A poche ore dall’atteso incontro romano per provare a trovare una mediazione tra le due manifestazioni librarie di Torino e Milano, ecco la proposta del ministro Franceschini…

A poche ore dall’atteso incontro romano per provare a trovare una mediazione tra le due manifestazioni librarie di Torino e Milano che si terranno nella primavera 2017, a distanza di poco meno di un mese  l’una dall’altra, e dopo settimane di polemiche e botta e risposta a distanza, il ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui non ha nascosto l’irritazione nei confronti dell’Associazione Italiana Editori (“Diciamo che l’Aie non ha dato prova del massimo garbo nei confronti delle istituzioni”). L’associazione guidata da Federico Motta la scorsa settimana ha presentato la nuova società (“La fabbrica del libro”), che organizzerà a Rho-Pero la prima edizione della fiera milanese, che non ha ancora un nome e che sarà presentata ufficialmente il 5 ottobre. Dal canto loro, gli editori “pro-Torino” lo scorso venerdì al Circolo dei lettori del capoluogo piemontese hanno dato vita a una nuova associazione (ma non tutti hanno aderito, vedi il caso di Laterza e Feltrinelli; ndr).

Franceschini nell’intervista ha proposto la creazione di “un unico salone internazionale del libro del sistema paese. Una grande fiera che unisca contemporaneamente Milano e Torino, con una stessa governance e dunque una stessa società: poi le formule giuridiche si trovano. Se si optasse per questa soluzione, i due ministeri potrebbero parteciparvi anche con un impegno finanziario più forte”. E ha argomentato: “La governance sarebbe affidata agli editori, i ministeri avrebbero il ruolo di azionisti. Quindi penso a una fiera che non sia soltanto degli editori, perché questo è il limite che io fatico a capire in questi giorni: gli editori sono il cuore del mercato dei libri, ma un salone deve coinvolgere anche librerie, biblioteche, scuole. In altre parole, dovrebbe includere tutto il mondo del libro che in una mescolanza di pubblico e privato può dare vita a una fiera competitiva in Europa”. Il ministro è rifatto dunque al modello del festival musicale Mi-To. E ha aggiunto di aver già parlato con l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Renato Mazzoncini: “Ci sono già diciassette treni Frecciarossa tra la fiera di Rho e la stazione di Porta Susa che potrebbero allungare di pochi minuti la corsa fino alla fermata del Lingotto. In tutto trentasette minuti, ossia il tempo che si impiega per andare da una parte all’altra di una fiera. Il collegamento tra Milano e Torino potrebbe diventare una parte dello stesso evento. E si studia la soluzione di un biglietto integrato che valga per il treno e l’ingresso al Salone”.

Ma come viene vista la proposta di Franceschini dall’Aie e dalla Fondazione per il Libro? L’impressione è che sia ormai troppo tardi per trovare un’intesa di questo tipo…

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