“Social Media Journalism” di Barbara Sgarzi è un manuale che vuole essere una guida per giornalisti e professionisti della comunicazione

Quando i media cambiano, anche i contenuti si adeguano. Specialmente il giornalismo, che per sua natura è tra i maggiori veicoli di innovazione: nel giro di una manciata di anni il web prima e i social media poi lo hanno talmente trasformato da renderlo quasi irriconoscibile rispetto all’informazione di qualche decennio fa. Da una struttura verticale che dall’alto controllava e distribuiva contenuti, si è passati a una realtà orizzontale dove per essere editore basta aprire un account, le voci delle grandi emittenti nuotano in un mare di conversazioni e il dialogo è merce di scambio per ottenere attenzione.

Social Media Journalism

Barbara Sgarzi – giornalista professionista con oltre vent’anni di esperienza in Rete, che oggi scrive su Donna Moderna di online recruiting e web reputation e tiene corsi sui social media all’Università SISSA di Trieste, alla Statale di Milano e al Master AIE-Mondadori – parte da questa consapevolezza per delineare Social Media Journalism: strategie e strumenti per creatori di contenuti e news (Apogeo), un manuale che vuole essere una guida per giornalisti e professionisti della comunicazione alla scoperta delle nuove regole del gioco, mostrando come lavorare in un contesto dove l’informazione è multiforme e scorre veloce.

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Sgarzi analizza le caratteristiche e l’uso dei principali social media (da Twitter e Facebook, da Instagram a Pinterest e YouTube, fino a Snapchat) e delle nuove App di messaggistica, per poi affrontare i tre temi chiave per il giornalismo moderno: il fact checking (come controllare fonti e notizie), la web reputation (ossia come essere autorevoli e riconoscibili in Rete) e la content curation (cioè come seguire la vita dei contenuti dopo la pubblicazione).

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