Sembrava essere una delle edizioni dello Strega meno segnata dalle polemiche degli ultimi anni. Invece, Antonio Moresco, fuori dalla cinquina, attacca duramente il premio: “Tutti sanno e tutti fanno finta di niente…”

Sembrava essere una delle edizioni meno segnata dalle polemiche degli ultimi anni. E invece… Antonio Moresco, primo degli esclusi dalla cinquina del premio Strega con l’Addio (Giunti) va all’attacco (e non è certo la prima volta, come avevamo raccontato), con un intervento molto duro ospitato da Repubblica, in cui si legge: “Nelle stanze e nelle terrazze sovraffollate della Fondazione Bellonci, in un situazione di estraneità, ho assistito al consumarsi di un antico rito, quello della votazione per eleggere la cinquina dei finalisti dello Strega, dalla quale è stato escluso il mio ultimo romanzo intitolato L’addio, che — se può valere qualcosa l’opinione dell’autore — a me pare il più ardimentoso dei miei romanzi brevi“.

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E ancora: “Certo, non sono una persona ingenua al punto di non sapere come stanno le cose e non mi faccio illusioni. Ma quello che ho visto è stato più prevedibile e desolante di quanto avessi immaginato. Tutti sanno e tutti fanno finta di niente, come se fosse naturale un simile orrore. Sapevo quanto il gioco fosse truccato. Eppure, certo per mia inguaribile ingenuità, a 68 anni e dopo avere scritto tanti libri e dopo quello che sta iniziando a succedermi all’estero, mi ha impressionato il fatto di non essere stato neppure ritenuto degno di entrare nella cinquina degli attuali finalisti, come mi ha impressionato che nel più noto premio nazionale tutti i finalisti, tutti, nessuno escluso, abitino a Roma”.

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Sottolinea lo scrittore che già in Lettere a nessuno aveva attaccato il sistema letterario italiano:  “Libertà e coraggio sono una merce rara, così come lo sono in altri campi dove il rischio che si corre è molto più grande. Anche per questo la cultura italiana di questi decenni ha chiuso gli orizzonti invece di spalancarli e sfondarli, si è attestata in una zona morta e ha preteso che tutto fosse a propria immagine e somiglianza, per questo non è riuscita a fare argine al male ma è diventata essa stessa una forma di questo male”.


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