Jean Didion in “Miami” racconta la città degli esuli cubani, carica di violenza, piena di armi e di cocaina, luogo di cospirazioni di ogni sorta…

Miami (il Saggiatore) di Joan Didion è un reportage sull’America degli anni della Guerra Fredda, compiuto attraverso l’esplorazione di Miami, la città degli esuli cubani, dove tutte le contraddizioni e le tensioni della Guerra Fredda trovano posto.
 miami reprtage joan didion
Ancora una volta, Joan Didion, racconta l’America. Il suo sguardo si concentra su Miami: la città in cui Castro ha trovato i soldi per sconfiggere Batista e dove due generazioni dei suoi nemici hanno recuperato le armi per combatterlo, ma anche il luogo in cui gli esuli cubani incrociano il cinismo della politica estera statunitense, una metropoli tropicale sconquassata da una guerra mai dichiarata con Cuba, dove il tasso di omicidi e i disordini razziali vanno di pari passo con il contrabbando di cocaina.
Miami è una città dove la violenza può esplodere ovunque, è una città piena di rabbia e di contrasti e rivalità, tanto fra bianchi, neri e latini, che fra diversi gruppi di esuli cubani, comunisti e socialisti e anarchici. Miami è un caos, è un città paranoica che riflette un’America paranoica e tutte le sue contraddizioni, tra colpi di stato, cospirazioni, spionaggio e manovre politiche. Joan Didion ricostruisce in queste pagine il ruolo di Miami nella Guerra fredda, esplorandone tutti i retroscena: dall’invasione della baia dei Porci alla politica di Reagan, dallo scandalo Watergate all’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.
Richard Eder (Pulitzer per il giornalismo di critica) sul Los Angeles Times descrive lo stile di Didion come ricercato, ricco di “frasi che si ripetono come formule incantatorie, inversioni bizzarre per aggiungere ritmo o dare enfasi. Di citazioni selezionate non necessariamente per affermare qualcosa, ma per abbellire, con un effetto che è tipico di Didion.”

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