In piena emergenza covid-19, con le librerie chiuse per decreto e le case editrici in grande difficoltà, entra in vigore la nuova legge sulla lettura, che molto ha fatto discutere nei mesi scorsi, in particolare per la novità relativa al limite di sconto consentito, che scende al 5% – I particolari

In piena emergenza covid-19, con le librerie chiuse per decreto e le case editrici in grande difficoltà, entra in vigore il 25 marzo 2020 la nuova legge sulla lettura, che molto ha fatto discutere nei mesi scorsi, in particolare per la novità relativa al limite di sconto consentito, che scende al 5%, come chiesto dai librai indipendenti. Come abbiamo raccontato, nel mondo dell’editoria non sono infatti mancate le divisioni (qui i particolari e qui i diversi punti di vista).

Tra le novità introdotte (qui tutti i dettagli, punto per punto), oltre alla limitazione agli sconti, che vale anche per l’ecommerce, l’introduzione del “patto per la lettura” (anche a livello locale), l’introduzione delle “capitali italiane del libro”, le iniziative nelle scuole e la “carta della cultura”: certo, resta da valutare la quantità, al momento limitata, di risorse economiche a disposizione.

Dopo l’approvazione alla Camera del 16 luglio 2019, il 5 febbraio 2020 la legge è passata al Senato (dove è stata approvata all’unanimità)Nonostante la richiesta di un rinvio, causa coronavirus, da parte dell’Associazione Italiana Editorila legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, e ora entra in vigore.

Tra gli editori (aderenti all’Aie) contrari alla nuova legge, anche GeMS, gruppo che edita ilLibraio.it: Stefano Mauri, presidente e Ad, già un anno fa spiegava: “Temo il contraccolpo negativo di una riduzione dello sconto, come si ebbe nel 2011 nel pieno della crisi economica”.

Quel che è certo è che queste sono giornate molto difficili per l’intera filiera del libro. Per le librerie indipendenti e le grandi catene di negozi, come pure per le case editrici piccole, medie e grandi. Stando alle prime evidenze dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori sull’impatto che l’emergenza covid-19 avrà in prospettiva 2020 sull’intera editoria italiana, i titoli pubblicati in meno in un anno saranno ben 18.600, le copie che non saranno stampate saranno 39,3 milioni e i titoli che non saranno tradotti saranno 2500. Non solo: secondo l’Aie il 61% degli editori sta programmando la cassa integrazione.

IL COMMENTO DELL’ASSOCIAZIONE DEI LIBRAI SULL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE

“Oggi entra in vigore la legge sul libro e la lettura – commenta Paolo Ambrosini, presidente  dell’Associazione Librai Italiani aderente a Confcommercio – Un risultato importante al quale abbiamo lavorato molto ma che rischia di essere vanificato nei suoi effetti per il blocco delle nostre attività e che da una prima stima produrrà più di 47mln di mancati incassi nel solo primo mese, e che visto il perdurare del blocco delle attività commerciali fino al 3 aprile peggiorerà ancora. Ci auguriamo che, passata l’emergenza sanitaria, vi sia da parte del governo un intervento senza precedenti a sostegno delle nostre aziende che la legge entrata in vigore oggi riconosce come parte importante della promozione del libro e della lettura.”

LA RICHIESTA DELL’AIE A SEGUITO DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS

Già subito dopo l’approvazione di Palazzo Madama, Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (che rappresenta l’editoria italiana da 150 anni – il 100% della scolastica, quasi il 100% dell’Universitaria e l’80% della varia), aveva posto l’attenzione su un tema non di poco conto: “Richiediamo l’assoluta garanzia e certezza sui tempi dell’entrata in vigore delle nuove norme, essendo in gioco, con conseguenze pesanti, l’organizzazione dell’intero mercato del libro, che, come qualsiasi altro settore produttivo, richiede tempo per adeguarsi al mutare delle regole”. Da questo punto di vista, la richiesta di dare alla filiera (case editrici grandi e piccole, librerie indipendenti, di catena e online, distributori) il tempo per riorganizzarsi non è stata presa in esame, neppure a seguito dell’emergenza Covid-19 che, come stiamo raccontando, sta mettendo in seria difficoltà il mondo del libro (come ogni altro settore, della cultura e dell’economia in generale).

La nuova legge è invece è sostenuta da Ali – Associazione Librai Italiani e da Adei – Associazione degli editori indipendenti che, con il presidente Marco Zapparoli, dopo l’approvazione in Senato, aveva parlato di “una legge che non ha effetti depressivi. Rende invece più equo e bilanciato il mercato”.

“LA FILIERA DEL LIBRO RISCHIA DI ESSERE STRAVOLTA E FORTEMENTE RIDIMENSIONATA”

Oggi Levi è tornato a intervenire: “La filiera del libro rischia di essere stravolta e fortemente ridimensionata: la chiusura delle librerie fisiche ha privato gli editori del canale principale di vendita; le difficoltà di approvvigionamento delle librerie online stanno ulteriormente aggravando questa situazione. Non possiamo permettercelo: se si andasse verso la crisi più nera per il libro, il danno culturale all’intero Paese sarebbe gravissimo. Di qui la necessità di misure immediate d’emergenza e di interventi più specifici, come il credito d’imposta sulla carta, più sul medio – lungo periodo”. 

Nei giorni scorsi Aie ha chiesto in particolare il sostegno della domanda di libri: “Deduzione fiscale per gli acquisti di libri, ricostituzione della dotazione originaria della carta cultura per i giovani (la cosiddetta 18App), un rafforzamento del fondo destinato alle famiglie bisognose per l’acquisto dei testi scolastici fermo da vent’anni alla cifra di 103 milioni di euro”. E ha chiesto inoltre, accanto alle altre associazioni confindustriali, strumenti per far fronte alla crisi di liquidità e ammortizzatori sociali in grado di preservare ogni professionalità interna al settore e scongiurare così perdite di posti di lavoro.

L’APPELLO ALLA COESIONE DELL’ADEI

Nei giorni scorsi è arrivato anche l’appello di Adei al Governo e al mondo del libro e della cultura in generale. Zapparoli, chiede a tutte le Associazioni di rappresentanza del mondo della Cultura uno sforzo di coesione: “Il comparto del Libro, in particolare, ha un indotto pari a cinque volte la sola vendita di libri – indotto che vale almeno 6/8 miliardi di euro – e necessita di un sostegno che andrà erogato in modo equo, progressivo, attraverso filtri adeguati, per evitare di deprimerne la parte più fragile, spesso la più innovativa”. Si rende indispensabile, prosegue Zapparoli “dar vita al più presto a un tavolo di cui facciano parte tutte le Associazioni di rappresentanza del mondo del Libro, per richiedere un intervento economico, in particolare del Ministero della Cultura, dell’Economia, dello Sviluppo economico”. Intervento in grado di fornire risorse per sostenere le gravi perdite attuali, ma anche per riavviare il settore quando si riemergerà da questo drammatico periodo. Seguendo quanto stanziato per Cinema e Musica, occorre un intervento straordinario complessivo – tra tax credit, incentivi e interventi diretti – non inferiore a 300 milioni di euro.

 

 

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