“Malùra”, il nuovo romanzo di Carlo Loforti, accompagna il lettore in un viaggio sgangherato nel cuore della Sicilia, a bordo di una vecchia Ritmo dell’88, alla scoperta del vero significato dell’amicizia e del rapporto tra padri e figli…

Quando viene rilasciato dal carcere dopo oltre un anno di custodia cautelare, Mimmo Calò ha perso tutto: non è più protagonista della trasmissione sportiva che lo aveva reso una piccola star locale, non ha un lavoro né una moglie, la figlia sembra odiarlo, nonostante abbia solo quattro anni; anche il suo migliore amico, Pier Francesco, l’ha abbandonato, segnando la perdita più dolorosa di tutte. Gli rimane soltanto il padre, Pietro, testardamente deciso a far sì che Mimmo faccia pace con Pier Francesco, proiettando sul figlio la sua occasione di riscatto: anche Pietro, tanti anni fa, ha rovinato il rapporto con il suo più caro amico, Fefé, e vuole assicurarsi che il figlio non faccia il suo stesso errore. Grazie alla criminalità palermitana e alle intromissioni di un vecchio padre, Pietro, Mimmo e Pier Francesco si ritrovano insieme a bordo di una vecchia Ritmo dell’88, che li porterà in un viaggio improbabile nel cuore della Sicilia.

Malùra Carlo Loforti copertina

È la storia di un’amicizia, quella narrata da Carlo Loforti nel suo nuovo libro, Malùra (Baldini & Castoldi): lo scrittore, palermitano, classe ’87, finalista al Premio Calvino con Appalermo, Appalermo! (Baldini & Castoldi), accompagna il lettore a bordo di una macchina malandata, attraverso un paese rovente e caotico, in un viaggio sgangherato alla scoperta dell’amicizia e del rapporto tra padri e figli.

Allo stesso tempo, quello di Mimmo è un viaggio di fuga dalla malùra, che “nel dialetto siciliano, indica uno stato fisico ed emotivo di crisi profonda, in cui la stessa sopravvivenza dell’individuo è messa in discussione”, come si legge in epigrafe al romanzo.

Libri consigliati