’Associazione Italiana Editori la gestione delle prossime edizioni del Salone del Libro, non escludendo che si possano individuare anche ulteriori nuovi spazi espositivi (si parla di Torino Esposizioni dove, tra l’altro, il Salone è nato, ndr). Abbiamo inoltre dato agli uffici legali del Comune e della Regione il mandato di verificare, anche a fronte dei recenti eventi e della vendita del padiglione 5 del Lingotto, la possibilità di disdire il contratto pluriennale di locazione. Domani, durante l’assemblea dei soci della Fondazione, le istituzioni proporranno il nome di un presidente che possa avviare questa nuova fase ipotizzata con l’Aie, finalizzata a conservare e rafforzare il Salone del Libro quale patrimonio della Città di Torino e della Regione”.

IL COMMENTO DI MOTTA – Un’apertura, dunque, che Motta commenta così (sempre attraverso l’Ansa): “Non siamo venuti qui con alcuna pregiudiziale sul dove e non andiamo via con una decisione. Il problema non è dove si fa, ma che tipo di Salone si fa, noi abbiamo un progetto e vogliamo capire dove ci sono le condizioni e le risposte migliori per realizzarlo”. E ancora: “Non siamo abituati a porre condizioni o diktat, siamo disponibili a valutare e approfondire quanto ci viene proposto in un contesto in cui abbiamo in mente un progetto preciso che abbia al centro la promozione della lettura, ma soprattutto del libro”. Prosegue Motta, sempre in riferimento al futuro del Salone del libro: “Il dove è un problema puramente di condizioni”. Quanto alle risorse, Motta osserva che “manifestazioni di questo tipo sono sempre sostenute da finanziamenti pubblici, dipende da quante risorse il territorio vuole investire in una manifestazione che abbia ricadute sul territorio perché le risorse pubbliche dovrebbero servire a questo e non a foraggiare chi organizza”.

LE PROSSIME TAPPE – In attesa di una nuova riunione del Consiglio Generale dell’Aie per esaminare le proposte che arriveranno da Torino e le alternative (su tutte Fiera Milano), sono confermati gli incontri di domani tra Motta e il ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini e, dopodomani, tra il presidente degli editori e l’assessore alla Cultura di Milano Filippo Del Corno. Ma domani è soprattutto in programma l’attesa assemblea dei soci della Fondazione per il Libro che, a questo punto, potrebbe essere decisiva. Gli editori, come vedremo tra un attimo, fanno richieste precise.

LA PRECISAZIONE DI MAURI (GEMS) – Nel dibattito interviene infatti anche Stefano Mauri, presidente e Ad del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (editore de ilLibraio.it), che ci tiene a precisare: “Non è affatto vero quanto affermato da alcuni giornali, e cioè che Gems è promotore di una fiera a Milano. Purtroppo gli editori consapevoli del delicato processo in corso mantengono il riserbo e i giornali si affidano a editori disinformati. Spero che l’Aie e Torino si mettano d’accordo, perché amo il capoluogo piemontese e amo andarci per il Salone, oltre che per Bollati Boringhieri, dove mi trovo adesso. Allo stesso tempo, credo ci siano problemi strutturali da rimuovere: le perdite pregresse, il costo della Fondazione, l’affitto del Lingotto. Non sono problemi dell’Associazione Italiana Editori. Vedremo…”.

Salone del libro

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