“Alle donne che si sono stancate anche di essere resilienti, che la resilienza è delle piante e di vegetare non siamo capaci”. Su ilLibraio.it, in occasione dell’uscita di “Filastorta d’amore”, Enrica Tesio spiega a chi è dedicata la sua raccolta di versi: “A chi è ha capito che la libertà non è fare quello che si vuole, ma sapere quello che si vuole. E questo sì, è un pensiero ribelle. A quelle ‘nessuno ti amerà, se non ti ami tu per prima’ e allora mi dico ‘Inizio da me: vieni avanti, cretina!'”

Lo so cosa diceva Croce e concordo, “fino a diciotto anni tutti scrivono poesie, dopo possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini“. È che io un po’ cretina lo sono, sarà che diciotto anni me li sento ancora da qualche parte, la chiamo quarantolescenza, l’adolescenza dei quarant’anni. Ho scritto trenta filastorte, poesie di genere. Quale genere? Genere di conforto. Sono dedicate alle donne.

filastorte

Alle donne che sì ok Audrey Hepburn icona di stile, ma vuoi mettere Katharine? Che hanno cercato di essere favolose come Amélie cavandoci un caschetto alla Adso da Melk de Il nome della rosa (da oggi “alla Adso” sostituisce “alla ca**o” nel mio dizionario delle volgarità) e qualche brutta gonna da suora bulgara, che si sono appassionate a Frida Kahlo prima che diventasse un costume di carnevale.

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Alle donne che alla perfezione pastello di Instagram preferiscono ancora il suo back stage, quello che qualcuno si ostina a chiamare vita. A quelle che si sono sentite dire “sei troppo intelligente per lui, lo spaventi” ed è allora che si sono sentite più idiote.

Alle donne che si sono stancate anche di essere resilienti, che la resilienza è delle piante e di vegetare non siamo capaci. Alle madri di bambini che non sono progetti, ma compagni di vita. Alle madri che non hanno dato alla luce bambini ma progetti, relazioni, idee. Alle donne che fanno luce anche da sole. Alle amanti.

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Alle muse mancate, che avrebbero voluto una poesia dedicata, una canzone. Come la mia amica Renata che, in carenza di ballate struggenti a suo nome, decise arbitrariamente che Serenata rap dicesse “Se Renata rap, se Renata è in metropolitana” o come Lucia che sostiene ancora che Vecchioni cantasse “Lucia a San Siro“. 

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Alle donne dimissionarie, che si licenziano ogni sera dalle incombenze e dalle ansie, per ricandidarsi ogni mattina. A chi è ha capito che la libertà non è fare quello che si vuole, ma sapere quello che si vuole. E questo sì, è un pensiero ribelle. A quelle “nessuno ti amerà, se non ti ami tu per prima” e allora mi dico “Inizio da me: vieni avanti, cretina!”. 

enrica tesio

L’AUTRICE  – Enrica Tesio (nella foto di Fabio Marchiaro, ndr) blogger e scrittrice, torna in libreria per Giunti con Filastorta d’amore – rime fragili per donne resistenti. Laureata in Lettere con indirizzo cinematografico, fa la copy da quando aveva 20 anni. Nel 2015 ha pubblicato per Mondadori il romanzo La verità, vi spiego, sull’amore, dal quale è stato tratto un film con la regia di Max Croci. Nel 2017 è uscito per Bompiani Dodici ricordi e un segreto.

Nel nuovo libro Enrica Tesio riprende in rima, accompagnati da illustrazioni, i temi a lei cari e seguiti sul suo blog tiasmo, come la vita da mamma single, gli amori infelici, i tradimenti, ma anche e soprattutto l’amore per se stesse.

nota: le illustrazioni sono a opera di Giulia Richetta

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