“Un libro non ha la tirannia del tempo, in un mondo in cui domina la velocità”
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Quando tanti anni fa si cominciò a parlare di «libro virtuale» mio padre si chiese cosa poteva esserci di più virtuale di quello che già è il libro. Un testo che stimola il lettore a creare le immagini evocate dalle parole dello scrittore nella propria testa, in base alle proprie esperienze.

A Francoforte John Sargent, a capo di uno dei maggiori gruppi editoriali mondiali (Holtzbrinck), in risposta a un giornalista che gli chiedeva se i libri avessero da temere dalla maggiore offerta di fiction TV, ha ricordato la magia che le immagini prodotte dal lettore hanno sulla sua mente. Ha fatto scalpore l’affermazione di Arnaud Nourry, a capo del secondo gruppo editoriale mondiale, Hachette, secondo cui «l’ebook è stupido». Constatando che il libro di carta resta il vincitore assoluto, intendeva dire che alla fine l’ebook è solo la versione digitale del libro, senza particolare interattività. Nuove forme pur tecnicamente possibili e più «intelligenti» non hanno avuto particolare successo. Forse perché sta all’autore alla fin fine definire un percorso e al lettore metterlo in scena nella propria mente. A questo probabilmente alludeva anche Joseph Conrad quando disse che si scrive solo metà del libro, l’altra metà dipende dal lettore.

In un mondo che per effetto della disintermediazione del web ha perso quella precisa linea di demarcazione tra contenuti editoriali liberi e pubblicità, tra cultura e marketing, cosa meglio dei libri conserva ancora l’autenticità e la nobiltà di un messaggio senza trucchi? Un libro è frutto di una scelta ponderata dell’editore. Un libro non ha limiti di spazio e consente all’autore di esaurire un argomento con la dovuta profondità. Un libro non ha la tirannia del tempo, in un mondo in cui domina la velocità. Ci è capitato anche di aspettare dieci anni prima che l’autore ci consegnasse il romanzo promesso. Un buon libro ha una durata illimitata, come i classici greci che ancora leggiamo. Può rivolgersi a un milione di lettori o anche solo a mille. Alla fine del processo il lettore è solo con l’autore e ognuno usa la propria tavolozza di esperienze per colorare la storia delineata dallo scrittore. Non dobbiamo dunque stupirci se nel 2018 Michelle Obama affida a un libro la propria storia. E lo fa con generosità, invitandoci dentro la sua vita, vittorie e sconfitte incluse. Dall’infanzia in cui a testa bassa ha affrontato tutti gli ostacoli che un’ambiziosa donna di colore poteva incontrare all’affascinante incontro con Barack, l’uomo che l’avrebbe cambiata per sempre, e infine la Casa Bianca, con tutto l’amore e l’odio che quella posizione attira. Un libro di formazione da regalare ai giovani e anche un ritratto dell’America molto autorevole e intimo.

Oltre allo Speciale Natale che vi aiuta a trovare il regalo giusto per tutti, ci sono in questo numero grandissimi nomi tra i quali scegliere le vostre letture.

Tra gli italiani Cristina Caboni e Vito Mancuso per Garzanti, Donato Carrisi e Alessia Gazzola per Longanesi, Elisabetta Gnone per Salani, La Pina per Vallardi, Matteo Nucci per Ponte alle Grazie e Gianni Biondillo per Guanda.

Dalla scena internazionale arrivano la nuova favola di Luis Sepúlveda, tradotta con scrupolo e passione da Ilide Carmignani, il nuovo fantastico romanzo tecnologico di Frank Schätzing, degno erede di Michael Crichton, e un nuovo thriller svedese di Lars Kepler con l’ispettore Joona Linna.

Un ringraziamento particolare al grande Andrea Camilleri, che pubblica per Salani le sue storie più belle di animali. Infine due inediti destinati a restare a lungo in libreria: una nuova raccolta di racconti di Lucia Berlin e L’arte di Carl Gustav Jung, che avevamo intravisto con meraviglia nel Libro Rosso, per Bollati Boringhieri. Buone letture!

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