Enrico Pandiani torna con il giallo “Lontano da casa”, che affronta temi attuali come l’integrazione, e su ilLibraio.it parla della sua formazione di autore e lettore, soffermandosi su scrittori come Jean-Patrick Manchette ed Elmore Leonard, e su altri nomi contemporanei

Combattimento per un’immagine nera

Ci sono due autori estremamente importanti nella mia formazione, di lettore, prima, e di scrittore, poi. Sono due autori molto diversi, lontani migliaia di chilometri l’uno dall’altro: il primo, forse colui che considero il più importante, si trovava in Francia; il secondo, ma tutt’altro che secondario, viveva negli Stati Uniti. Uso il passato perché entrambi si trovano tra i più.

Jean-Patrick Manchette è morto giovanissimo, il destino gli ha giusto lasciato il tempo di scrivere una decina di romanzi. Il suo collega americano, Elmore Leonard, ha campato molto più a lungo e ci ha lasciato una produzione vasta e invidiabile.

Sia l’uno che l’altro hanno avuto un impatto formidabile sulla mia formazione, mi hanno insegnato tantissimo e, pur non avendoli mai conosciuti, li rimpiango.

Aveva poco più di cinquant’anni, quando un cancro al pancreas si è portato via Jean-Patrick Manchette. Lui è l’autore che ha dato un giro di volta al noir francese e non solo. Pochi hanno saputo raccontare l’ambiente violento e contorto del Polar, quel confine tra bene e male sempre più grigio e indistinguibile nel quale si muovono i suoi personaggi, quasi sempre negativi e mai del tutto positivi. Uomo di estrema sinistra, ha portato nel genere la politica, e tutti gli affari loschi e la corruzione che da sempre le girano attorno, tema poi ripreso e ampliato da altri grandi autori e autrici, come Dominique Manotti.

Della manciata di romanzi che ha scritto, almeno cinque sono stati per me veri e propri testi di apprendimento. Le sue storie sono tese, violente, mozzafiato, vere e proprie discese inarrestabili verso l’abisso. Fin dal primo romanzo, Laissez bronzer les cadavres!, che si svolge in un villaggio abbandonato della Costa Azzurra, vera e propria partita a scacchi tra due gendarmi e una banda di feroci malviventi, il cui scacco matto rappresenta la morte, Manchette ha affinato l’arte difficile e straordinaria della tensione. Quando alla fine si chiude il romanzo, ci si accorge di aver trattenuto il fiato per tutte le 200 e fischia pagine.

Jean-Patrick Manchette

Vero e proprio maestro della tensione, ha prodotto capolavori come Nada (mitica la maniera in cui i protagonisti si procurano le armi), Piccolo blues della costa ovest, L’affare N’Gustro, Pazza da uccidere (indimenticabile la protagonista) e, soprattutto, il celeberrimo Posizione di tiro, storia amara e violenta di un killer professionista e romanzo di culto assoluto. Quando muore, il 3 giugno 1995, Manchette lascia un romanzo incompiuto di una bellezza selvaggia, Principessa di sangue, a mio giudizio la sua opera migliore, terminato anni dopo, per un doppio album a fumetti, dal cineasta Doug Headline assieme al disegnatore Max Cabanes.

Due soli libri di Jean-Patrick Manchette si permettono di allontanarsi da quella componente tesa e mortifera che accompagna le sue storie. Si tratta di una miniserie, se così la vogliamo chiamare, due romanzi con protagonista l’investigatore privato Eugène Tarpon, Piovono Morti e Un mucchio di cadaveri, quasi due parodie del detective di stampo americano, raccontate con humour inaspettato e grande ironia. Quasi un’evoluzione dell’investigatore Nestor Burma, di Leo Malet, Tarpon tende verso la determinazione e la lucida violenza di Spillane, piuttosto che lasciarsi sedurre dal lato sentimentale di Philip Marlowe, l’eroe nostalgico di Raymond Chandler.

Molto più longevo, quasi novant’anni, Elmore Leonard è stato per oltre mezzo secolo uno dei più prolifici autori di genere americani. Abilissimo romanziere, è noto anche per i suoi straordinari racconti e romanzi western sulla frontiera americana, uno fra tutti Quel treno per Yuma, che vantano già diversi adattamenti cinematografici, tra i quali Hombre con Paul Newman, Arriva Valdez con Burt Lancaster e Joe Kidd con Clint Eastwood. Al contrario del francese, Leonard non si occupa di politica se non marginalmente. Preferisce raccontare quella linea d’ombra che sta tra la legalità e il crimine e, quando si sposta, tende a farlo nella direzione opposta a quella della legge. I suoi personaggi sono quasi sempre delinquenti, sia i buoni che i cattivi. La morte violenta è una conditio sine qua non, nelle sue storie, accompagna il lettore e spesso lo fa saltare sulla sedia.

Maestro assoluto del dialogo, lo utilizza per delineare aspetto e caratteristiche dei suoi personaggi che, attraverso il parlato, rivelano la propria personalità, i vizi, le paure e spesso anche l’aspetto fisico. Fin dal suo esordio nella letteratura di genere, nel 1969, Leonard ha aperto una strada del tutto nuova, molto personale, raccontando un’America molto diversa dal consueto, storie che si svolgevano nelle pieghe nascoste della società, animate da gangster, mezze tacche, ex detenuti e delinquenti in cerca di una sorta di redenzione. Anche i personaggi femminili sono interessanti. In parte mediati da quelli di Jim Thompson, che siano poliziotte, delinquenti o donne coinvolte nella storia loro malgrado, emergono per intelligenza e capacità rispetto ai loro colleghi maschi. L’esempio più lampante è Jackie Burke (nel film diventa Jackie Brown), un’assistente di volo che trasporta droga per conto di trafficanti, e che con ingegno tipicamente femminile riesce a uscire indenne da una vicenda estremamente intricata. Capolavori come Lo sconosciuto n. 89, Punch al rum, Out of sight, Killshot, Freaky Deaky o Su nella stanza di Honey, noir anomalo sui prigionieri di guerra tedeschi in America, hanno segnato la storia del romanzo di genere americano e per riflesso, quella del suo cinema.

leonard

La scrittura asciutta di Leonard, i suoi dialoghi incisivi, fatti di frasi brevi e secche, lo humour nero e la visione sarcastica di quel mondo sotterraneo, fanno delle sue storie un tòpos irrinunciabile. La sua prerogativa più interessante è la capacità – attraverso quello che si potrebbe considerare una sorta di montaggio cinematografico – di creare e far crescere nel corso del romanzo una tensione che spesso diventa spasmodica, provoca ansia e aspettativa. Capacità che nel romanzo di genere rappresenta senz’altro una marcia in più.

Detto questo vorrei consigliare la lettura di tre romanzi che da questi due grandi autori hanno senz’altro mediato la tensione grazie alla capacità stilistica dei loro autori:

Corri di Douglas E. Winter

Corri Douglas E. Winter

Winter è stato una sorta di meteora che, purtroppo, si è consumata in una luce abbagliante che è appunto il romanzo Corri. Con un linguaggio estremamente innovativo, uno humour nero sensazionale e grande sarcasmo, ci racconta le disavventure violentissime e sanguinose di Burdon Lane, un runner al servizio di un’industria americana del traffico d’armi. I runner sono professionisti armati che vengono inviati sul luogo dello scambio armi contro soldi, per controllare che tutto vada come previsto e, in caso contrario, per intervenire rimettendo le cose a posto. Una sorta di mafia allargata dove detta legge la totale mancanza di etica e di scrupoli. Nel corso di uno di questi appuntamenti, il nostro viene messo in mezzo e dovrà sputare sangue per riuscire ad uscire dalla vicenda libero e illeso. Un romanzo assolutamente adrenalinico, con azione incalzante, dissacrante e mozzafiato, dove le armi sono le vere protagoniste della storia. Dopo aver letto questo libro, ho scritto il mio primo romanzo.

Cadaveri a sonagli di Christian Frascella

christian fascella cadaveri a sonagli

Lea e Nicola, due ladri improvvisati ma decisi a tutto; Gianni Romoli, padrone di un ristorante che decide di cogliere l’attimo; Rocco Coce, un incapace convinto di essere furbo; Omar, un dobermann pinscher; Dora Baron, un’ispettrice che ama le sorprese; Cosma e Damiani, due poliziotti che si chiamano come i santissimi della tradizione; Riccardo Rua, un assicuratore che sta sputando l’anima. E naturalmente Carla, la vittima innocente. Lo humour e l’ironia di Frascella qui si sposano con la crudeltà con cui sa descrivere i suoi protagonisti, mettendoli a nudo e, spesso, alla berlina. Non c’è un personaggio principale perché lo sono tutti; si alternano in una sequenza di quadri sempre più frenetici dove l’inatteso è sempre dietro l’angolo e la tensione sale con la velocità del lampo. Scene divertenti si susseguono in un caleidoscopio di crudezza che getta in faccia al lettore caratteri che tutti i giorni può incontrare per strada o vedere su Facebook. L’umorismo al vetriolo e il sarcasmo in punta di penna sono le caratteristiche pregnanti di Frascella, che in questo noir atipico riesce a condensare l’essenza di Elmore Leonard e al contempo la prende in giro.

La bugiarda di Hannelore Cayre

La bugiarda Hannelore Cayre

Un piccolo capolavoro del noir, una novità in un campo dov’è difficile fare innovazione. Uscito da poco in Italia per le Edizioni Le Assassine, nel frattempo è stato portato anche al cinema da Isabelle Huppert. Patience Portefeux è una donna di cinquant’anni con alle spalle una vita agiata grazie ai traffici del padre e al ricco marito. Ora è vedova, senza un soldo, con due figlie che non le danno alcun conforto. Per giunta deve mantenere la madre demente in un istituto. Per farlo è costretta a lavorare per la polizia dove, grazie alla sua profonda conoscenza dell’arabo, traduce per la Stup, la narcotici, le intercettazioni degli spacciatori magrebini. Grazie a una di queste intercettazioni si troverà a disporre di un’enorme quantità di hashish che in qualche modo dovrà riuscire a vendere. Per questo, diventerà la Daronne (titolo originale nell’edizione francese, ndr). Il romanzo di Hannelore Cayre è una perla nera in un universo di ostriche, una magnifica esibizione di intelligenza, ironia, humour e capacità narrativa. A me ha lasciato di stucco. A Leonard e Manchette sarebbe indubbiamente piaciuto.

pandiani lontano da casa

L’AUTORE E IL LIBRO – Enrico Pandiani inizia a esprimere il suo talento di narratore fin da bambino, disegnando fumetti.  Grafico e disegnatore, nel 2009 scrive la saga Les italiens (Instar Libri), i cui protagonisti sono una squadra di poliziotti parigini e il commissario Mordenti. Seguono Troppo Piombo nel 2010 e Lezioni di tenebra nel 2011, sempre editi da Instar Libri, mentre Pessime scuse per un massacro, quarto capitolo della saga, esce per Rizzoli nel 2012.

Da segnalare anche La donna di troppo (Rizzoli, 2013), con la quale Pandiani inaugura una nuova serie gialla ambientata nella sua città. Del 2014 e sempre per lo stesso editore è I semi del male, raccolta di racconti noir scritta a sei mani: oltre allo stesso Pandiani, vi sono storie di Carlo Bonini, Sandrone Dazieri, Giancarlo De Cataldo, Marcello Fois e Bruno Morchio. Tra i suoi romanzi più recenti ricordiamo: Più sporco della neve (2015), Una pistola come la tua (2016) e Polvere (2018).

Il suo ultimo romanzo, pubblicato nella nuova collana Le Stanze di Salani, è Lontano da casa, che si apre con una scena in cui Jasmina Nazeri, quando torna a casa dopo una giornata di lavoro, non può immaginare che ad aspettarla ci siano dei poliziotti. Un uomo di colore è stato ucciso, dicono, era nudo e senza documenti, e forse l’unica in grado di identificarlo è proprio lei, che in quel quartiere di periferia conosce tutti. Il corpo è riverso a terra in un giardino pubblico e, quando viene girato a faccia in su, in quel volto la ragazza riconosce Taiwo che, anche se non vedeva dal tempo in cui avevano avuto una relazione, è certa non sia un tipo da cattive frequentazioni.

Come può essergli capitato un destino tanto orribile? E come si rende giustizia a qualcuno che per la società non esiste? Jasmina è una giovane donna di origini iraniane e sa quanto sia difficile ottenere rispetto, un’opportunità, o anche soltanto ascolto. Per questo dedica la sua vita ad aiutare gli altri, insegnando l’italiano agli immigrati e dandosi da fare per chi ne ha bisogno. Forse lo stesso non si potrebbe dire di Pandora Magrelli, l’ispettore che la avvicina per chiederle di collaborare in via non ufficiale alle indagini e che ha un’idea molto diversa della tolleranza, ma sembra voler scoprire la verità a ogni costo…

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