Non c’è niente di più triste di un clown disperato che fa compassione. Leggere oggi “Opinioni di un clown” di Heinrich Böll (Nobel per la letteratura nel 1972) è rinnovare l’incontro con un grande manifesto politico, sull’autenticità e la responsabilità umana verso la storia. Il messaggio del romanzo (uscito nel 1963) è cupo e amaro: il mondo è artificio, e il clown, intransigente e disperato, non può che cantare il suo dolore e la sua condanna…

“Avrei voluto piangere, il trucco me lo impediva, stava così bene con le crepe, con i punti in cui cominciava a sfaldarsi, le lacrime avrebbero distrutto tutto. Avrei potuto piangere dopo, una volta finito di cantare, se ancora ne avessi avuto voglia.”

Non c’è niente di più triste di un clown disperato che fa compassione.

Hans Schnier ha viaggiato, calcato i migliori palcoscenici, ha avuto contratti e plausi, poi il crollo. Marie, l’amore della sua vita l’ha lasciato, per sposare il cattolico borghese Züpfner, Hans ha iniziato a bere, si è lasciato andare, ormai senza smalto si è infortunato tra l’imbarazzo del pubblico. Ha perso tutto, l’amore, il lavoro, la stima di chi lo circonda.

Solo, affamato e con un solo marco in tasca, Hans si ritrova nella sua casa di Bonn. Si ubriaca, si immerge in una vasca da bagno, poi inizia a telefonare, in cerca di aiuto, in cerca di una mano che si tenda verso di lui. Percorre la lista di chi ha conosciuto, degli amici con cui ha litigato, di quelli che lo hanno salvato un tempo.

Nelle tre ore in cui si sviluppa il presente della narrazione, Hans ripercorre brevi ricordi, spaccati che lo riportano a momenti di illusione, di amore, di speranze.

Opinioni di un clown

Rileggere Opinioni di un clown (Oscar Mondadori) di Heinrich Böll è rinnovare l’incontro con un grande manifesto politico, sull’autenticità e la responsabilità umana verso la storia.

Hans è un clown che si lamenta del mondo che lo circonda e che lo ha ridotto in un angolo: Hans non risparmia nulla nella miseria della sua situazione, ricordando le delusioni e i tradimenti che hanno segnato il suo percorso. Marie ha scelto il compromesso, si è fatta irretire dal Circolo dei cattolici progressisti, ha accolto il loro spirito borghese, moralistico, se n’è andata da un rapporto che aveva la semplicità della purezza, l’assoluto di una monogamia fedele. Ma i preti chiedono il matrimonio, e Marie si è sposata, è diventata la first lady del perbenismo. Per Hans il tradimento di Marie, che ha scelto il ruolo designato dal cattolicesimo, è la scintilla di un rancore cresciuto nel tempo contro tutte le maschere della società tedesca.

“Un regno per un matrimonio! Il diritto! La legge! Il dogma!”

Per un clown che si trucca il volto per essere se stesso, dire la verità è un atto rivoluzionario, e la sua maschera ridicola di cerone è lo specchio nel quale la società vede se stessa, la propria ipocrisia. Attorno a sé Hans non vede altro che maschere, ma pochi volti, e in questo paradosso pirandelliano lui si erge a giudice della falsità sociale.

La società bigotta che si gode il fermento del dopoguerra è un mondo ingannevole in cui i tedeschi hanno liquidato tutto, si proclamano democratici, ma il loro pentimento è fasullo: il nazismo è ancora lì, con il suo orrore, nascosto nei salotti, sotto i sorrisi e la signorilità della borghesia, è ancora lì ad avvelenare ogni cosa di odio, materialismo, cinismo e opportunismo.

“Io ho il terrore che dei tedeschi mezzo ubriachi di una determinata generazione mi rivolgano la parola, parlano sempre della guerra, dicono che era meraviglioso, e quando sono davvero ubriachi viene fuori che sono degli assassini e trovano che sia stato tutto “non così terribile”.”

La malinconia del buffone, sincero come un bambino, imbarazza la morale sociale, disturba l’apparenza costruita nei salotti, dai rigadritto che recitano la parte rabberciata dei misericordiosi, accanto a preti ipocriti che predicano sacrificio, dolore, destino, povertà e condannano l’amore e la verità.

È una società intrisa di potere, che ha definito regole chiare, ruoli oggettivi, un cattolicesimo militante che non accetta deviazioni.

Hans è figlio di una delle famiglie più prosperose della Germania degli anni ’60: i Schnier del carbone interpretano alla perfezione il loro copione, la borghesia ricca protestante, dignitosa e signorile, rinnegando il figlio artista scomodo. Si recita a soggetto, e Hans non è altro che una marionetta con i fili spezzati che fa fatica a rialzarsi.

“Quello che mi irritava di più dei jour fixe di mia madre era l’atteggiamento inoffensivo degli emigranti tornati in Germania. Erano così commossi da tutto quel pentimento e da quel proclamarsi adepti della democrazia strombazzato ovunque che si vedevano di continuo fraternizzazioni e abbracci. Non capivano che il segreto dell’orrore sta nei dettagli. Pentirsi delle cose grandi è un gioco da bambini: errori politici, infedeltà coniugali, assassini, antisemitismo – ma chi procede al perdono, chi capisce i dettagli?”

In questo mondo che ha perso il ricordo del passato, solo Hans ha memoria, la legge in faccia alle persone che incontra, bigotti che guardano alle sue pantomime con sufficienza e con sprezzo arrogante.

La sua è una rappresentazione dell’assurdità quotidiana, le crepe del suo cerone sono quelle di un’umanità grottesca che ha fallito il suo scopo, negando le proprie responsabilità e godendosi il benessere. E se scordare il passato vuol dire scordare se stessi, quello di Hans è un grido di autenticità in mezzo alla finzione.

Spregiudicato e tagliente, Heinrich Böll, Nobel per la letteratura nel 1972, mantiene inalterata la sua anima scomoda: il suo Hans, il clown che colleziona istanti, svela il vero volto e il vero odore delle persone accanto a sé, in un ritratto che dal 1963 risuona oggi ancora ferocemente attuale. Il messaggio è cupo e amaro: il mondo è artificio, e il clown, intransigente e disperato, non può che cantare il suo dolore e la sua condanna.

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

Libri consigliati