“Difficile essere popolari e intellettuali insieme, rigorosi e ironici. Il successo fa perdere lucidità. Lui no, rimase sempre se stesso”. – Il ricordo del direttore editoriale di Chiarelettere, Lorenzo Fazio, nel giorno della morte dello scrittore

Scrivo perché è sempre meglio che scaricare casse al mercato centrale

Scrivo perché non so fare altro

Scrivo perché dopo posso dedicare i libri ai miei nipoti

Scrivo perché così mi ricordo di tutte le persone che ho amato

Scrivo perché mi piace raccontarmi storie

Scrivo perché mi piace raccontare storie

Scrivo perché alla fine posso prendermi la mia birra.

Scrivo per restituire qualcosa di tutto quello che ho letto.

Basterebbero queste parole proposte nella quarta del libro Come la penso (Chiarelettere, 2013) per ricordare Andrea Camilleri, la sua straordinaria umanità e intelligenza, il suo stile sempre venato d’ironia.

La sua morte lascia un vuoto enorme. Era scrittore, drammaturgo e un intellettuale. Ripeto: intellettuale. Parola desueta. Era dentro la società che trasfigurava nei romanzi che lo hanno reso tardivamente famoso e che osservava con acutezza e senza concessioni al potere, economico o politico.

COME LA PENSO chiarelettere andrea camilleri

Camilleri era un uomo libero grazie alla scrittura che gli ha dato un’enorme popolarità. Difficile essere popolari e intellettuali insieme, rigorosi e ironici. Il successo fa perdere lucidità. Lui no, rimase sempre se stesso. Montalbano è entrato praticamente in tutte le case degli italiani ma questo non ha comportato in Camilleri un cambiamento nello stile, nelle prese di posizione nei confronti della politica. Ricordo i libri intervista con Saverio Lodato (Un inverno italiano, Di testa nostra) in cui lo scrittore raccontava la tragicommedia che gli italiani stavano vivendo ai tempi di Berlusconi: fatti, misfatti, figurine ridicole che hanno invaso la nostra cronaca e che Camilleri ha reso sulla pagina intrattenendoci brillantemente come in uno dei suoi racconti, e nello stesso tempo denunciando tutta l’enormità, lo scandalo che stavamo vivendo. Uno scrittore come lui aveva molto materiale da usare, bastava osservare, ma pochi, ancor di più oggi, lo sanno fare perché pochi sono veramente liberi.

Anche gli altri libri che Chiarelettere ha avuto l’onore di pubblicare, Come la penso e Certi momenti, sono a loro modo delle controstorie d’Italia in cui personaggi piccoli e grandi, eventi privati e pubblici, presente e memoria del passato s’incastrano in una ricostruzione imperdibile per intelligenza e sensibilità, dando vita a un affresco dai colori vivacissimi.

Grazie Andrea per averci dato tutto questo e per non aver mai smarrito la strada.

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