“Non era mia intenzione offenderla sul piano personale, mi dispiace se si è sentito insultato. La mia era, e rimane, una critica alla forma del suo tweet”. Nicola Lagioia si scusa con il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, che ritira l’azione legale – I particolari

Lo scrittore Nicola Lagioia risponde su Il Tempo al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che proprie ieri, sullo stesso quotidiano, aveva auspicato una composizione pacifica della polemica (“Lei affermi pure che quel tweet era scritto male, critichi pure duramente i miei provvedimenti e le mie idee, ma riconosca di essere andato oltre il legittimo esercizio della critica e che non è corretto insultare e offendere chicchessia, che denigrare e screditare la persona, non le sue idee, non ha nulla a che vedere con la critica politica. Se avrà il coraggio di fare queste affermazioni io non esiterò un attimo a fermare l’azione legale“, ha scritto il ministro).

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Le scuse di Lagioia

All’indomani, Lagoia si è rivolto così a Valditara: “(…) Non era mia intenzione offenderla sul piano personale, mi dispiace se si è sentito insultato. La mia era, e rimane, una critica alla forma del suo tweet, che però – specie se l’oggetto è la lingua italiana come accesso alla cittadinanza – ricade nella sostanza. Accolga questo mio sincero chiarimento ritirando l’azione legale. Le auguro Buon Natale e buon lavoro”.

Il ministro ritira l’azione legale

“Il ministro Valditara – come ha scritto lo stesso Lagioia sui suoi social – ha quindi annunciato di voler ritirare l’azione legale contro di me. La mia era, e resta, una critica al suo operato, non un’offesa personale. Mi fa piacere che il Ministro accolga queste mie dichiarazioni. Ho scritto che mi dispiace se si è sentito insultato. Non ho invece mai scritto che ritengo di aver abusato della mia libertà d’opinione costituzionalmente garantita e che di questo chiedo scusa. In un’epoca di scontri furibondi ho cercato la via del confronto. Il dissenso è una fondamentale garanzia del gioco democratico, il suo legittimo esercizio è bene si svolga fuori dalle aule di tribunale. Proprio la gestione del dissenso è una delle prove di maturità su cui questo governo fatica. Lo dimostra il caso di tanti scrittori, intellettuali, giornalisti, liberi cittadini contro cui è stata intentata un’azione legale. L’auspicio è che qualcosa cambi. Auguro a tutte e tutti buon Natale”.

Il riepilogo della polemica

Ricordiamo che, intervistato da La Stampa, lo stesso Valditara nei giorni scorsi aveva spiegato: “Non sono affatto permaloso, tanto è vero che nella quasi totalità dei casi non reagisco agli insulti, ma credo fermamente nella cultura del rispetto e qui era in gioco la deliberata delegittimazione di un ministro dell’istruzione con una accusa del tutto falsa. È curioso che in passato illustri segretari democratici come D’Alema e Renzi abbiano sporto numerose querele senza che la stampa di sinistra si indignasse. Forse l’ingiuria è un metodo di lotta politica riservato alla sinistra…”.

E ancora: “È stato detto il falso, che io avrei querelato Lagioia. Siccome non credo che in questi casi si debba coinvolgere la magistratura penale, mi sono limitato a offrire una mediazione civile a Lagioia per trovare una soluzione concordata. In quella sede mi sarebbero bastate le sue scuse. A questa mediazione Lagioia non si è presentato. Ha dichiarato di non aver ricevuto la comunicazione: se non fosse stata inviata non sarebbe stato possibile procedere oltre. Come risulta dagli atti, la raccomandata è stata regolarmente spedita al suo indirizzo. A questo punto non restava che la causa civile con una richiesta di risarcimento, peraltro assai modesta, di 20 mila euro, che, se il giudice riterrà di riconoscere, devolverò a qualche scuola che fa programmi di recupero per giovani immigrati che non conoscono la nostra lingua”. Lo stesso ministro aveva chiarito che l’avvocato che lo segue “non è pagato dal ministero, ma da me”.

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Dopo la polemica su Christian Raimo, sospeso dall’insegnamento temporaneamente (qui i dettagli), nei giorni scorsi si è molto parlato della querelle tra ministro e Lagioia: “La mia colpa consisterebbe nell’aver criticato mesi fa, alla trasmissione Che sarà di Serena Bortone su Rai3, lo stile di un suo tweet, scritto a mio parere molto male sulla limitazione degli stranieri nelle classi italiane“, aveva scritto l’ex direttore del Salone del libro di Torino. Lagioia aveva ricordato il tweet del ministro: “Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci“.

L’avvocato del ministro, Alessandro Paone, aveva specificato: “A Lagioia è stato notificato un atto di citazione in sede civile, dopo che lo scrittore si è sottratto volontariamente alla preventiva procedura di mediazione regolarmente esperita”. Per Paone “la libertà di critica è sacrosanta”, mentre “chi insulta gratuitamente, che è quello che ha fatto Lagioia, deve essere sottoposto a controllo della magistratura”.

Ora le scuse dello scrittore e, ci si augura, la chiusura della querelle.

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