Dal 27 al 30 gennaio torna Venezia il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri. Nel l’attesa, IlLibraio.it ha chiesto ad alcuni dei librai partecipanti di raccontare la propria idea di libreria del futuro

Dal 27 al 30 gennaio 2015 si terrà a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini nell’Isola di San Giorgio Maggiore, il Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, organizzato dalla Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri in collaborazione con Messaggerie Libri e Messaggerie Italiane, l’Associazione Librai Italiani, l’Associazione Italiana Editori e il Centro per il Libro e la lettura (qui tutti i dettagli sui temi e gli ospiti).

In vista dell’appuntamento, IlLibraio.it (che sarà presente, ndr) ha chiesto ad alcuni dei librai che prenderanno parte al Seminario di spiegare come immaginano, e cosa sperano, per il futuro delle librerie (settore che, come si sa, non vive certo un momento facile). Una domanda impegnativa, che meriterebbe un libro intero. Per questo, le brevi risposte che abbiamo “preteso” da loro rappresentano solo uno spunto per aprire una riflessione.

-Partiamo da Battistina Dellepiane, che tra qualche anno andrà in pensione e che vorrebbe lasciare la sua “Più, Genova”, piccola libreria (di soli 25mq) in un quartiere periferico della città, “in mano a un giovane libraio che abbia voglia di portarla nel futuro”. Nel frattempo, si dice convinta che “le librerie dovranno essere sempre più a misura d’uomo, senza per questo rifiutare il progresso tecnologico“. Per Battistina Dellepiane “alla base di tutto deve esserci il contatto umano, tra un libraio appassionato e competente, che sappia trasmettere la passione per la lettura, e dei clienti, magari lettori ‘forti’, che a loro volta potranno consigliare al libraio di turno delle letture interessanti”.

-“Non vorrei essere scambiato per un passatista”, premette Matteo Mancini della libreria Vita e Pensiero di Milano, “ma credo che, paradossalmente, in futuro si debba un po’ tornare all’idea di libreria del passato”. Allo stesso tempo, “sempre di più si dovrà puntare sulla preparazione dei librai, la cui competenza è fondamentale“. Inoltre, “vorrei che nelle librerie si respirasse un’atmosfera più quieta, e che i clienti non si sentissero frastornati dalla troppa offerta“. Per Mancini, in ogni caso, ci dovrebbero essere “meno intrattenimento, meno merchandising, meno bar e meno ristoranti…”.

-E’ molto vicina a quella di Matteo Mancini l’idea di libreria che ha in mente Susanna Franchetti della Galla+Libraccio di Vicenza: “Sarebbe bello se le librerie tornassero a vendere solo libri, e che gli scaffali tornassero di legno, come una volta. Amo l’atmosfera che si respirava un tempo”.

-Quest’anno prenderanno parte al corso anche Stefania Poli e Nikita Guardini della (rinnovata – qui tutti i dettagli) Libreria Rizzoli Galleria di Milano: “Immaginiamo la libreria del futuro come un punto di ritrovo confortevole nella forma e ricco nei contenuti, che sappia suscitare nuovi spunti e nel quale sia piacevole ritrovarsi”. Per i due giovani librai, inoltre, “la libreria del futuro sarà un luogo in movimento, stimolante, interattivo, dove accadranno eventi, dove il fruitore si sentirà coinvolto e dove ogni visitatore sentirà la necessità di tornare”. Quanto alle tecnologie e al digitale, “saranno fondamentali per la divulgazione, oltre che dei libri, anche delle attività che si vorranno promuovere, mentre un personale competente, appassionato e proteso al cliente sarà il suo prezioso e distintivo punto di forza.”

-E chiudiamo trasferendoci in Sicilia (la regione d’Italia dove, dati Istat alla mano, si leggono meno libri, ndr), e in particolare a Palermo, dove la libreria Modusvivendi è attivissima in rete (su Twitter in particolare)Fabrizio Piazza ci spiega perché: “Il web ci aiuta ad aprirci, per noi è fondamentale”. E sulla sua idea di libreria del futuro argomenta: “Non siamo chiusi verso le novità tecnologiche, e in generale verso le novità, e-book compresi. Non possiamo permetterci di chiudere gli occhi. L’importante, per una libreria come la nostra, è restare indipendente. Non ci devono essere svilimenti e compromissioni”. In generale, “le librerie dovranno mostrare sempre più attenzione verso i giovani lettori e, quindi, sarà sempre più importante il dialogo con le scuole”.

A Venezia è in programma, tra l'altro, un ricordo di Luciano Mauri (nella foto sopra con Fabio Mauri, ndr) nel decennale della scomparsa, a cura di Lorenzo Mauri e Achille Mauri

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