A New York è stata creata la la “Library Way”: una strada lastricata di un centinaio di placche di bronzo dell’artista Gregg LeFevre con citazioni che, come una sorta di passerella fatta di parole e immagini, portano alla New York Public Library, la terza più grande biblioteca dell’America del Nord…

New York significa guardare in alto. Significa alzare lo sguardo per essere sedotti da giganti di vetro e led luminosi. Significa confrontarsi col desiderio dell’uomo di conquistare il cielo.

Sarà per questo che turisti e persino abitanti del posto non sembrano rendersi conto, in quelle centinaia di metri che conducono alla New York Public Library, di stare calpestando le più grandi menti del pensiero, della storia e dell’arte di tutti i tempi. Si trovano lì, tra la Fifth Avenue della moda e la 41esima e 42esima strada, a pochi passi dalla Grand Central Station, dal 1998 quando è stata creata la “Library Way”: una strada lastricata di un centinaio di placche di bronzo ad opera dell’artista Gregg LeFevre con citazioni che, come una sorta di passerella fatta di parole e immagini, portano alla New York Public Library, la terza più grande biblioteca dell’America del Nord.

Con la sua collezione da oltre 52 milioni di volumi e documenti di impareggiabile valore come la lettera originale con cui Colombo annunciò la scoperta dell’America, la biblioteca è ospitata nello Stephen A. Schwarzman Building in un imponente edificio in stile Beaux-Art, fiancheggiato da due giganteschi leoni, davanti a Bryant Park.

Nel 1996 la Grand Central Partnership, insieme con la New York Public Library e il New Yorker, ha convocato un gruppo di illustri esperti letterari e bibliotecari per selezionare le citazioni riguardanti l’importanza e l’impatto della letteratura. Queste citazioni sono state portate a vita urbana dallo scultore Gregg LeFevre in placche di bronzo installate a intervalli regolari sui marciapiedi lungo la 41esima strada che porta da e per il Schwarzman Building. In onore del progetto, l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg nel 2003 ha designato ufficialmente questo tratto come “Library Way”.

Attraverso questo reportage fotografico ci immergiamo nelle lastre-citazioni di Francis Bacon e Virginia Woolf, Pablo Picasso e Thomas Jefferson, Samuel Beckett e Mark Twain.

E per una volta, nella Grande Mela, con lo sguardo rivolto verso il basso.

Bacon

Francis Bacon (1561-1626)

“Alcuni libri devono essere assaggiati, altri inghiottiti, e pochi masticati e digeriti” (Of Studies). Da questa citazione non ci si stupisce che al filosofo e politico inglese, vissuto sotto i regni di Elisabetta I e Giacomo I, sia dedicata l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert.

Beckett

Samuel Beckett (1906-1989)

Non poteva mancare il dialogo tra Vladimiro ed Estragone in quello che è il testo-chiave del teatro dell’assurdo, Aspettando Godot. E cosa c’è di più assurdo delle contraddizioni e delle opportunità di una metropoli come la Grande Mela?

Borges

Jorge Luis Borges (1899-1986)

Lo scrittore, poeta e saggista argentino, uno dei più raffinati intellettuali del Novecento, in questa citazione tratta dal racconto La morte e la bussola, condensa alcuni dei suoi temi più cari, tra cui il mito di Babele (oggetto di un altro racconto sempre contenuto in Finzioni, La biblioteca di Babele). La vita criptica di una Babele moderna, melting pot di lingue e culture come New York, all’incrocio di una delle biblioteche più famose del mondo: Borges abita qui.

Braque

George Braque (1882-1963)

“La verità esiste, solo la falsità deve essere inventata”. Una verità precaria disegnata con le dita sulla sabbia, mentre la falsità è incisa a caratteri definiti e circondata da linee sinuose: in questa scultura, parole e loro rappresentazione diventano una cosa sola. Eredità di un cubista.

Brooks

Gwendolyn Brooks (1917-2000)

Una poesia non fa tutto per te. Tu stesso sei chiamato a portarla avanti e ad arricchire la poesia degli altri con il tuo modo di comprendere e vedere il mondo. Solo così la poesia ti sarà utile. Bisognerebbe applicare quotidianamente, come uno stile di vita, le parole della prima scrittrice afroamericana ad essere stata insignita del Premio Pulitzer alla poesia.

Camus

Albert Camus (1913-1960)

Un mozzicone di sigaretta gettato a terra diventa in questo scatto parte integrante della scultura/citazione tratta da La peste. Chissà cosa ne avrebbe pensato il protagonista del romanzo, il medico Bernard Rieux?

Carroll

Lewis Carroll (1832-1898)

La teoria del linguaggio secondo Lewis Carroll in questo passaggio di Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Il significato delle parole attribuito attraverso i comandi di Humpty Dumpty è considerato uno degli snodi più cari a studiosi di semantica e linguistica. E ai bambini.

René Descartes (1596-1650)

Nel Discorso sul Metodo è contenuta una delle definizioni più amate su cosa voglia dire leggere: “La lettura di buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati”. Leggo dunque sono.
Eberhart

Richard Eberhart (1904-2005)

La sala di lettura della New York Public Library è la fonte di ispirazione del poeta statunitense che rievoca i silenzi e la fioritura della fantasia che tra le pagine di libri, le anime dei lettori ritrovano insieme a presente, passato e forse futuro.

Ernest Hemingway (1899-1961)

“Tutti i buoni libri si assomigliano, nel senso che sono più veri di quanto lo sarebbero se fossero realmente accaduti e quando tu hai finito di leggerne uno ti sembrerà che tutto questo sia accaduto a te e, in seguito, che ti appartiene: il bene e il male, l’estasi, il rimorso e il dolore, la gente, i posti e il tempo che faceva. Se arrivi a dar questo alla gente, sei uno scrittore”. Non servono commenti.

Jefferson

Thomas Jefferson (1743-1826)

Esteticamente è una delle lastre più efficaci. Parola del padre della patria in una lettera al colonnello Charles Yancey. La stampa libera fin dagli albori è uno dei capisaldi della cultura statunitense. A qualche incrocio di distanza da qui la Columbia University che ogni anno conferisce il Premio Pulitzer.

Marco Aurelio

Marcus Aurelius Antoninus (121-180 d.C.)

Una delle meditazioni di Marco Aurelio tra gli appunti di una fitta agenda contemporanea. La saggezza dell’imperatore romano questa volta passa da una lastra incastonata in un marciapiede e non da una statua trionfale. Ma, in ogni caso, le parole volano alte.

MarkTwain

Mark Twain (1835-1910)

Uno Yankee del Connecticut catapultato alla Corte di Re Artù. In questo romanzo, uno dei primi a tematizzare il viaggio nel tempo (siamo nel 1889), avviene ciò che capita ad ogni lettore che si cimenti con i testi del passato. Viaggiare nel tempo attraverso la lettura non è fantascienza. È realtà quotidiana.

Marti

José Martí (1853-1895)

Non è un caso che a pronunciare queste parole sia uno scrittore e rivoluzionario cubano, considerato un eroe nazionale. Fu tra i primi a riconoscere la grandezza di Oscar Wilde, suo contemporaneo, che incontrò proprio a New York individuando nell’indipendenza economica dell’autore inglese il diritto all’indipendenza intellettuale.

Picasso

Pablo Picasso (1881-1973)

“Natura e arte, essendo due cose diverse, non possono essere la stessa cosa. Attraverso l’arte noi esprimiamo la nostra concezione di ciò che la natura non è”. Le parole del più rivoluzionario artista del Novecento campeggiano in una lastra di ispirazione cubista: l’arte svincolata dalla rappresentazione della realtà.

Muriel Rukeyser (1913-1980)

Poetessa e attivista americana, racchiude in questa semplice definizione l’essenza stessa di letteratura e vita. “L’universo è fatto di storie, non di atomi”.

John Ruskin (1819-1900)

La prima parte di questa citazione è molto nota: “I libri si dividono in due categorie: i libri per adesso e i libri per sempre”. Meno nota la seconda parte, ovvero che non si tratta unicamente di una questione di qualità. Ci sono infatti, secondo lo scrittore e artista inglese, buoni e brutti libri per adesso e buoni e brutti libri per sempre. Tutta questione di orizzonte temporale.

William Styron (1925-2006)

Come accade agli attori – e non a caso Styron è stato, oltre che romanziere vincitore del Pulitzer, anche drammaturgo – un buon libro dovrebbe lasciare il lettore esausto alla fine per aver vissuto numerose esperienze. Si vivono svariate vite durante la lettura.

Woolf

Virginia Woolf (1882-1941)

La verità con se stessi è la conditio sine qua non per poter parlare degli altri. Una dichiarazione, quella dell’autrice di Gita al faro e La signora Dalloway, che viene riprodotta in questa lastra come in un gioco di specchi.

Yeats

William Butler Yeats (1865-1939)

Yeats è forse il poeta irlandese più citato dalla narrativa contemporanea e non solo. Il suo verso “Non è un paese per vecchi” ha fatto scuola da Cormac McCarthy ai fratelli Cohen per diventare uno slogan di uso comune. Questa citazione tratta, guarda caso, dalla poesia Quando sarai vecchia, è un omaggio d’amore:

“Quando sarai vecchia e grigia e di sonno onusta, / e sonnecchierai vicino al fuoco, prendi questo libro / e lenta leggi, e sogna il dolce sguardo / che avevano un tempo i tuoi occhi, e la loro ombra profonda”.


LEGGI ANCHE – “Pile” di libri in giro per New York connettono i lettori nel mondo 


LEGGI ANCHE – Ecco come trovare la bellissima libreria segreta di New York, nata dal sogno di Michael 

Libri consigliati

Abbiamo parlato di...