L’operazione editoriale più dibattuta degli ultimi anni, “Mondazzoli”, è in pieno corso, e molto deve ancora accadere. Le prossime tappe e i retroscena sul futuro de ilLibraio.it

L’operazione editoriale più dibattuta degli ultimi anni, “Mondazzoli”, è in pieno corso, e molto deve ancora accadere. Andiamo quindi con ordine e partiamo dai prossimi passi: dopo le anticipazioni legate al testo finale dell’Antitrust (non basterà la vendita, entro un periodo ben definito, di Bompiani, Marsilio e Sonzogno; il Garante ha detto la sua, tra l’altro, anche su librerie, ebook, Gdo e contratti degli autori), ora l’Agcom ha 30 giorni per esprimere il suo parere, obbligatorio ma non vincolante. Probabile che arrivi già entro un paio di settimane. A quel punto sarà la volta del giudizio finale dell’Antitrust, che deve chiudere l’istruttoria. Non sarà ancora finita: toccherà al closing della trattativa tra Mondadori e Rcs. Si definirà a quel punto il valore di Bompiani e Marsilio, tenendo conto che non conviene a nessuno attendere troppo e affidare la trattativa per la vendita a un “fiduciario”, che da subito agirebbe “come pilotato dal Garante”. 

E se per la società Marsilio (come pure per Sonzogno) non ci dovrebbero essere intoppi, con Cesare De Michelis che nell’arco di un breve periodo dovrebbe riacquisire il controllo totale delle case editrici, la situazione più complessa resta quella del marchio Bompiani: quale è il suo effettivo valore di mercato? Una volta definito, e una volta costituito il ramo d’azienda, partirà la trattativa per la cessione.

“Tutti mi hanno telefonato perché lo vogliono…”, ci ha tenuto a confidare l’Ad Mondadori Ernesto Mauri. Ed effettivamente il marchio Bompiani è piuttosto ambito. Non hanno nascosto l’interesse Elisabetta Sgarbi, che anche il giorno del funerale di Umberto Eco ha ripetuto l’intento suo e dei soci della Nave di Teseo (“Dopo un lungo, faticoso giro, la speranza è ricongiungersi alla Bompiani”). Lo stesso Stefano Mauri, presidente e Ad del gruppo GeMS (editore de ilLibraio.it), di recente ha ribadito a Repubblica: “Essendo stata la Bompiani fondata dalla nostra famiglia, non nascondo che siamo interessati” (qui, non a caso, l’intervista ad Achille Mauri, che ricorda Eco, ndr).

Ma, com’è noto, il catalogo Bompiani fa gola anche a Giunti e Feltrinelli (che per ora non commentano le voci). Staremo a vedere. Se è probabile che Marsilio e Sonzogno saranno già vendute entro l’estate, è altrettanto prevedibile che per conoscere il nuovo proprietario della Bompiani bisognerà aspettare l’autunno. Sempre che tutto non proceda più speditamente anche in questo caso.


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Oltre che sul destino di Bompiani, da mesi gli addetti ai lavori si interrogano sulla guida futura del colosso editoriale che si verrà a creare nonostante le limitazioni. Del resto, è da quando, ormai più di un anno fa, la trattativa è diventata di dominio pubblico, che circolano i nomi più svariati, e salgono o scendono le quotazioni dei singoli manager… Parliamo della poltrona più ambita del mondo librario italiano, dopotutto.

Chi sarà al vertice di marchi come Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Fabbri, Sperling & Kupfer, Piemme… insomma, di “Mondazzoli”? A chi si affideranno Marina Berlusconi ed Ernesto Mauri? A quanto ci risulta, nonostante anche le sue quotazioni in questi mesi non siano rimaste, diciamo così, “stabili”, il favorito per la super-poltrona resta il 54enne Enrico Selva Coddè, attuale Ad dell’area Libri di Mondadori (carica che ricopre da fine gennaio 2015, ndr), che vedrebbe dunque ampliati i propri “poteri”. Difficile, infatti, che per un incarico di questo tipo venga preferito a Selva (o a chi per lui) una figura più editoriale (e qui di nomi se ne potrebbero fare diversi…).

In questo primo anno di incarico, Selva Coddè (che in passato è stato Ad di Einaudi e che nel corso del 2015 ha via via allargato il suo ruolo) in pochissime occasioni si è espresso pubblicamente. Significativo, al fine delle ipotesi sulla guida futura del gruppo Mondadori, il fatto che il 18 marzo prossimo sarà a Roma, in occasione di Libri Come, a dialogare con Antonio Manzini, autore (Sellerio) che di recente ha pubblicato un breve romanzo, Sull’orlo del precipizio, che sembra proprio ispirato all’operazione Mondazzoli, e Marino Sinibaldi. Un indizio, la sua presenza al festival? Tutto potrebbe accadere, ma al momento questa pare essere la strada.

Quel che è certo (a chiarirlo è stato lo stesso Ernesto Mauri) è che la sede del colosso “resterà Segrate” e, soprattutto, che al comando dei tanti marchi trade del gruppo ci sarà un’unica figura: “Il modello sono le case editrici internazionali”. La verità, però, è che le case editrici del gruppo non vedono l’ora che il quadro si chiarisca in fretta.

Al di là del nome del top manager prescelto, per le case editrici non sarà facile gestire una delle richieste dell’Antitrust: per i prossimi 3 anni la “Mondadori rinuncerà a pretendere dagli scrittori sotto contratto una opzione, una prelazione sui loro libri e contratti futuri”. Le case editrici del gigante editoriale italiano dovranno dunque rinunciare “al diritto di opzione sulle opere future e al diritto di prelazione per le opere in raccolta”. Tale rinuncia, che sarebbe stata proposta da Segrate, scatterà sei mesi dopo il definitivo varo del provvedimento del Garante. Sin dai tempi di Arnoldo, la Mondadori ha acquisito autori, non singoli libri. E l’approccio (seguito anche da altre realtà editoriali, sia chiaro) è rimasto lo stesso fino a oggi: come gestiranno questo vincolo gli editor? E come reagiranno gli autori, e in particolare i “big”?

Questo per quel che riguarda il trade. Quanto all’area Education, Antonio Porro (Ad dell’Area Educational di Mondadori Libri S.p.A.), anche in virtù dei risultati ottenuti negli anni dovrebbe estendere le sue competenze nello stesso ambito. Almeno questa è quasi una certezza.

 

 

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