“Ancora oggi, in molti paesi, il mercato editoriale – come molti altri mercati – è incapace di identificare un’offerta per molti soggetti e gruppi sociali e culturali non egemonici, e allo stesso modo rischia di rimanere – di fatto – un mondo dalle ‘porte chiuse’, anche dal punto di vista di una sua capacità di includere nelle proprie strutture quelle sensibilità e professionalità che potrebbero favorire una diversificazione dell’offerta più adatta alla ricca composizione etnica, sociale e culturale del mondo moderno”. La Fondazione Feltrinelli ricorda l’editore John H. Johnson, a 15 anni dalla morte. Tra i suoi progetti più importanti “Ebony”, il magazine di cultura afroamericana più noto nel mondo

Mentre si continua a parlare delle proteste antirazziste (in particolare negli Usa) e del movimento Black Lives Matter, la Fondazione Feltrinelli ricorda l’editore John H. Johnson, a 15 anni dalla morte.

In vista dell’8 agosto sono infatti programma una serie di iniziative online dedicate a uno dei più importanti editori afroamericani.

John H. Johnson - GettyImages-03-08-2020

John H. Johnson, editore di Ebony Magazine 

Ma chi è stato John H. Johnson? Nato ad Arkansas City nel 1918, dove non esistevano high schools per studenti neri, si laureò poi a Chicago. Già durante gli studi aveva preso a lavorare per la Supreme Life Insurance Company, dove produceva la rassegna stampa per il suo responsabile. Nel 1942, dopo la laurea, con un piccolo prestito bancario integrato dalla madre lanciò Negro Digest, divenuta poi Black World.

Dopo tre anni fece debuttare Ebony, costantemente risultato il magazine di cultura afroamericana più noto e venduto nel mondo. Nel 1951 fu poi creato Jet, il più grande “news weekly magazine” mai esistito. In seguito Johnson divenne chairman e CEO della Supreme Life Insurance, la prima azienda in cui aveva lavorato.

Nel corso della sua carriera Johnson, morto nel 2005 all’età di 87 anni, fu politicamente molto attivo e accompagnò in diversi impegni africani Richard Nixon e John F. Kennedy (che mandò Johnson in Costa d’Avorio nel 1961 per le cerimonie di indipendenza e nel 1963 in Kenya).

Nel 1996, il Presidente Bill Clinton gli conferì la “Presidential Medal of Freedom”, l’onorificenza civile più prestigiosa.

E veniamo all’iniziativa della Fondazione Feltrinelli: la storia di John H. Johnson, “che naturalmente rappresenta pienamente l’epopea americana del self-made man, è interessante per il coraggio e la capacità dell’imprenditore nero di riconoscere l’esistenza di un pubblico ‘editoriale’, che era poi la sua comunità di appartenenza, non bianco, il più delle volte non ricco, ancora non rappresentato nei giornali e nelle riviste di cultura e di cultura popolare“. Come si ricorda nella presentazione dell’iniziativa, “ancora oggi, in molti paesi, il mercato editoriale – come molti altri mercati – è incapace di identificare un’offerta per molti soggetti e gruppi sociali e culturali non egemonici, e allo stesso modo rischia di rimanere – di fatto – un mondo dalle ‘porte chiuse’, anche dal punto di vista di una sua capacità di includere nelle proprie strutture quelle sensibilità e professionalità che potrebbero favorire una diversificazione dell’offerta più adatta alla ricca composizione etnica, sociale e culturale del mondo moderno“.

Ecco perché Fondazione Giangiacomo Feltrinelli conserva nel proprio patrimonio molte testimonianze della vita dell’imprenditore e dell’impresa, in particolare nel Fondo Cartosio (donato alla Fondazione dal noto americanista tra 2018 e 2019), il quale ha raccolto interviste a Johnson, numeri di Ebony, materiale vario sulla cultura afroamericana.

“Ricordare Johnson e la sua eccezionale impresa editoriale può rappresentare un momento di valorizzazione di una storia importante e, al contempo, l’occasione per tornare su alcuni dei problemi più pressanti dell’oggi, fra istituzionalizzazione del razzismo, politica delle ‘porte chiuse’, non piena capacità da parte del mondo della cultura di rendere realmente possibile la formazione di un’offerta pienamente multiculturale e variegata, ma non per questo pacificata e patinata”.

Può interessarti anche

Libri consigliati