Inaugurato a Milano, nel cuore di Brera, a settembre 2015, in pochi mesi il Laboratorio Formentini è diventato un punto di riferimento per chi lavora nei libri, ma non solo

ilLibraio.it ha fatto un bilancio del lavoro fin qui svolto e ha parlato degli obiettivi futuri con Luisa Finocchi, direttrice della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori

Inaugurato a Milano, nel cuore di Brera, a settembre 2015, in pochi mesi il Laboratorio Formentini è diventato un punto di riferimento per chi lavora nei libri, ma non solo.  Nella “capitale dell’editoria”, in cui si organizza Bookcity, ora esiste uno spazio dedicato a incontri, mostre, seminari, momenti di formazione e reading, messo a disposizione dall’Assessorato alla Cultura del Comune e restaurato grazie al contributo di Mibact, Centro per il libro e la lettura, Maeci, Regione Lombardia e, soprattutto, con il significativo sostegno di Fondazione Cariplo.

Il Laboratorio si inserisce nel progetto triennale Copy in Milan, a cura della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, ed è nato per favorire lo “scambio di idee ed esperienze tra i numerosi componenti della filiera editoriale” e per “rafforzare il legame tra il distretto editoriale milanese e il tessuto culturale cittadino”.

Tanti e diversi tra loro gli eventi andati in scena finora, come pure quelli in programma nel primo semestre del 2016. Come spiega a ilLibraio.it Luisa Finocchi, direttrice della Fondazione, “dall’inaugurazione a oggi abbiamo avuto indicativamente circa 130 incontri (tenendo conto della chiusura per il periodo natalizio, ndr) con la presenza di oltre 6000 passaggi, senza gonfiare le cifre. Accanto agli incontri anche le mostre, “come Milan a place to readA frutto della causa comune (Roberto Cerati), Illustrated survival exhibition  (illustratori), Rospi e lumaconi (Gianni Brera) e La linea desiderante (Franco Quadri e Ubulibri)”.

A proposito degli appuntamenti in arrivo, ne segnaliamo solo alcuni (per i dettagli, si può consultare il sito ufficiale): si va dai corsi monografici organizzati dalla Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri tra febbraio e maggio, al ciclo di incontri a cadenza mensile sui temi di diritto e editoria, promossi da InfoTech Law Firm; si parla anche di traduzione, in una serie di appuntamenti aperti al pubblico in cui i traduttori raccontano la propria professione; l’Accademia del silenzio, a sua volta, organizza sei incontri sul tema del silenzio (tra i relatori, Duccio Demetrio); la Casa della poesia propone discussione e reading; spazio, tra l’altro, alla scrittura letteraria, con il corso base di scrittura a cura di Parolario, tenuto da Andrea Di Gregorio.

Luisa Finocchi sottolinea che il Laboratorio Formentini (nella short list del Premio Cultura + Impresa 2015) ha coinvolto finora realtà diverse, “dalle associazioni dei traduttori (Aiti e Strade), agli illustratori (Mimaster), dai librai (Scuola Mauri e Libricity), ai poeti (Casa della Poesia e Spazio Poesia), ai professionisti, come gli studi impegnati sul fronte del diritto d’autore, ma anche l’Accademia del Silenzio, senza dimenticare i cicli di incontri legati alla scrittura e agli approfondimenti sulla narrazione (Iaia Caputo, Parolario…), Fondazione Lia, Aie, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Università (Unimi, Bocconi e Politecnico) ma anche le passeggiate proposte da un giovane gruppo, piedipagina, lanciato con Letti di notte“. Inoltre, “è in Formentini la sede ufficiale del Patto per la lettura di Milano e di Bookcity e di moltissime attività di per le scuole, come il ciclo su primo Levi dedicato da Marco Belpoliti agli insegnanti”. 

Ma come spiega il successo dell’iniziativa? “Come sempre, quando si risponde a un bisogno concreto, la risposta è immediata e positiva”, risponde Finocchi, che argomenta: “Milano è al centro di un distretto culturale editoriale, ma non aveva uno spazio dedicato ai numerosi e appassionati soggetti che nei modi più diversi operano in questo settore. Il Laboratorio Formentini, però, non intende offrire solo uno spazio ‘aperto’ per accogliere momenti di aggiornamento e formazione, ma vuole mostrare la ricchezza del lavoro editoriale al pubblico dei lettori forti, al mondo della scuola, a tutti coloro che sono curiosi di scoprire come lavora uno scrittore, un traduttore, un illustratore”. Inoltre, “vorremmo che il Laboratorio diventasse il luogo in cui riflettere sul significato e il ruolo della cultura editoriale oggi, in casa editrice ma non soltanto, in tutti i luoghi dove l’invenzione editoriale viene richiesta, ma anche là dove ancora manca la consapevolezza del bisogno di una competenza editoriale”. Un luogo, quindi, “dove fare incontrare professioni diverse del mondo editoriale, creare occasioni di confronto costruttive, proprio in un momento in cui i profili professionali di questo settore mostrano contorni sempre meno definiti, e proprio per questo sempre più flessibili e innovativi”.

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