“La diseducazione di Cameron Post” è sia un’opera che denuncia una realtà raccapricciante, quella delle terapie di riorientamento sessuale sia, allo stesso tempo, un’esaltazione della forza di giovani LGBT che, nonostante gli ostacoli, riescono a scoprire la propria identità e a opporsi a famiglie e strutture che li vorrebbero diversi – Romanzo e film a confronto nell’approfondimento de ilLibraio.it

“Coley fu molto brava a convincersi che quello che facevamo insieme in quelle notti afose sotto l’immenso cielo del Montana fosse solo un anticipo delle sperimentazioni che si fanno al college. E io mi sforzai di nascondere che la pensavo diversamente, o almeno speravo con tutte le mie forze che fosse diverso”, ci racconta la protagonista de La diseducazione di Cameron Post, il romanzo di Emily Danforth (Rizzoli, traduzione di Lia Celi), da cui è tratto l’omonimo film diretto da Desiree Akhavan – regista bisessuale che per il suo debutto dietro la macchina da presa, Appropriare Behaviour, si è ispirata a una vicenda autobiografica – che ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance.

la diseducazione di Cameron Post

Cameron ha quattordici anni e vive con la nonna paterna e la sorella della madre, Ruth, una ex assistente di volo convertita al cristianesimo evangelico, da quando ha perso i genitori in un incidente stradale. Quando la sua relazione con la coetanea Coley viene scoperta, la zia decide di iscriverla a God’s Promise, un centro religioso dedicato alla conversione di adolescenti omosessuali.

Il film, in cui Cameron è interpretata dall’attrice ventunenne Chloë Grace Moretz (in copertina all’articolo con i due coprotagonisti del film, ndr)- supporter dei diritti LGBT, che si dichiara femminista e che è stata nominata tra le giovani attrici più influenti -, inizia qui: la ragazzina arriva al centro con la zia Ruth e scopre un mondo fatto di rock cristiano, preghiere e un metodo di conversione che non ha altre basi se non l’efficacia nel riportare sulla retta via Rick, il fondatore di God’s Promise, allontanato dal peccato della cosiddetta “SS”, l’attrazione per lo stesso sesso.

Il romanzo, invece, si apre nel 1989, quando Cameron ha dieci anni e bacia per la prima volta una ragazza, la sua migliore amica Irene. La stessa notte i suoi genitori hanno un incidente mortale. La storia di Cameron e della sua identità, infatti, partono da qui. E nel romanzo la protagonista si chiede più volte cosa sarebbe successo se i suoi genitori non fossero morti: anche loro l’avrebbero mandata in un centro per salvarla dal peccato, oppure l’avrebbero accettata, come succede all’amica Lindsey, che vive con la madre hippie a Seattle e trascorre le estati in Montana con il padre?

Una domanda che si perde nel film, e che invece fa da traino al libro, portando la giovane Cameron a riflettere sul ricordo che ha dei genitori.

Intere scene della seconda parte del romanzo, invece, ritornano anche nel film, che si concentra sui metodi educativi di God’s Promise e sulle figure dei due inventori della terapia: Rick e la psicoterapeuta Lydia (interpretati rispettivamente da John Gallagher Jr. e da Jennifer Ehle) – nel romanzo è l’anziana zia inglese di Rick, laureata a Cambridge, nel film è l’austera sorella.

La diseducazione di Cameron Post

Una sorta di lavaggio del cervello che ruota attorno alla temuta SS e all’identità di genere e che impone ai giovani pazienti di lavorare su una fotocopia che riporta il disegno di un iceberg: quello che si vede in superficie è la loro omosessualità, destinata a distruggere tutti i legami famigliari e affettivi, ma il vero problema sta sotto. E così i pazienti si vedono impegnati a cercare le radici del loro peccato nel legami con lo sport, le figure genitoriali, il loro passato.

“Se non credi in quello che insegnano qui, in ciò in cui credono loro, o anche solo se hai dei dubbi, allora ti dicono che andrai all’inferno, che non solo sei la vergogna di tutti quelli che ti conoscono, ma che Gesù stesso ha abbandonato la tua anima”, così Cameron sintetizza il metodo a un ispettore giunto a God’s Promise dopo un incidente.

Fondamentale, per Cameron, è l’amicizia con altri due adolescenti: il nativo americano Adam Red Eagle (nel film interpretato da Forrest Goodluck) e Jane Fonda (Sasha Lane, nel film), anche loro rinchiusi dalle famiglie a God’s Promise.

Senza dimenticare il dramma che i ragazzi vivono ogni giorno, in una struttura che tenta di annientare la loro identità, sia il romanzo sia il film si concentrano anche sugli attimi felici di un mondo costruito da ragazzini che tentano di vivere la loro adolescenza, nonostante il costante spauracchio del peccato: si pensi, ad esempio, ai momenti dell’amicizia tra Cameron, Jane e Adam, oltre al legame della protagonista con la nonna. Il film, inoltre, sceglie una palette cromatica che riflette le luci dorate dell’autunno in cui è ambientato.

La diseducazione di Cameron Post è sia un’opera che denuncia una realtà raccapricciante, quella delle terapie di riorientamento sessuale sia, allo stesso tempo, un’esaltazione della forza di giovani LGBT che, nonostante gli ostacoli, riescono a scoprire la propria identità e a opporsi a famiglie e strutture che li vorrebbero diversi.

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