Il romanzo “Il canto della fortuna” è il primo volume della dualogia sui Rizzoli, una parabola familiare (e di rivalsa sociale) che attraversa il Novecento. Su ilLibraio.it la riflessione dell’autrice, Chiara Bianchi, che si sofferma sulla figura di Angelo, self-made man d’altri tempi, e il figlio Andrea, all’insegna dell’incomunicabilità

Dove in principio regnava il Caos, ci fu Gaia, la madre, che generò Urano, il padre. Esiodo, poeta greco, racconta così la nascita del primo padre della mitologia.

Urano odiava i suoi figli. Tra loro non regnava l’amore, bensì l’odio, il timore e la rivalità. E poi venne Crono che, invece, i figli, per paura di essere spodestato, li mangiava.

Ai miti attingo per descrivere Angelo Rizzoli padre e capo d’azienda. Una figura straordinariamente complessa, un self-made man d’altri tempi, capace di giocare la sua partita con la fortuna con audacia e semplicità.

L’inizio della sua esistenza è segnata dalla miseria. Non ha mai conosciuto il padre, di cui porta lo stesso nome, morto suicida qualche mese prima della sua nascita. Cresce con la madre e le due sorelle in un abbaino nel centro di Milano e, presto, finisce per indigenza in orfanotrofio, diventando così un Martinin. Un’esperienza che, con l’apprendistato, come tipografo stampatore, gli insegna un mestiere che non lascerà più.

Quando conosce Anna, Angelo non è ancora nessuno, ma ha il fuoco negli occhi. Tra  gli inchiostri e le macchine da stampa se ne innamora e la sposa. Inizia così l’avventura della famiglia Rizzoli.

Con la nascita di Andrea giunge anche la guerra, poi arriva Pinuccia e infine Rinella.

Anna, la moglie di Angelo, dal carattere delicato e sensibile, non disdegna di dire la sua, e quando lo fa, suo marito l’ascolta come fosse un oracolo. Pinuccia, la figlia, crescendo vive nell’agio in attesa di prendere marito. Intanto, di nascosto, esce e va a ballare con gli amici.

Angelo, intanto, punta sempre più in alto, guidato da intuito e fortuna. Scala la vetta con i periodici, poi con i libri e il cinema, infine con il turismo di Ischia.

È lui la guida assoluta della famiglia, un nucleo compatto che gli ruota attorno.

Andrea, primogenito, erede dell’impero che suo padre ha costruito dal nulla, cresce affrontando le sue insicurezze all’ombra di una figura paterna luminosamente ingombrante.

Un muro invisibile di incomunicabilità separa padre e figlio. Angelo non si capacita di quanto Andrea sia diverso: l’uno semplice, mosso dalla rivalsa, intuitivo, sorridente, l’altro colto, accomodante, pensieroso, spesso imbronciato.

Andrea, al cospetto di suo padre, mantiene gli occhi bassi, si alza in piedi quando l’altro varca la porta, non dice mai l’ultima parola, anzi, spesso, resta in silenzio, annuisce.

Angelo, capo di famiglia e d’azienda,  è l’unico a detenere il controllo del patrimonio: “il padrone sono me” dice una volta, citando un film da lui prodotto.

S’innamora di Ischia, l’isola verde dai paesaggi mozzafiato. Negli occhi della gente semplice del posto, egli ritrova quella miseria che ha ben conosciuto. E allora decide di dare nuova vita a Lacco Ameno, alle terme, costruendo un complesso turistico internazionale, centro nevralgico negli anni del boom economico, frequentato da vip e star di Hollywood.

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Il Commenda, con la sigaretta sempre al bordo delle labbra, vestito di bianco lino in estate e in completi scuri in inverno, rivolto ai figli e ai nipoti ribadisce: “I Rizzoli devono dare l’esempio“.  Ed esempio per lui significa camminare a testa alta, riconoscere l’errore, correggere il tiro e non arrendersi mai alle difficoltà. Rispettoso e grato alla vita che toglie e dà, come la fortuna. Ai suoi figli, che cresceranno “tra lenzuola di seta”, lo insegna con il lavoro.

Ci sono molti sguardi in questa storia, nei quali si celano i sentimenti, le parole non dette e gli abbracci non dati.

Andrea cercherà per tutta la vita una crepa, in quel muro invisibile, che gli permetta di conquistare la fiducia di suo padre. D’altra parte, Angelo sembra inciampare continuamente nel dovere e, solo lontano da suo figlio, confida agli amici le preoccupazioni e l’affetto che nutre per lui.

Ai nipoti Angelo dice “Chiamatemi zio piuttosto!” sin dalla prima volta che sente la parola nonno sgorgare dalle loro labbra. Finiranno per chiamarlo Commenda, come tutti. A loro regala un unico gesto d’affetto, il quale racchiude il suo amore: un buffetto sulla testa e la speranza che non distruggano tutto ciò che ha creato.

L’AUTRICE E IL LIBROChiara Bianchi è nata a Taranto, ha una laurea in Lettere e una specializzazione in Musicologia. Vive a Berlino dove lavora come editor freelance. Collabora con varie riviste e blog culturali.

Il canto della fortuna (edito da Salani) è il primo volume della dualogia sui Rizzoli, una parabola familiare di rivalsa sociale che attraversa il Novecento.

La trama ci porta alla fine dell’Ottocento, a Milano. Angelo Rizzoli vive nella miseria con sua madre e le due sorelle. A otto anni entra nell’orfanotrofio Martinitt dove a undici anni viene avviato al mestiere di tipografo. È un ragazzino docile, ma molto ambizioso: desidera vivere lontano dalla miseria, soprattutto dopo la morte prematura di una delle sue sorelle. Non tollera i ricchi e non gli piace stare sottopadrone, così quando conosce per caso un rappresentante di costose macchine tipografiche avvia la sua prima bottega tipografica, la “A. Rizzoli & C.”…

Il canto della fortuna di Chiara Bianchi

Poco prima di partire per la Grande Guerra sposa Anna, figlia di un tipografo, da cui ha il primogenito Andrea, Pinuccia e Giuditta. Grazie all’amicizia con Calogero Tumminelli, durante gli anni Venti, tra socialismo e fascismo, diviene editore stampando i primi periodici. Dopo i periodici, arrivano i libri e infine il cinema. Angelo frequenta bar e trattorie di Roma dove si sofferma in lunghe conversazioni con attori, registri e produttori. Finanzia film e apre una sua società di produzione, Cineriz.

Negli anni Cinquanta, scopre le bellezze naturali di Ischia e si impegna nel rilancio turistico dell’isola costruendo uno dei più grandi centri termali d’Europa, meta privilegiata di vip e politici internazionali. Negli anni Sessanta, l’impero di Angelo è all’apice del suo splendore: ha conquistato persino le Americhe, con la produzione di Otto e mezzo di Fellini e l’apertura della libreria Rizzoli a New York. Il suo fiuto per gli affari lo inducono a mettere in piedi il progetto più ambizioso: un nuovo quotidiano d’informazione a tiratura nazionale, che sia popolare e leggibile da tutti.

Muore con il sogno del quotidiano irrealizzato e la certezza che le scelte dei suoi familiari dilapideranno il suo impero, tra intrighi e bugie. Angelo Rizzoli: imprenditore, tipografo, editore, produttore cinematografico, “inventore” del turismo di Ischia. Un visionario che partendo da zero, in pochi decenni costruisce un impero, vincendo pregiudizi e ambiguità, grazie al suo fiuto per gli affari e per le persone.

Il secondo volume della saga vedrà invece la parabola discendete dei Rizzoli con il figlio Andrea e il nipote protagonisti, lo scellerato acquisto del Corriere della Sera, la P2, il gioco d’azzardo, le dame nere e la fine del sogno.

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