In tutto il mondo, nell’era dei social network e della società iper-connessa, si sta affermando un tranquillo movimento di promozione della lentezza: lo slow cooking, lo slow thinking, e perché no, lo slow reading… In libreria arriva l’omonimo saggio di David Mikics, e ilLibraio.it ne propone un estratto

Non si è mai letto tanto come in questi anni di rivoluzioni tecnologiche: email, siti web, sms, tweet. Siamo costantemente circondati da testi scritti, eppure mai prima d’ora la lettura è stata così rapida, superficiale, affrettata. Scorriamo sempre più velocemente le parole sui nostri schermi, saltando da una pagina all’altra al ritmo incessante della modernità, continuamente distratti da nuovi stimoli digitali. Slow Reading (Garzanti), il saggio di David Mikics, ci riporta invece a un modo diverso di leggere, capace di far comprendere la profondità della parola scritta e di apprezzarne la sua bellezza. Attraverso i quattordici semplici consigli dell’autore, la lettura paziente e appassionata di un libro può così diventare l’opportunità per reimpossessarsi del proprio tempo, per conoscersi e migliorarsi

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Su ilLibraio.it un estratto dall’introduzione
(per gentile concessione di Garzanti)

Perché leggere un libro? Nel mondo ci sono molti milioni di persone che non sanno leggere, e anche tra quelle che lo sanno fare, ben poche sono quelle che leggono libri regolarmente. È facile riempirsi la giornata (quando non stiamo lavorando o sbrigando incombenze o parlando con amici, familiari, colleghi) navigando su Internet, scorrendo i titoli delle notizie e controllando la posta elettronica, per non parlare della televisione e dei videogame. Nessuna di queste attività è lettura nel senso che intendo io. Leggere è un’arte, una pratica. Il mio fine è quello di fornirvi gli strumentiche vi servono per diventare lettori migliori.

Leggere meglio significa leggere lentamente. Si sta affermando un tranquillo movimento di promozione della lentezza: lo slow cooking, lo slow thinking, e perché no, lo slow reading. Per reazione contro il nostro mondo guidato dai computer, gli autori che studiano le tendenze sociali hanno iniziato a magnificare le virtù di un approccio più meditativo e partecipe a molte attività delle nostre vite, e la lettura non fa eccezione.

Più in fretta non significa necessariamente meglio. Leggere per acquisire informazioni non è la stessa cosa che farlo con lentezza, in profondità, leggere per provare piacere e per capire. La lettura lenta è tanto rigorosa quanto piena di un piacere insospettato. Troppo spesso, in particolare alla fine di una giornata piena, leggere significa sfogliare le pagine di un quotidiano senza finire nessuno degli articoli, oppure buttare un’occhiata alle notizie sul Web, o controllare i siti di alcuni

social network. La lettura lenta è l’antidoto a queste distrazioni, che sempre più ci appestano nell’era digitale.

Il mio intento non è di indurvi a leggere più libri attraverso la provocazione, la lusinga o la minaccia. Voglio invece che otteniate di più da ciò che leggete.

Il modo in cui leggete conta molto di più di quanto leggete. E un buon libro è l’unica cosa che vi insegnerà come leggere usando appieno la vostra mente, concentrandovi sul piacere e sull’utilità mentale. Né gli articoli dei giornali, né i tweet, né i blog vi potranno indicare che cosa significhi leggere. Solo un libro può farlo. Perdersi in un libro – immergersi in esso, lasciarsene assorbire, abbandonarsi felicemente alla lettura – richiede una certa preparazione. Per poter provare soddisfazione, dovete sapere ciò di cui siete in cerca. Il fine dello slow reading è permettervi di ricavare un maggior piacere dalla lettura, mediante alcune semplici regole e alcune succose discussioni sui libri prediletti.

Una volta appresa la tecnica della lettura lenta, vi sarete impadroniti di una abilità che non cesserà mai di stimolarvi. Il vostro atteggiamento e le vostre risposte nei confronti del mondo cambieranno in modi che non avreste mai potuto prevedere. Non posso promettervi che la lettura lenta contribuirà a fare di voi delle persone migliori, a farvi guadagnare più soldi o a trovare il vero amore. Però ne sarete sottilmente trasformati, e la vostra vita diventerà più interessante. Immaginate di non esservi mai allenati in vita vostra e poi di diventare atleti di successo, capaci di correre parecchi chilometri al giorno. La lettura lenta cambia la vostra mente nello stesso modo in cui l’allenamento modifica il vostro corpo: vi si schiuderà un intero mondo nuovo;  vi sentirete diversi e agirete in modo differente, perché i libri saranno per voi più vivi e più aperti.

La lettura lenta è una disciplina attiva. Più impegno ci metterete, più la troverete meritevole e coinvolgente. Più seriamente e attivamente leggerete, più sarete inclini a ritornare agli stessi libri, a riconsiderarli e a rivalutarli, e a rivalutare anche voi stessi. Walt Whitman scrisse che «leggere non è un mezzo sonno, anzi, è, nel senso più alto, la lotta di un atleta […]. Non è tanto necessario che il libro sia compiuto: è necessario che lo finisca il suo lettore». Leggere con l’alta, coscienziosa energia che raccomanda Whitman vi renderà completi, integri e forti al massimo grado.

(continua in libreria…)

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