Entra nel vivo il Premio Italo Calvino 2025, dedicato agli esordienti. Scelti gli 11 libri finalisti tra i 909 manoscritti partecipanti al bando. Giovedì 5 giugno l’appuntamento finale – I particolari
Il Premio Italo Calvino (vinto lo scorso anno da Simone Torino, che ha poi pubblicato il suo Macaco con Einaudi) annuncia le opere finaliste della 38esima edizione, scelte dal comitato di lettura del Premio tra i 909 manoscritti partecipanti al bando e poi sottoposte al giudizio della Giuria composta, quest’anno, da Sandro Bonvissuto, Antonio Franchini, Daniela Marcheschi, Raffaello Palumbo Mosca, Carmen Pellegrino.
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Gli undici testi inediti di autori esordienti, tra cui i giurati decreteranno il vincitore e le menzioni speciali, sono: Hapax di Federico Capitani, I vinti di Alessandro Ciappa, L’anormale di Francesco Cuoio, Arto fantasma di Ben Eccher, La danza dell’Effimera di Giulia Fogliani, Ai gentili non vendere armi di Michele Frisia, La gabbia di Flora Giuliano D’Errico, L’ipersensibile di Alberto Monte, Crack di Andrea Pauletto, Le infinite potenzialità dell’acciuga, in cucina di Massimiliano Racis, Minerva di Raffaela Ulgheri.
La cerimonia di premiazione si svolgerà giovedì 5 giugno, a partire dalle ore 17, al Circolo dei lettori di Torino alla presenza dei finalisti, dei giurati e del direttivo del Premio, composto da Franca Cavagnoli, Anna Chiarloni, Mario Marchetti, Laura Mollea, Carla Sacchi Ferrero.
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Le opere finaliste
La scrematura che abbiamo compiuto – spiega il presidente del Premio Mario Marchetti – tra i 909 testi concorrenti, un centinaio in più rispetto all’anno scorso, è il frutto del lavoro attento e certosino del comitato di lettura, che ha lavorato per mesi tra letture, schedature e discussioni. La scelta finale è stata come sempre complessa e dibattuta e si è cercato di dare rappresentanza a temi rilevanti e a stili e sfide narrative originali, anche se va tenuto presente che il Premio è un sismografo che registra, non prescrive: sceglie nell’esistente che si pone e si propone.
Hapax di Federico Capitani (Codogno,1989; vive a Milano)
Tutto si gioca su lunghe sequenze di chiacchiera e di conversazione e sull’attesa di un atto terroristico che nei confini del libro non avverrà, atto progettato dal velleitario protagonista − pubblicitario neoliberista, romanticamente innamorato − per lucrarne un profitto azionario. Ne emerge, nei suoi riti, nei suoi miti, nei suoi vezzi, una radiografia del nuovo rampante ceto delle professioni digitali, ma anche un senso di malinconica solitudine.
I vinti di Alessandro Ciappa (Napoli, 1975; vive a Roma)
Un uomo che ha lavorato nel mondo editoriale, sconfitto e risentito, torna nella sua Napoli. Cerca di ricostruirsi, rimettendo insieme i frammenti del passato, ma le sue peregrinazioni non fanno che metterlo di fronte ad altri personaggi, ex amici e compagni, come lui alla deriva. Una deriva che coinvolge la città intera, incapace di uscire dall’ignavia; e il fallimento di un sindaco visionario suona a conferma del generale inabissamento.
L’anormale di Francesco Cuoio (Broni, 1991; vive a Milano)
Il sociopatico protagonista desidera ardentemente essere normale ed essere accettato come tale dagli altri, dai colleghi della Emerson Consulting in particolare. Ma non ce la fa, e dalla serie di episodi grotteschi che si susseguono continua a emergere la sua goffaggine, in realtà un’incapacità di adattarsi alle esigenze della moderna società della prestazione e dell’immagine, dove le protesi esistenziali sono ChatGPT, Tinder o l’evasione New Age.
Arto fantasma di Ben Eccher (Borgo Valsugana, 1992; vive in Austria)
Densissimo e condensato memoir autobiografico sulla perdita, per una incurabile malattia degenerativa, di una giovane sorella e su cosa ciò abbia comportato, per colei che narra, in termini di equilibrio, di affettività famigliare e quanto al suo stesso corpo. Testo compiuto pur nella sua brevità, che si colloca in un filone fecondo della narrativa attuale. Da segnalare la tecnica narrativa che si avvale con grande efficacia dello stilema dell’elenco.
La danza dell’Effimera di Giulia Fogliani (Sassuolo, 1980; vive nella Repubblica di San Marino)
Un gioco delle attrazioni e del caso dove tutto si scompone per poi ricomporsi, sul sottofondo di una dettagliata e viva Bologna, con un tocco di etologia comparativa tra mondo animale e umano. Tre giovani, ciascuno con i suoi problemi (disagio psichico nel ragazzo, assenza di autostima e crisi d’ansia nelle due ragazze), trovano la spinta all’adultità nell’intervento di una sfuggente figura angelica, un commesso di libreria, dal sembiante realistico.
Ai gentili non vendere armi di Michele Frisia (Cremona, 1976; vive a Novara)
Una sottile parabola sulla moralità, calata nell’atmosfera inquinata del 1938, al culmine della capacità egemonica del fascismo, l’anno delle leggi razziali a cui tutti si sottomettono in una gara di servitù volontaria prima ancora che diventino operative. Zaccaria, l’armaiolo protagonista, che riversa tutta l’anima nel suo lavoro, per il quale i materiali sono realtà viventi, si ritrova all’improvviso abbandonato da tutti e non capisce il perché.
La gabbia di Flora Giuliano D’Errico (Napoli, 1968; vive a Roma)
Il romanzo tocca un tema di ampio spettro e interesse politico come il torbido ambiente neofascista romano degli anni Settanta; e lo fa attraverso un credibile profilo femminile che quarant’anni dopo, su una spinta squisitamente esistenziale, riesce a ricostruire com’era in realtà morto il mitico fratello maggiore, militante di destra: scomparsa che aveva segnato in profondità la famiglia e lei stessa, racchiudendola in una bolla stagna.
L’ipersensibile di Alberto Monte (Palmanova, 1993; vive a Trieste)
Un personaggio si confessa in un’atmosfera metafisica, dove si assiste a un’estrema distillazione del reale e dell’esperienza per mettere sul piatto i grandi temi del bene e del male, del non senso dell’esistenza, della polarità insita in ogni aspetto della natura. Tante sono le immagini che colpiscono. Siamo di fronte a un caso di letteratura dell’inesperienza, dove l’esperienza viene sostituita dal retaggio arricchente del già scritto.
Crack di Andrea Pauletto (Carate Brianza, 1982; vive nella provincia di Como)
In scena è una delle tante condizioni disumane dei nostri tempi, il lavoro semischiavistico diretto da remoto. Seguiamo il protagonista, un “furgonauta” notturno, ex tossico, mentre è al volante nel claustrofobico isolamento del suo abitacolo o mentre fa pausa in squallidi autogrill alla stanca ricerca di calore femminile. E in una crescente tensione alimentata da pensieri vaganti nel passato e nel presente, attendiamo l’inevitabile cedimento.
Le infinite potenzialità dell’acciuga, in cucina di Massimiliano Racis (Cagliari, 1987)
Ci troviamo nella Sardegna mineraria del Sulcis. Il quadro di un mondo in cui non è possibile il cambiamento e dove riaffiorano violenze ataviche ormai svuotate di senso è affrontato con gli strumenti dell’ironia e dell’assurdo, talora del comico. In un ricco intreccio, gli sgangherati progetti di evasione dei tanti personaggi falliscono tutti miseramente, come quello del chimico protagonista, custode di un canile, di scrivere un libro di cucina sulle ricette all’acciuga.
Minerva di Raffaela Ulgheri (Sassari, 1980; vive a Milano)
Siamo nella suggestiva cornice di un paese del Logudoro situato alle pendici del monte Minerva con la sua domus de janas. Una serie di esponenti maschili del potere istituzionale muore in strane circostanze sconvolgendo il paese: di qui si sviluppa un’inchiesta giudiziaria che non approderà a nulla. L’accattivante narrazione si sviluppa ricorrendo singolarmente a motivi del realismo magico sardo: allucinazioni, morti inspiegabili, donne dai poteri misteriosi.
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La storia del Premio Italo Calvino
Il Premio Italo Calvino è stato fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore, tra cui Norberto Bobbio, Cesare Cases, Anna Chiarloni, Natalia Ginzburg, Massimo Mila, Lalla Romano, Cesare Segre. Calvino, com’è noto, ha svolto un intenso e significativo lavoro editoriale per l’Einaudi; l’intenzione è stata, quindi, quella di riprenderne e raccoglierne il ruolo di talent scout di nuovi autori: di qui, l’idea di rivolgersi agli scrittori esordienti e inediti, per i quali non è facile trovare un contatto con il pubblico e con le case editrici. Il Premio ha impostato la propria attività seguendo gli stessi criteri che hanno guidato Calvino: attenzione ed equilibrio, gusto della scoperta e funzione critica. Ideatrice del Premio e sua animatrice e presidente fino al 2010 è stata Delia Frigessi, studiosa della cultura italiana tra Ottocento e Novecento. Attuale presidente è Mario Marchetti.
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I vincitori e le Giurie delle passate edizioni
Le Giurie del Premio, ogni anno diverse, sono sempre state costituite da critici letterari, storici della letteratura, scrittori e operatori culturali tra i più rappresentativi della scena culturale italiana dagli anni Settanta a oggi: Natalia Ginzburg, Cesare Segre, Ginevra Bompiani, Vincenzo Consolo, Edoardo Sanguineti, Ernesto Ferrero, Gianluigi Beccaria, Dacia Maraini, Angelo Guglielmi, Marino Sinibaldi, Michele Mari, Tiziano Scarpa, Nicola Lagioia, Carlo Lucarelli, Antonio Scurati, Valeria Parrella, Michela Murgia, Mario Desiati, Marco Missiroli, Luca Doninelli, Teresa Ciabatti, Vanni Santoni, Davide Orecchio, Giuseppe Lupo, Sandra Petrignani, Omar Di Monopoli, Gino Ruozzi, Helena Janeczek, Nadia Terranova, Alessio Torino, Valeria Della Valle, Donatella Di Pietrantonio, Andrea Pomella, Viola Ardone, solo per citarne alcuni.
Il Premio Calvino può ormai contare un notevole numero di autrici e autori affermati, che hanno iniziato il loro percorso editoriale proprio partendo dalla partecipazione al concorso. Tra gli altri: Marcello Fois, Francesco Piccolo, Paola Mastrocola, Fulvio Ervas, Flavio Soriga, Paola Cereda, Peppe Fiore, Errico Buonanno, Paolo Di Paolo, Rossella Milone, Giusi Marchetta, Mariapia Veladiano, Simona Baldelli, Francesco Maino, Domenico Dara, Veronica Galletta, Nicoletta Verna.
Gli ultimi vincitori pubblicati: Pier Franco Brandimarte (L’Amalassunta, Giunti), Valerio Callieri (Teorema dell’incompletezza, Feltrinelli), Elisabetta Pierini (La casa capovolta, Hacca), Cesare Sinatti (La Splendente, Feltrinelli), Emanuela Canepa (L’animale femmina, Einaudi Stile Libero), Filippo Tapparelli (L’inverno di Giona, Mondadori), Gennaro Serio (Notturno di Gibilterra, L’orma), Maddalena Fingerle (Lingua madre, Italo Svevo), Francesca Valente (Altro nulla da segnalare, Einaudi), Nicolò Moscatelli (I calcagnanti, La nave di Teseo), Jacopo Iannuzzi (White People Rape Dogs, Einaudi Stile Libero), Simone Torino (Macaco, Einaudi).
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