“In Italia siamo ancora molto legati all’idealizzazione della maternità”. “La sostituta” di Sophie Adriansen e Mathiou (edizione italiana a cura della ginecologa e sessuologa Chiara Gregori) è un graphic novel che racconta la lotta silenziosa di una donna alle prese con le difficoltà del diventare madre. Solitudine, paura, impotenza, aspettative sociali e sessuali: “Questo libro non è un lamento, ma un modo per dire: non siamo sole, facciamo rete”

Si dice che quando nasce un bambino, nasce anche una madre. Ma davvero è così? Davvero si diventa madri nel momento in cui si dà alla luce il proprio figlio? Oppure si tratta di un processo lento, graduale, che cambia e si adatta a seconda di chi lo vive?

La maternità è uno di quei temi su cui è impossibile generalizzare, anche se di generalizzazioni ne sono state fatte tante nel corso del tempo.

Raccontata come uno dei momenti più belli e intensi nella vita di una donna, ne sono stati spesso taciuti gli aspetti più bui e controversi: la depressione post partum, il baby blues, la violenza ginecologica, la solitudine, l’isolamento, il senso di abbondono.

Si fa portavoce di questi temi il graphic novel di Sophie Adriansen e Mathiou, La sostituta (BeccoGiallo) in cui l’autrice francese (che ha firmato diversi libri per l’infanzia) e l’illustratrice (nota per il suo blog Crayon d’Humeur) rappresentano la loro esperienza di neomamme attraverso la storia di Marketa, una donna che, nell’istante stesso in cui partorisce, si rende conto che tutto quello che credeva sul parto e sulla gravidanza è falso.

la sostituta

La vediamo felice fin dall’inizio Marketa, pronta ad accogliere con gioia la piccola Zoe. Insieme al compagno Clovis ha preparato tutto il necessario per il dolce arrivo, e non vede l’ora di conoscere la sua bambina. Ma tutte le migliori intenzioni, l’affetto, la speranza, l’attesa si infrangono quando la donna inizia ad avere le prime contrazioni. Da questo momento inizia una periodo di profonda difficoltà, dolore fisico, tristezza e paura. La donna – ora mamma? – non crede di essere all’altezza del suo ruolo, teme di non essere abbastanza brava a prendersi cura della sua bambina, non riconosce il suo corpo, si sente diversa e disorientata, incapace di badare a un altro essere vivente.

Vorrebbe semplicemente avere una “sostituta”, una Marketa più pronta di lei, più capace, più sveglia, più in gamba, più felice. Una versione migliore di sé, quella che tutti si aspettano che lei sia.

Ma cosa si aspettano, veramente, le persone accanto a lei? E cosa si aspetta lei da se stessa?

la sostituta - presentazione

La sessuologa e ginecologa Chiara Gregori (a sinistra) e l’autrice Sophie Adriansen (a destra) alla presentazione del libro presso il ristorante Carlo al Naviglio, a Milano.

Ecco, è proprio attorno a queste due riflessioni che sembra prendere le mosse il lavoro di Sophie Adriansen e Mathiou. Perché è innegabile – come ha raccontato l’autrice in un incontro a Milano presso il ristorante Carlo al Naviglio – che il giudizio della società nei confronti delle madri sia ancora ingombrante.

In Italia siamo ancora molto legati all’idealizzazione della maternità“, ha spiegato la ginecologa e sessuologa Chiara Gregori, che ha curato l’edizione italiana del graphic novel: “Questo è un libro per aiutare le donne a superare le fragilità e le paure legate al diventare madri. Vuole essere un messaggio rassicurante, un modo per dire: ‘tutto quello che stai provando è normale, non preoccuparti, hai le forze dentro di te per superarlo’. Siamo più forti se ci aiutiamo, se condividiamo“.

È normale quindi avere sempre voglia di piangere, essere perennemente stanca e sopraffatta, sentire l’esigenza di scappare via per un po’. È normale riprendere con difficoltà la vita sessuale, è normale non riconoscersi nel proprio corpo. Anche se non ce l’hanno mai detto (e ne avevamo bisogno): succede a tutte. Qualcuna lo tace, qualcuna lo nasconde, qualcuna afferma il contrario, postando sui social immagini di sé sprizzanti allegria, soddisfazione e benessere.

Il graphic novel accarezza tutti questi aspetti e lo fa con delicatezza, soltanto sfiorandoli, ma riuscendo a creare un quadro generale di quello che attraversa una donna nel momento in cui inizia a vivere la maternità.

A questo proposito, il tema della condivisione e della sorellanza – come ha anche sottolineato l’autrice – è decisamente importante: dopo il parto le donne spesso si ritrovano sole ed è proprio la solitudine ad ampliare il senso di frustrazione, impotenza e disagio: “Questo libro non è un lamento, ma un invito a stringerci, a fare rete“, ribadisce Gregori.

Rivolto pertanto non solo a chi è madre o a chi desidera di diventarlo, La sostituta è un testo per sensibilizzare anche (e forse soprattutto) chi madre non è, un lavoro che si inserisce a pieno titolo in una linea di progetti pensati dalla casa editrice BeccoGiallo per dare risalto a storie di non fiction su tabù da infrangere. Ad aprile è prevista una nuova uscita dedicata all’endometriosi.

Fotografia header: Credit foto: Marc Lehmann

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