“Silvia e l’enigma della sibilla”, romanzo per ragazzi di Nicola Gardini, racconta di un viaggio nel tempo, giù per le strade dell’antica Roma, tra mitologia e avventure…

Nicola Gardini, presidente di Salani e docente di Letteratura Italiana all’Università di Oxford, torna a parlare di classicità e letteratura latina, volendo “tirar fuori il fantasioso, il fiabesco, il giocoso, l’avventuroso, il magico” che questa lingua può offrire.

Il risultato di questo lavoro è Silvia e l’enigma della sibilla (Salani), il suo nuovo romanzo per ragazzi.

nicola Gardini Silvia e l'enigma della sibilla

Gardini, autore, tra gli altri, del recente Nicolas (Garzanti) e di Le parole perdute di Amelia Lynd (Feltrinelli), è traduttore di classici come Ovidio, Marco Aurelio e Catullo. Nei suoi libri mostra l’anima viva di una lingua spesso considerata obsoleta, si pensi a testi di successo come Viva il latino. Storie e bellezza di una lingua inutile e Con Ovidio.

Silvia e l’enigma della sibilla (Salani) racconta il viaggio della tredicenne Silvia per le strade dell’antica Roma, in una storia che unisce mitologia e avventura: un vecchio libro recuperato dal bidone della spazzatura catapulta Silvia e il suo amico Giulio nel vortice del tempo: tra incontri e prodigi, metamorfosi e scoperte, i due amici rinsalderanno ancora di più la loro amicizia.

Il libro è costellato di maghe, scrittori, divinità e mostri. Non mancano riferimenti a miti e leggende, ma anche a eventi storici reali, che faranno riscoprire ai ragazzi e alle ragazze la bellezza della classicità e dell’antichità. Sono trattati però anche la schiavitù, la violenza e la posizione delle donne, per cui Silvia avrà un ruolo centrale e attivo.

Per gentile concessione dell’editore, su ilLibraio.it pubblichiamo un estratto:

IL GROSSO LIBRO STRANO

Silvia ormai li aveva letti tutti i libri della sua bibliotechina domestica, qualcuno anche più di una volta. Mancava solo quello, il grosso libro strano, schiacciato contro l’armadio, al margine della fila. Durante l’estate ci si sarebbe dedicata. D’estate aveva tutto il tempo che voleva per leggere. La scuola era chiusa e Giulio era in vacanza. Sì, ormai si sentiva pronta. Forse era stato giusto aspettare fino ad ora. Aveva dovuto prendere confidenza, come si fa con un cane o un gatto un po’ antipatico. Lo stesso aspetto del volume metteva soggezione, massiccio e pesante, un po’ ingiallito sui bordi. I romanzi, al confronto, anche quelli lunghi, erano così leggeri e così maneggevoli, oltre ad avere copertine molto più interessanti! Per anni non era stata neppure capace di affrontare la lettura del titolo, tanto era lungo e astruso. Ogni tanto lo apriva e lo richiudeva, ma lo riponeva subito nello scaffale, da dove avrebbe continuato a provocarla silenziosamente.

Come quasi tutti gli altri libri di casa, anche questo era un lascito della signora Biscotti, che era morta a quasi cento anni. I figli, dovendo sgomberare l’appartamento, avevano pensato di consegnare alla pattumiera parecchi chili di carta stampata. Silvia li aveva salvati un attimo prima che arrivasse il camion della nettezza urbana. Per fortuna esistono persone che i libri non amano conservarli…

Capita spesso di trovarne, su una panchina o anche nel mezzo del marciapiede. Libri buttati, libri rifiutati, libri smarriti. Lei aveva ampliato la sua collezione principalmente così, grazie ai doni della fortuna, o dell’altrui indifferenza. A casa dava una rapida sfogliata al trovatello, che aveva raccolto senza neppure essersi domandata se le interessasse o no – ovvio che le interessava! –, e gli cercava una collocazione sullo scaffale, rimandando la lettura all’estate. Alle proteste della mamma non badava. «Un giorno o l’altro tu mi porterai in casa anche le bucce di banana! Li hai almeno spolverati? Ci hai passato sopra uno straccio?»
«Sì, sì» rispondeva lei, anche se non era vero.

(continua in libreria…)

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