“Una specie di tenerezza” è il nuovo podcast scritto da Ivan Carozzi e curato da Sara Poma, in occasione della mostra a Palazzo Grassi di Venezia dedicata a Marlene Dumas. La vita e le opere dell’artista sudafricana vengono raccontate attraverso una serie inclusiva (pensata per un pubblico internazionale e composta di 2 puntate in italiano, 2 in inglese e 2 in francese), che desidera avvicinare le persone al mondo dell’arte e ampliare l’esperienza dello spettatore oltre il momento della visita. Tra gli ospiti del progetto, Olivia Laing e Walter Siti

È Una specie di tenerezza, di attrazione, di spavento e di mistero, quello che si prova contemplando i dipinti di Marlene Dumas, tra i nomi più rilevanti del panorama artistico contemporaneo. La sua opera è ora esposta al Palazzo Grassi di Venezia, nella mostra Marlene Dumas. open – end (dal 27 marzo 2022 all’8 gennaio 2023), la personale più importante mai dedicata in Italia all’artista sudafricana.

Si tratta di una ricca raccolta di lavori che mettono in luce il percorso e i temi fondanti della ricerca artistica di Dumas: il corpo, la sessualità, la violenza, l’amore e la morte, le questioni razziali e di genere.

Per approfondire la sua figura e per comprendere meglio il valore della sua arte, in occasione dell’evento, è stato realizzato un podcast che racconta l’artista e la realizzazione dell’esposizione, accompagnando lo spettatore nel momento della visita e, allo stesso tempo, ampliando e dando continuità all’esperienza della mostra.

Il podcast

Non chiamatela audioguida: per celebrare la mostra, Palazzo Grassi e Chora – la podcast company fondata nel 2020 da Guido Maria Brera, Mario Gianani, Roberto Zanco e Mario Calabresi (che la dirige) – presentano Una specie di tenerezza, Marlene Dumas tra parole e immagini, un podcast disponibile dal 27 marzo, gratuitamente, sulle principali piattaforme audio.

Il progetto è nato con l’intento di prolungare l’esperienza della mostra, per espanderla oltre il momento della visione delle opere. È un contenuto autonomo per entrare nel mondo dell’artista e per comprendere di più il senso della sua arte”, ha dichiarato Sara Poma, head of branded content di Chora e curatrice editoriale del podcast, in occasione dell’inaugurazione della mostra a Palazzo Grassi. “È stato un lavoro complesso e allo stesso tempo  stimolante, specialmente perché abbiamo voluto realizzarlo in un’ottica inclusiva“.

una specie di tenerezza - marlene dumas

Pensato infatti per un pubblico italiano e internazionale, il podcast si compone di 2 puntate in italiano, 2 in inglese e 2 in francese, mantenendo una struttura narrativa parallela (ma con ospiti diversi) in tutte le lingue, così da privilegiare la lingua parlata. “Oltre ad aver avuto la fortuna di dialogare con grandi personalità dello scenario culturale italiano ed estero”, continua Poma, “abbiamo il privilegio di poter sentire la voce dell’artista stessa, che ci ha raccontato la genesi e il significato di molte opere”.

Per quanto riguarda il panorama nostrano, nel corso della prima puntata è stata intervistata la filosofa Adriana Cavarero, che ha parlato di male gaze; mentre Walter Siti ha commentato il ritratto di Pasolini e la tela dedicata a Mamma Roma: “Siti è uno dei più importanti scrittori e intellettuali italiani, grande esperto di Pasolini, per noi è stato molto importante poterlo coinvolgere in questo lavoro”, ha sottolineato l’autore del podcast Ivan Carozzi.

una specie di tenerezza - marlene dumas

Ex caporedattore di Linus e autore televisivo, nonché firma di libri come Figli delle stelle (Baldini e Castoldi, 2014), Macao (Feltrinelli digital, 2012), Teneri violenti (Einaudi Stile Libero, 2016) e L’età della tigre (Il Saggiatore, 2019), Carozzi ha poi ulteriormente specificato come il podcast possa aggiungere valore alla mostra per aiutare le persone ad avvicinarsi al mondo dell’arte.

Altre voci coinvolte nelle puntate sono Olivia Laing e Marlene Van Niekerk, la storica dell’arte Elisabeth Lebovici, la curatrice della mostra Caroline Bourgeois, chiamate a comporre un racconto corale sui temi dell’artista: prostituzione, colpa e innocenza, corpo femminile, violenza e tenerezza.

Non manca poi uno sguardo laterale alle icone della devozione laica tutta personale dell’artista, che dalla rivisitazione di soggetti senza nome come temi universali, approda all’indagine intima e inedita di volti noti della storia recente, dal già citato Pier Paolo Pasolini a Amy Winehouse fino a Roland Barthes.

Chi è Marlene Dumas?

"Marlene Dumas: Measuring Your Own Grave" & "Vik Muniz, Rebus" Openings

Foto di Neilson Barnard/Getty Images

Nata nel 1953 a Cape Town, Sudafrica, Marlene Dumas è considerata una delle artiste più influenti nel panorama artistico contemporaneo.

Cresce e studia belle arti durante il regime dell’apartheid. Nel 1976 si trasferisce in Europa per proseguire gli studi e si stabilisce ad Amsterdam, dove ancora oggi vive e lavora. Se nei primi anni della sua carriera è conosciuta per i suoi collage e testi, Dumas oggi lavora principalmente con olio su tela e inchiostro su carta.

La maggior parte della sua produzione è costituita da ritratti che rappresentano la sofferenza, l’estasi, la paura, la disperazione, ma che spesso sono anche un commento sull’atto stesso di dipingere. L’arte di Dumas è pervasa da un’energia erotica e dissacrante, che si concentra sulla rappresentazione delle figure umane alle prese con i paradossi delle emozioni più intense.

una specie di tenerezza - marlene dumas

I suoi dipinti e disegni prendono solitamente ispirazione da giornali, riviste, fotogrammi cinematografici o polaroid scattate personalmente. Del suo lavoro dichiara: “Sono un’artista che utilizza immagini di seconda mano ed esperienze di primo ordine“.

Vita intima e vita politica, fatti di cronaca, esperienze vissute e immaginate, ricordi, pensieri, letteratura: tutto ciò che viene dall’esperienza può essere trasformato in arte, tutto è un flusso continuo di immagini attraverso le quali comporre una nuova visione del mondo.

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