Ambientato a Napoli nel periodo che vide la corona d’Aragona conquistare il trono partenopeo, sottraendolo al dominio dei francesi, fra il 1442 e il 1487, a distanza di dieci anni dal precedente romanzo (“Gli eredi della terra”), il nuovo “In guerra e in amore” di Ildefonso Falcones prosegue nel raccontare la straordinaria ascesa della dinastia degli Estanyol, famiglia catalana di umili bastaixos poi salita al rango comitale per aver contribuito a costruire Santa Maria del Mar (“La cattedrale del mare”, che dà il titolo al primo volume della serie bestseller). Alla scoperta di un’attesa novità per lettrici e lettori appassionati di romanzi storici, un libro pieno di colpi di scena, sul passaggio fra Medioevo e Rinascimento
L’onore sopra tutto.
Ambientato a Napoli, nel periodo che vide la corona d’Aragona conquistare il trono partenopeo, sottraendolo al dominio dei francesi, fra il 1442 e il 1487, a distanza di dieci anni dal precedente Gli eredi della terra, il nuovo In guerra e in amore di Ildefonso Falcones – Longanesi, traduzione di Claudia Marseguerra, Silvia Sichel, Claudia Acher Marinelli – prosegue nel raccontare la straordinaria ascesa della dinastia degli Estanyol, famiglia catalana di umili bastaixos poi salita al rango comitale per aver contribuito a costruire Santa Maria del Mar (La cattedrale del mare, che dà il titolo al primo volume della serie bestseller).
Con un ritmo narrativo che sa coinvolgere sin dalle prime battute, introdotto da un rocambolesco prologo, che descrive il protagonista Arnau trasferirsi a Palazzo Domenni attraverso gli intricati vicoli della Napoli sotterranea, l’incalzare del romanzo emoziona per tutta la sua durata, accompagnando nel contesto tardo-medievale senza mai far disperdere lettrici e lettori nel susseguirsi degli eventi storici. E non che di pagine se ne contino poche (728): dalla rivolta dei remences alla congiura dei Pazzi, sono tanti gli episodi di belligeranza – e di tradimento, e di diplomazia – che contribuiscono ad arricchire la trama, tutti realmente accaduti, e comunque fondamentali per meglio comprendere gli equilibri su cui si muove la figura del protagonista.
È infatti questi un uomo che si descrive con la Storia: già nominato Duca di Navarcles, e ora compagno d’arme di Re Alfonso V, il condottiero di stanza a Napoli dedicherà la sua intera esistenza alla difesa della corona aragonese, mettendo a repentaglio non soltanto la sua propria vita (come nella disfatta angioina a Castel Volturno), ma anche quelle dei suoi familiari (che ne subiranno le decisioni, senza avere su di esse alcuna voce in capitolo, come da regole del patriarcato).
Può interessarti anche
Dei suoi tanti figli, compresi quelli avuti dalla moglie legittima a Barcellona, Elisenda de Marganell, è senza dubbio Marina il personaggio che più degli altri risentirà dell’esposizione politica di Arnau; erede della baronessa di Castelpetroso Sofia – la donna di cui si è preso carico per averlo promesso al precedente marito, il commilitone Giovanni di Forti -, l’inconsapevole fanciulla verrà scelta dal perfido Destorrent quale vittima sacrificale (e sessuale) del suo piano di rivalsa nei confronti di Arnau. È d’altronde fin da bambino che il conte di Accumoli nutre nei confronti del fratellastro un odio a dir poco viscerale: entrambi figli dell’ammiraglio Bernat, il cattivissimo e i suoi parenti ne combineranno di ogni pur di accaparrarsi l’eredità del padre, salvo poi venire scoperti, nonché umiliati in quanto disertori.
Può interessarti anche
E sarà proprio questo il motivo per cui Gaspar Destorrent rinuncerà al cognome “Estanyol”, ma non al suo desiderio di vendetta; sostenuto da un prete corrotto che lo aiuterà nel suo piano diabolico, ecco dunque il malfattore insinuarsi nel focolare domestico della donna per scoprire, dal suo interno, tutti i segreti (fra cui un’accusa di sodomia) che potrebbero compromettere il buon nome degli Estanyol…
Può interessarti anche
Con un finale da grande classico, che non risparmia i colpi di scena, un romanzo sul passaggio fra Medioevo e Rinascimento che ci insegna quanto l’arrendersi “in amore” sia spesso più complicato che il difendersi in una guerra. “La Napoli di allora era aragonese e quindi catalana”, ha spiegato Falcones in una recente intervista al TG3: “Ho studiato molto, ho consultato documenti dell’epoca, poi sono venuto a Napoli a respirare l’atmosfera della città per conoscere il carattere dei napoletani, che è ancora molto simile a quello di allora. E ho visitato i luoghi: Castelnuovo, i sotterranei, il Monastero di Santa Chiara (…). In amore e in guerra, allora come ora, tutti lottiamo per poter andare avanti alla ricerca della felicità. Proprio come Arnau”. Lasciando aperto uno spiraglio circa un possibile sviluppo della saga… E allora, Seguidores vencen!, come griderebbe il nostro prode catalano.
Scopri le nostre Newsletter

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

Fotografia header: Ildefondo Falcones nella foto di Yuma Martellanz