Un romanzo nella tradizione del “familieroman”: “La luce naturale” di Marco Archetti è scritto in una tonalità segretamente espressionista e con una metaforizzazione coraggiosa e di ampio respiro

Tutte le famiglie felici sono più o meno diverse tra loro; tutte le famiglie infelici sono più o meno uguali” leggiamo nell’incipit di Ada o ardore, uno dei romanzi forse meno noti di Nabokov, e anche il più intriso di sarcastici veleni.

La frase è attribuita a un non meglio precisato scrittore russo, e se si tratta di Tolstoj, com’è evidente, ne rovescia in tono beffardo l’assunto contenuto nel notissimo incipit di Anna Karenina secondo cui “tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.

Dovendo decidere da che parte si situi in questa polarità più o meno immaginaria Marco Archetti, che ha appena pubblicato un romanzo sicuramente nella tradizione del “familieroman”, ovvero la narrazione che si basa strettamente, anche se non in modo esclusivo, sulle relazioni tra i membri di una famiglia, la risposta non è così ovvia, e forse neppure necessaria; perché il problema non è tassonomico, qui si tratta di una entità umana il cui quoziente di felicità è davvero minimo, e quella di risentimento è altissimo.

La luce naturale (Mondadori) è un’epica del risentimento, scritto in una tonalità segretamente espressionista e con una metaforizzazione coraggiosa e di ampio respiro, cifra dell’autore fin dai tempi di Lola Motel, annoverabile si direbbe alla miglior ascendenza lombarda dei nipotini dell’ingegnere – e del resto un piccolo riferimento a un attore che recita Gadda per il presidente Mattarella sembra un segnale metaletterario di appartenenza.

Personaggi non poco canaglieschi si dibattono preda di vizi capitali: l’ira soprattutto, ma poi volendo anche tutti gli altri, dalla lussuria alla gola, dall’invidia alla superbia, per non parlare dell’avarizia – intesa ovviamente come avidità, intorno al lascito della madre morente, Elvira, che è già stato riservatamente intaccato, e non di poco. Il topos letterario assurge a dimensioni di metafisica, trafitta comicità.

marco archetti

La scena è una camera d’Hotel sulla riviera veneziana, in un torrido agosto, dove da anni l’anziana signora trascorre le vacanza con la figlia Tiziana. Colta da un ictus giace ora in coma tra l’imbarazzo dei clienti che non sanno che cosa stia succedendo e il fastidio sempre più evidente dell’albergatore, che si sbarazzerebbe volentieri di un’ospite tanto scomoda. La figlia però resiste, proprio non ne vuole sapere di ricoverarla in ospedale, e convoca in tutta fretta i due fratelli accanto al letto di morte: Flavio, uomo iroso almeno quanto il Pelide Achille, attore di non grande fortuna che sta per mettere a segno il colpo della vita (o presunto tale: un “monologo eliocentrico” che riguarda appunto Omero) ma è costretto ad interrompere fruttuose trattative, e Gabriele, una specie di buono a nulla pieno di debiti e tentato da un progetto criminale, addirittura il sequestro di un calciatore. Il fatto che il loro cognome sia Calore non pare del tutto secondario.

La luce naturale Marco Archetti

La miscela di rancori, furbizie, furia e ambiguità si rivela com’è evidente esplosiva, in un gioco al massacro tra menzogne, accensioni erotiche, risse furibonde, questioni di eredità, che si snoda per giorni e giorni perché, semplicemente, la madre continua a non morire, nonostante ormai tutti lo desiderino. E la vita nel frattempo si accanisce su di loro, in un crescendo beffardo. L’attore, che osserva la madre “presidiando il canale di scolo del suo amore filiale”, avrà persino il tempo di scoprire che il suo progetto sull’Iliade – centrato ovviamente sull’ira di Achille – è stato accettato ma verrà realizzato da un rivale; Gilberto – che alla madre ha scroccato una bella cifra, subito dilapidata – non combinerà nulla di nulla e si accontenta della piccola felicità racchiusa nel sorriso del figlio.

Tiziana, moglie perennemente insoddisfatta, non fa altro se non offrirsi a uomini poco o nulla interessati a lei – il più recente nella fattinspecie è lo stesso pur fastidioso albergatore – sprofonda nella propria infinita frustrazione. Vittimista, bugiarda, disperata, la supponiamo impermeabile all’antico consiglio dato da Tristram Shandy, secondo il quale in un passo del resto famoso che riguarda certi amori improbabili, “siccome la vedova Wadman amava lo zio Tobia e lo zio Tobia non amava la vedova Wadman, altro non restava a questa se non di continuare ad amare lo zio Tobia o di lasciarlo perdere”. Ecco, Tiziana, “in pedalò contro il destino”, non può proprio lasciar perdere, questa laica possibilità le è preclusa in tutti i campo dell’agire umano, anche se il marito, uomo mite e innamorato di lei e della sua tristezza, un poco ci ricorda davvero l’impareggiabile zio Tobia di Lawrence Sterne (col quale Archetti condivide a nostro avviso una perfida, sorridente ironia).

In La luce naturale ognuno resta prigioniero volontario nel proprio castello di menzogne (e forse la famiglia, quella di tutti e di nessuno, non è anche questo, se pure in genere declinato in modalità molto meno tragicomica?) Resta in attesa… Già, in attesa di che?

Nella sua tenera crudeltà, la macchina narrativa di Archetti, fra piccoli e grandi coup de theatre, ci apparecchia una sorpresa, perché, come prescrive il romanzo, “tutto sembra ristagnare, ma il cantiere delle circostanze è al lavoro”: e lo è sempre.

Se l’idea della felicità famigliare (negata peraltro con decisione furiosa dalla Sonata a Kreutzer dello stesso Tolstoj, che come Nabokov, a nostro sommesso parere, amava stupire) resta una sorta di perenne utopia, quella dell’infelicità, in questi tempi di letteratura terribilmente per bene, virtuosa e consolatoria, pare il carburante più persuasivo per la narrazione, almeno quando rivendichi la propria libertà immaginativa e non si adatti a un’idea, per così dire, maggioritaria e predominante, al ricatto sentimentale: perché ci sa raccontare qualcosa del nostro mondo che giace nel profondo, oscurato e tuttavia possibile.  Forse davvero tutte le famiglie infelici lo sono tutte allo stesso modo.

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

Libri consigliati

Abbiamo parlato di...