“La bellezza dell’amicizia risiede nelle sue imperfezioni, nelle piccole sfide che affrontiamo insieme, nei malintesi che impariamo a superare. Forse l’amicizia perfetta non è un’assenza di difetti, bensì la capacità di accettarli e amarli comunque…”. Mentre spesso, oggi, i legami familiari tendono a farsi più distanti, l’amicizia (esaltata in passato, tra gli altri, da Aristotele e Cicerone) in molti casi prende il posto della famiglia come principale fonte di supporto emotivo. Su ilLibraio.it l’autrice Simonetta Tassinari spiega perché, nell’era dei social, essa rimane un valore da coltivare con cura e rispetto, oltre che un’arte complessa, fatta di equilibrio tra dare e ricevere, accettare e crescere insieme…
L’amicizia è un dono prezioso, un legame che può arricchire la nostra vita in modi inaspettati e profondi.
Non è solo una questione di avere qualcuno con cui condividere i momenti felici, ma anche di trovare un appoggio nei momenti di difficoltà, una spalla su cui contare. Le connessioni sociali forti rendono la vita più piacevole e possono anche contribuire alla salute mentale e fisica, allungando addirittura la nostra aspettativa di vita, perché l’amicizia vera e autentica ci dà il coraggio di affrontare le difficoltà quotidiane, sapendo che non siamo soli.
Ma cosa distingue una vera amicizia da una semplice conoscenza? Tutti abbiamo persone nella nostra vita che incontriamo occasionalmente, con cui scambiamo parole cortesi e sorrisi, ma che non possiamo definire amici veri.
L’amicizia autentica va oltre le superfici, tocca corde più profonde del cuore. Un amico vero è colui che sa ascoltare anche i silenzi, che ci conosce forse meglio di quanto conosciamo noi stessi e non esita a esserci nei momenti più bui, non solo in quelli di festa. È comune chiedersi se esista davvero l’amicizia perfetta.
Spesso idealizziamo questo rapporto come privo di difetti, un legame indissolubile e privo di conflitti, ma la verità è che l’amicizia perfetta potrebbe essere solo un mito: e va bene così.
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La bellezza dell’amicizia risiede proprio nelle sue imperfezioni, nelle piccole sfide che affrontiamo insieme, nei malintesi che impariamo a superare. Forse l’amicizia perfetta non è un’assenza di difetti, bensì la capacità di accettarli e amarli comunque.
I nostri antenati greci e romani avevano una visione molto elevata dell’amicizia. Aristotele la considerava una delle virtù più alte, un elemento essenziale per una vita felice. Per Cicerone, l’amicizia era sacra, un legame basato sulla virtù e sulla reciproca ammirazione. In quel tempo, l’amicizia era vista come un rapporto che poteva superare le parentele di sangue, un connubio tra anime che andava oltre le semplici convenienze sociali.
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E oggi? Anche se viviamo in un’epoca diversa, questi antichi ideali ci parlano ancora, ricordandoci che l’amicizia è un valore da coltivare con cura e rispetto.
Affinché un’amicizia sia solida e duratura, ci sono alcuni elementi fondamentali che non possono mancare.
Innanzitutto, l’affetto: senza un sincero affetto reciproco, l’amicizia non può crescere. Poi la fiducia, quella colonna su cui tutto si basa. Essere sinceri, trasparenti e disposti a condividere non solo i momenti felici ma anche le preoccupazioni e i dubbi è altrettanto importante.
L’amicizia richiede anche confidenza, la capacità di aprirsi e di condividere pensieri e sentimenti che non saremmo in grado di rivelare a chiunque. Infine, la disponibilità e l’appoggio: un amico è qualcuno su cui puoi sempre contare, che è presente non solo fisicamente ma anche emotivamente.
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Spesso ci chiediamo quale sia la differenza tra amore e amicizia. Entrambi sono legami profondi, ma con sfumature diverse. L’amore romantico è spesso esclusivo e carico di passione, mentre l’amicizia si caratterizza per una connessione più stabile e meno esigente. Eppure, i confini tra i due possono essere sfumati: una grande amicizia può diventare amore, e viceversa. La chiave sta nel rispetto reciproco e nella comprensione delle differenze che arricchiscono entrambi i rapporti.
Nella società attuale, dove spesso i legami familiari sono più distanti o meno presenti, l’amicizia ha preso il posto della famiglia come principale fonte di supporto emotivo. Gli amici possono diventare la famiglia che scegliamo, offrendoci un senso di appartenenza e sicurezza che una volta trovavamo solo nei legami biologici.
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Quanto alla domanda se uomini e donne possano essere amici, è antica quanto le montagne. Esistono ancora pregiudizi secondo cui un’amicizia tra i sessi è destinata a trasformarsi, inevitabilmente, in attrazione romantica: quanti film sono stati girati, e quanti libri sono stati scritti a questo proposito, nei quali sembra che i protagonisti non aspettassero altro che gettarsi amorosamente l’uno nelle braccia dell’altro? Tuttavia, molte persone dimostrano che un’amicizia platonica tra uomini e donne è possibile, e anche incredibilmente arricchente. La chiave è mantenere i confini chiari e comunicare apertamente.
Con i social media, il concetto di amicizia ha subito una trasformazione. Le amicizie online sono spesso superficiali e fugaci, basate su interazioni rapide e brevi. Non le si può, a ogni modo, bollare come inconsistenti e inutili; anche queste connessioni possono offrire un senso di appartenenza, specialmente in tempi di isolamento, senza dimenticare che le vere amicizie richiedono tempo, impegno e interazioni reali, non solo like e commenti.
Le amicizie sul posto di lavoro possono rendere l’ambiente più piacevole e produttivo, ma si trovano su un crinale un po’ pericoloso, perché non sempre si riesce a mantenere un equilibrio tra professionalità e confidenza. Gli amici sul lavoro possono offrire aiuto, collaborazione e consigli, ma è importante evitare che le relazioni personali interferiscano con la carriera o con la performance.
Il concetto di “amici di letto” è una moderna miscela di amicizia e sessualità, senza il coinvolgimento emotivo tipico di una relazione amorosa. Questo tipo di rapporto può funzionare, ma è importante essere sinceri sulle aspettative e sui limiti, per evitare fraintendimenti e delusioni.
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Per curiosità, potremmo domandarci: quanti amici, in teoria, ha in media ciascuno di noi?
Secondo il “numero di Dunbar”, gli esseri umani possono mantenere circa 150 relazioni stabili, nondimeno le amicizie più strette sono poche, generalmente non più di cinque. Questo numero ci ricorda l’importanza di investire tempo e attenzione nelle amicizie più significative, piuttosto che cercare di accumulare un gran numero di relazioni superficiali.
Se comunque desideriamo ampliarle, stringere nuove amicizie richiede intelligenza sociale, ovvero la capacità di comprendere e rispondere in modo efficace alle emozioni e ai comportamenti degli altri. Essere aperti, empatici e pronti a offrire sostegno è alla base per costruire nuove relazioni. E, soprattutto, non bisogna avere paura di mostrarsi vulnerabili: spesso, è proprio attraverso la condivisione delle nostre debolezze che nascono le amicizie più forti.
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Non tutte le amicizie durano per sempre, e alcune possono diventare una fonte di dolore. Gli amici “tossici” sono quelli che ci fanno sentire svuotati, manipolati o inadeguati. Dobbiamo riconoscere e saper affrontare queste dinamiche per proteggere il nostro benessere. In alcuni casi, è necessario allontanarsi da un’amicizia che è diventata dannosa.
Anche se può essere triste, e addirittura talora sconvolgente, interrompere bruscamente un rapporto tossico è spesso l’unico modo per preservare la nostra salute mentale e la nostra felicità. Non bisogna mai sentirsi in colpa per aver fatto questa scelta: la nostra serenità deve sempre venire prima.
In definitiva l’amicizia è un’arte complessa, fatta di equilibrio tra dare e ricevere, accettare e crescere insieme. Che si tratti di amici d’infanzia, colleghi o partner di vita, ogni amicizia arricchisce la nostra esistenza in modi unici e insostituibili. E alla fine, ciò che conta davvero è la qualità dei legami che coltiviamo, non la quantità. Scrive Aristotele: “Senza amici nessuno sceglierebbe di vivere, anche se possedesse tutti gli altri beni”, e, probabilmente, è tuttora così.
L’AUTRICE – Simonetta Tassinari insegna Storia e Filosofia nei licei. Ha insegnato “Laboratorio di didattica della filosofia” presso l’Università del Molise, è stata tutor universitario del TFA (Tirocinio Formativo Attivo), da anni coltiva la Psicologia relazionale, la Psicologia dell’età evolutiva, il counseling filosofico e la divulgazione filosofica per bambini e ragazzi. È l’animatrice di partecipati “Caffè filosofici” e tiene conferenze e presentazioni in tutta Italia.
Ha pubblicato romanzi, testi di argomento storico e filosofico (tra gli altri, per Einaudi scuola) e il saggio “brillante” – sull’insegnamento della filosofia nelle scuole – La sorella di Schopenhauer era una escort (Corbaccio). Con Corbaccio ha pubblicato anche Donna Fortuna e i suoi amori, La casa di tutte le guerre e Le donne dei Calabri di Montebello.
Per Feltrinelli ha pubblicato nel 2019 Il filosofo che c’è in te; S.O.S. filosofia. Le risposte dei filosofi ai ragazzi per affrontare le emergenze della vita, rivolto agli adolescenti; Il filosofo influencer. Togliersi i paraocchi e pensare con la propria testa (2020); per Gribaudo Instant Filosofia (2020) e Le 40 parole della filosofia (2021) e Il libro rosa della filosofia – Da Aspasia a Luce Irigaray, la storia mai raccontata del pensiero al femminile (2024).
Ora è in libreria per Corbaccio con L’ultima estate in paese: in uno sperduto paese molisano di montagna, durante l’estate del 1975 giunge inaspettato un giovane straniero biondo, alto, a cavallo di un potente Kawasaki: il suo nome è Pierre Duchamp, di nazionalità belga, di professione architetto. Pianta la sua tenda ai confini del parco pubblico. Nello zaino ha un manuale di puericultura italiano, stampato proprio in quel paesino, unica traccia della sua famiglia d’origine, e che gli è stato consegnato, una volta finiti gli studi, dalla madre superiora dell’orfanotrofio nei pressi di Liegi nel quale è cresciuto. Con lui la gente del posto è gentile, ma evasiva, da una parte sembra volerlo aiutare, dall’altra sembrano tutti infastiditi se non allarmati dalla sua presenza. Gli unici a dargli una mano sono cinque liceali, cinque ragazzi a cui il paese va stretto e che sognano l’avventura. Grazie a loro verrà alla luce una vicenda sconcertante, che risale al lontano passato di un’Italia ancora stremata dalla guerra quando, in una notte di febbraio del 1946, una malandata corriera piena di famiglie di emigranti proveniente dalla Sicilia e diretta verso le miniere belghe, si era fermata al paese per far scendere un uomo e la moglie con le doglie. Dei due siciliani si sono poi perse le tracce, ma il loro passaggio ha lasciato in eredità una verità sconvolgente che investe tutta la piccola comunità…
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