La “geografia” dei lettori/ Il primato negativo va a Campania, Puglia e Calabria, le regioni dove si legge di più sono invece Trentino e Val d’Aosta. E si delinea il profilo del non lettore, indissolubilmente legato al contesto territoriale di appartenenza – I dati e le tabelle

È disponibile sul sito ufficiale (dove è possibile scaricare il pdf integrale e la nota metodologica) il nuovo Rapporto Istat sulla produzione e la lettura di libri in Italia. Qui abbiamo sintetizzato i dati principali.

Vogliamo però soffermarci su un aspetto in particolare, la “geografia” dei lettori italiani.

ISTAT

Come si legge nel rapporto,”il contesto territoriale di appartenenza è una variabile discriminante rispetto ai fenomeni legati alla lettura“. Si legge in modo più sistematico al Nord, dove il 48% dei residenti ha letto almeno un libro, contro il 28,8% del Sud e il 33,1% delle Isole. I dati confermano dunque un ritardo storico del Mezzogiorno rispetto al resto del paese, che stenta a essere colmato. In particolare, il record di lettori appartiene al Nord-ovest (49,6% dei residenti).

Ecco la classifica delle regioni in base alla percentuale dei non lettori in Italia (il riferimento è a persone di 6 anni e più che non hanno letto nemmeno un libro nel tempo libero nei 12 mesi precedenti l’intervista per regione, ripartizione geografica e tipo di comune – Anno 2015):

Campania 71,0%
Puglia 70,2 %
Calabria 69,3 %
Basilicata 68,7%
Sicilia 68,3%
Molise 63,5%
Abruzzo 61,3%
Marche 56,7%
Sardegna 56,6%
Umbria 54,5%
Lazio 53,1%
Emilia-Romagna 52,8%
Toscana 50,5%
Piemonte 50,4%
Veneto 49,7%
Liguria 49,3%
Lombardia 48,3%
Friuli-Venezia Giulia 47,9%
Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste 47,0%
Trentino-Alto Adige 41,9%

I non lettori rappresentano oltre la metà della popolazione in ben 14 regioni su 20: il primato negativo nella graduatoria regionale spetta a Campania (71%) e Puglia (70,2%), dove i non lettori sono superiori ai due terzi dei residenti. Si legge di più al Nord, dove il podio appartiene a Trentino Alto-Adige (41,9%), Valle d’Aosta (47%) e Friuli-Venezia Giulia (47,9%).

La scarsa confidenza con i libri è inoltre associata anche al contesto urbano di appartenenza: l’incidenza di persone che non hanno mai letto negli ultimi 12 mesi raggiunge il 63,2% nei comuni fino a 2.000 abitanti.

ISTAT2

La quota dei non lettori cresce progressivamente con l’aumentare dell’età; tuttavia è da notare che il 52,3% dei bambini di 6-10 anni e il 47% di quelli tra 11 e 14 anni non hanno letto altri libri al di fuori dei testi scolastici e non hanno praticato alcuna lettura se non per motivi di studio. Considerando anche il genere, la distanza maggiore tra i due sessi (ben 24,4 punti percentuali) si registra tra i 20-24enni, dove le “non lettrici” sono più di una su tre (il 37,2%) mentre i “non lettori” sono il 61,5%.

Un’altra variabile che incide in misura determinante sui comportamenti dei lettori è la dimensione urbana dei luoghi: la lettura risulta molto più diffusa nei comuni centro di area metropolitana, dove la percentuale dei lettori sale al 51%. Nei comuni con meno di 2.000 abitanti, invece, la quota scende al 35,5%, in ulteriore flessione rispetto all’anno precedente (37,2% nel 2014).

Da oltre quindici anni, al di là delle oscillazioni di breve termine, la popolazione dei non lettori è ancorata a una quota pari a circa il 60% delle persone di 6 anni e più, e non si vedono segnali di ripresa. Rimangono fisse anche le caratteristiche costitutive dei non lettori, che confermano fattori di disuguaglianza e di svantaggio di natura quasi strutturale: l’insieme dei non lettori è composto in misura prevalente da persone con un basso livello di istruzione e  l’incidenza è maggiore nelle regioni del Mezzogiorno, nei piccoli comuni, tra gli uomini e tra coloro che hanno ridotte disponibilità di reddito.

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