Un progetto multimediale in crescita, che comprende la libreria-teatro, i social (con un “tono di voce” molto riconoscibile), i podcast, i libri scritti, quelli pubblicati, i festival, i corsi di formazione filosofica: Maura Gancitano, ideatrice (con Andrea Colamedici) di Tlon, racconta a ilLibraio.it le idee e i nuovi progetti, partendo del manuale “Prendila con filosofia”. Quanto al ruolo di Facebook e Instagram in tempi di pandemia: “Non sono un mezzo esaustivo, ma offrono un nutrimento di cui abbiamo moltissimo bisogno, un supporto sia culturale sia relazionale. In questo momento la vita social è l’unica vita sociale che possiamo avere”… – L’intervista

Tlon è il progetto multimediale scaturito dalle menti di Maura Gancitano e Andrea Colamedici.

Da un lato scuola di filosofia che propone percorsi di crescita personale e di approfondimento, dall’altro podcast, casa editrice, libreria-teatro (da cui tutto è iniziato nel 2014) e manuali, di cui gli ultimi due pubblicati con HarperCollins Italia: Prendila con filosofia. Manuale di fioritura personale (subito protagonista in classifica) e Liberati della brava bambina.

Oltre a tutto questo, Tlon è anche un fenomeno social – con oltre 150mila follower su Facebook e più di 135mila su Instagram -, dove organizza dirette seguite da migliaia di utenti e condivide post di approfondimento legati all’attualità, alla politica, ma anche a salute mentale e femminismo.

È stata Tlon, per esempio, a lanciare la campagna #odiareticosta, per denunciare l’odio che circola in rete e in particolare nei social network.

La casa editrice, invece, ha recentemente pubblicato due nuovi titoli italiani, Eroine di Marina Pierri e Il corpo elettrico di Jennifer Guerra, oltre a Fatshame di Amy Erdman Farrell.

Quello che accomuna tutte le attività di Tlon, dai manuali, ai libri che pubblica, fino ai podcast e alle attività sui social, è l’accessibilità dei contenuti, sia a livello grafico sia del linguaggio utilizzato.

Su Facebook e Instagram Gancitano e Colamedici hanno fatto proprio il formato della card, accostando immagini e testo in un quadrato perfetto per lo share, accompagnato da una lunga descrizione. Non esiste distinzione tra cultura alta e cultura pop nel mondo di Tlon, o almeno così sembra dal “tono di voce” utilizzato e dai contenuti creati, tra cui un podcast che esce ogni giorno, dal lunedì al venerdì, e in di cui sono ospiti autori e musicisti.

Per discutere del progetto e del nuovo manuale di filosofia, abbiamo intervistato Maura Gancitano.

Nel nuovo libro la filosofia viene impiegata come spunto per la fioritura personale: in che modo può essere utilizzata nella vita di tutti i giorni, in particolare in un momento storico difficile e particolare come quello che stiamo vivendo?
“La filosofia antica era fortemente legata alla cura di sé ed era piena di esercizi e di manuali. Abbiamo immaginato il libro prima della pandemia, ma in quest’ultimo anno ci siamo accorti di quanto fossero necessari strumenti per vivere la giornata e uscire dal loop da Giorno della marmotta. Il manuale da un lato riprende degli esercizi antichi, ma ne propone anche di moderni, e ciascuno lo può leggere scegliendo il livello di difficoltà: in ordine o saltando da un capitolo all’altro. E può decidere se fare o meno gli esercizi proposti”.

I social media sono parte della nostra vita, e sembrano sposarsi molto bene con la vostra idea di divulgazione. Cos’ha ispirato e come avete sviluppato il vostro stile di comunicazione online, il linguaggio che utilizzate nei vostri post?
“La nostra dimensione naturale è fatta di conferenze e libri, ma l’urgenza di comunicare e diffondere strumenti con tutti coloro che ne sentono il bisogno, ci ha portati sui social. Il linguaggio che usiamo deve rendere accessibili i concetti che diffondiamo e dare la possibilità a chi ci legge di approfondire. Dietro ai post, infatti, c’è sempre il nostro stimolo a leggere altro, a scoprire di più. I social in questo momento sono l’unico spazio pubblico che abbiamo, è vero che c’è la tendenza a usarli in modo superficiale, ma dovremmo tutti imparare a usarli diversamente. Non sono un mezzo esaustivo, ma offrono un nutrimento di cui abbiamo moltissimo bisogno, un supporto sia culturale sia relazionale. In questo momento la vita social è l’unica vita sociale che possiamo avere”.

Chi è il Tlonista tipo?
“Chi ci segue fa parte di un gruppo estremamente eterogeneo: professori universitari, ma anche persone molto giovani, famiglie intere e pensionati. Il collante è il bisogno di comprensione”.

Com’è possibile parlare di attualità, ma anche di cultura pop attraverso la lente della filosofia? Da questo punto di vista, avete dei modelli?
“Non c’è vero e proprio modello a cui ci siamo ispirati. Il progetto è nato dal nostro stesso bisogno di capire, che è poi diventato un percorso comune con altre persone, negli anni. Abbiamo imparato facendo, non avevamo nessuna strategia”.

Quando avete cominciato?
“Abbiamo iniziato a usare i social nel 2016, perché volevamo scrivere un libro e parlarne. Di sicuro siamo  molto curiosi, e abbiamo sempre cercato e ascoltato quello che ci interessava, e di conseguenza ne siamo stati influenzati”.

Il vostro è un progetto multimediale e in crescita, che comprende la libreria-teatro, i social, i podcast, i libri che scrivete, quelli che pubblicate, i festival che organizzate, i corsi di formazione filosofica che tenete: a quali novità state pensando per il futuro prossimo di Tlon? E per il dopo-pandemia?
“Abbiamo tanti progetti nuovi: podcast, progetti editoriali, eventi che ci piacerebbe fare in presenza, quando sarà possibile. Ci piace creare delle commistioni, quindi sicuramente ci saranno delle collaborazioni con persone anche molto diverse da noi. E poi ci piacerebbe riflettere sul gioco, sia nel mondo fisico sia in quello digitale”.

Come detto prima, siete anche editori: cosa accomuna i titoli che pubblicate?
“Abbiamo creato quello che Calasso definirebbe un serpente editoriale abbastanza chiaro ma anche strano. A noi interessa tutto quello che è legato al femminismo, all’identità, ma anche all’analisi del profondo. Vogliamo anche pubblicare libri unici che in Italia ancora non ci sono, titoli che possano essere un’introduzione su temi non ancora esplorati. A livello editoriale siamo molto artigianali: pubblichiamo pochi testi scelti con attenzione, come ad esempio Fat Shame di Amy Erdman Farrell. Lo abbiamo selezionato perché è un testo introduttivo, ma anche completo, sulla grassofobia”.

 Quali saranno i vostri titoli di punta del 2021?
“A breve, pubblicheremo Il mostruoso femminile di Jude Ellison Sady Doyle, poi The future we choose di Christina Figueras, sulla crisi climatica, e infine un volume che aspettiamo molto, sulla white fragility”.

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