“Vagabondari su internet e tv dal far del giorno a notte fonda, in treno, sul bus, a piedi, in macchina. E farfugliamenti immortalati su WhatsApp…”. Secondo la scrittrice Mariapia Veladiano, che commenta i dati sui consumi culturali degli italiani, “leggere non è questione di tempo…”

“Non leggo perché ho poco tempo”. Quante volte lo si sente dire? E non è finita. Come abbiamo raccontato, gli ultimi dati Istat parlano fin troppo chiaro, purtroppo: nell’ultimo anno, il 18,5% della popolazione italiana non ha svolto alcuna attività culturale (qui tutti i dettagli). Su Repubblica, a commentare la notizia, che non fa certo ben sperare, recentemente è stata la scrittrice Mariapia Veladiano (che torna in libreria per Guanda con il romanzo Una storia quasi perfetta): “Leggere non è questione di tempo. Un moderno romanzo sul tempo perduto (o solo perso?) occuperebbe più dei sette volumi della Recherche. Vagabondari su internet e tv dal far del giorno a notte fonda, in treno, sul bus, a piedi, in macchina. E farfugliamenti immortalati su WhatsApp: Dove sei? alla fermata, sei in ritardo, la vedo arrivare, cosa? la metro, ah, sì, bene, non c’è più campo, uffa, ecco adesso è tornato, cosa? Il campo”, sottolinea Veladiano, che più avanti aggiunge: “(…) Se non è questione di tempo, è questione di scelta non leggere, non andare a teatro, al cinema, al museo? Si fa altro semplicemente perché altro ci rende più felici? Fosse vero. Quanta parte della nostra vita è uno scivolare inconsapevole portati dall’aria che tira e da infiniti concorsi di colpa…”. La speranza, secondo Mariapia Veladiano, può però arrivare dalla scuola.

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