“Povere ragazze. Il mondo le rimpinza di promesse sull’amore. Quanto ne hanno bisogno, quanto poco ne otterrà la maggior parte di loro”, pensa Evie Boyd, la protagonista de “Le ragazze”, il romanzo d’esordio, già cult, di Emma Cline, che racconta il legame indissolubile e attraente tra amore e morte. Non mancano i punti di contatto con altri libri: da “Purity” di Jonathan Franzen a “La valle delle bambole” di Jaqueline Susann, passando per “Arcadia”…

Povere ragazze. Il mondo le rimpinza di promesse sull’amore. Quanto ne hanno bisogno, quanto poco ne otterrà la maggior parte di loro”, pensa Evie Boyd, la protagonista de Le ragazze, uno dei romanzi più discussi e recensiti del momento. Amore, perché alla fine, nelle quasi 350 pagine, si parla di quello. E di morte. Il primo romanzo di Emma Cline, autrice californiana che ha ricevuto un anticipo milionario per l’opera, si propone di indagare uno dei temi più discussi della letteratura, il legame oscuro e attraente tra eros e thanatos, con una scrittura che Claudia Durastanti su Pixarthinking definisce “sinistra e sensuale”. Da noi Einaudi Stile Libero ha pubblicato questa autrice in occasione del suo ventennale.

le ragazze

Tanti i legami sezionati nel romanzo: il rapporto tra i genitori di Evie, quattordicenne nel 1969; la relazione del padre con la segretaria Tamar; della madre con Frank; e prima di lui tutti gli altri pretendenti, che la imboccano come un uccellino; l’amicizia di Evie con la coetanea Connie; e la relazione di Russell con le sue ragazze, il suo vero e proprio culto dell’amore, il sesso libero. E il rapporto coercitivo che instaura con loro e che gli permette di sfruttare le sue ragazze, poco più che adolescenti scappate di casa, come pegno per assicurarsi un contratto discografico. Con il sesso che le sue ragazze offrono, l’unica moneta che hanno a disposizione, spera di far breccia su Mitch, rockstar sovrappeso.

La stessa Evie, ormai sessantenne, ci accompagna nella storia. A farla ritornare con la mente al 1969, l’arrivo inaspettato del figlio di alcuni amici, con la fidanzatina minorenne e sottomessa, che usa il sesso come unica arma di difesa. Proprio come Evie da adolescente, e come Susan, la ragazza che la introduce alla comune di Russel. Susan Parker, vestita con abiti lerci e sdruciti, i lunghi capelli neri e gli anelli di plastica, agli occhi di Evie quattordicenne è bellissima, tanto che la ragazzina se ne innamora.  Susan è la prima persona a dedicare attenzione a Evie, la prima a offrirle affetto e amore.

Poi però subentra la violenza. Perché Le ragazze di Emma Cline è un romanzo crudo, che non ci risparmia nulla, nemmeno gli spaghetti contenuti nello stomaco di una vittima delle feroci ragazze della setta, né le dita (e non solo) di Russel e di Mitch che si insinuano dentro Evie. Violenza che nasce dall’inferiorità che storicamente ha diretto i rapporti tra uomini e donne. Dopo essere state usate da Mitch e Russell come bambole del sesso, le ragazze vengono costrette a uccidere, ma ormai è così tanto l’odio che covano dentro di loro che, coadiuvato dall’effetto delle droghe, credono di agire per loro volontà. Per il bene.

copetina arcadia

A questo punto è difficile, per chi ha letto entrambi i romanzi, non pensare ad Arcadia (Codice edizioni) di Lauren Groff. Stessa epoca, una coppia decide di aggregarsi a una comune, crescere lì il loro bambino. Tutto sembra idilliaco, finché il leader non inizia ad assumere droghe sintetiche a dismisura e fare sesso con le ragazzine. Un caseggiato che ormai cade a pezzi, il malcontento generale e la stanchezza. La rabbia e la violenza sfociano durante una festa in cui scorrono alcol e droga e una ragazza viene violentata. Smantellata la comune, rimangono i sopravvissuti, cresciuti tra quelle mura e incapaci di adattarsi al mondo reale. Un po’ come Evie ne Le ragazze, che non ha commesso alcun crimine, ma avrebbe potuto, e trascorre il resto della sua vita ai margini della società.

la valle delle bambole

Il sesso ne Le ragazze è merce di scambio, denaro sonante, ma è anche il mezzo di sottomissione che gli uomini usano sulle donne. E così si inserisce nel romanzo la similitudine con La valle delle bambole di Jaqueline Susann, citato anche dalla stessa Evie. Le ragazze di Susann sono belle, talentuose e affascinanti, potrebbero conquistare il mondo dello showbiz, ma sono frenate dagli uomini, che le costringono a diete estenuanti per essere più belle, le vorrebbero sempre giovani, le relegano in case da sogno, e poi le tradiscono anche. “Voleva farmi capire quello che già sapevo: non avevo nessun potere. Vide la mia inferiorità e la usò contro di me”, racconta Evie a proposito di un uomo più vecchio con cui era uscita a cena appena ventenne. Proprio come le tre bambole di Susann che, per sopravvivere alla loro inferiorità, assumono pillole per dormire, restare sveglie, dimagrire.

Purity

 

Per parlare di un romanzo più recente e altrettanto discusso, sono numerosi i parallelismi tra Le ragazze e Purity di Jonathan Franzen. A partire dall’ambientazione nel nord della California, fino alla presenza di un leader carismatico che preferisce circondarsi di ragazze giovani e belle. Andreas Wolf, come Russell, ha un debole per le ragazzine da sottomettere sessualmente, e non solo. Pip, al pari di Evie, manca di punti di riferimento. Cerca l’amore in chiunque ma, soprattutto, è in cerca di un luogo sicuro in cui essere se stessa. Sua madre, proprio come quella di Evie, è così occupata a rimuginare su se stessa e a cercare risposte sulla sua stessa esistenza da non avere tempo per la figlia. E così Pip e Evie si somigliano, forse sono due declinazioni della stessa anima. Quella di una ragazza sola, che ha bisogno di riflettersi negli occhi degli altri per comprendere la propria identità. Perché siamo sinceri, chi di noi non ha cercato nello sguardo degli altri una conferma della propria identità?

Judy Blume

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